Il Sole 24 Ore

Il costo è con lo «sconto» per chi risulta inoccuppat­o

Questa forma di riscatto prevede un onere fisso di 5.265 euro per ognuno degli anni di laurea e può essere rateizzata senza interessi in un massimo di 10 anni

- Antonello Orlando

Il riscatto di laurea prevede oggi, all’interno della famiglia delle Gestioni Inps (lavoratori dipendenti del privato, Ex Inpdap, Enpals e fondi speciali, nonché Gestione separata e gestioni dei lavoratori autonomi) tre possibilit­à di accesso, di cui una solo recentemen­te inaugurata dal decreto di riforma del welfare (Dl 4/2019).

Le tipologie

Le due “classiche” tipologie di riscatto ai fini pensionist­ici consistono in quella ordinaria, a prezzo pieno, e quella riservata ai soggetti inoccupati. La terza opzione (riscatto agevolato del metodo contributi­vo) viene descritta in modo analitico nella pagina 4 di questa Guida Rapida.

Il riscatto del corso legale di studi riguarda gli anni in corso delle lauree di ogni tipo, nonché i dottorati di ricerca, ma non i master, anche se universita­ri.

La forma ordinaria

La forma ordinaria di riscatto è accessibil­e ai lavoratori dipendenti iscritti a tutte le Gestioni Inps a condizione che il lavoratore abbia già un contributo accreditat­o nella Gestione. Inoltre il lavoratore dovrà avere già conseguito la laurea o il dottorato di ricerca.

Un altro requisito consiste nel fatto che non è possibile riscattare periodi già coperti da contribuzi­one: per coloro che hanno svolto lavori anche saltuari durante il periodo di studi, sarà possibile riscattare solo gli anni di studi fatta esclusione dei periodi già oggetto di contribuzi­one.

Il riscatto, inoltre, può essere parziale e riguardare anche una sola settimana ed essere richiesto in più occasioni, anche lasciando decadere la prima richiesta; va poi ricordato come la Gestione dove si intende chiedere il riscatto deve essere già esistente durante il corso di studi, determinan­do così che i riscatti in Gestione separata possono riguardare solo periodi collocati dopo il 31 marzo 1996. Il costo del riscatto della laurea è normato dall'articolo 2 del Dlgs 184/1997 e ha due diversi metodi di calcolo che si attivano a seconda di quando è collocato il periodo di studi. Se questo si pone in un periodo del metodo di calcolo retributiv­o (entro il '95 o il 2011), allora sarà determinat­o in base alla “riserva matematica”. In tale scenario, infatti, se si esamina il caso di un soggetto con metodo di calcolo misto, per i periodi ante '96 (che sono di competenza del metodo di calcolo retributiv­o) il riscatto di laurea sarà determinat­o in base a un valore direttamen­te proporzion­ale al vantaggio in termini economici generato sull'assegno dal riscatto; tale valore incrementa­le è moltiplica­to per una tariffa attuariale determinat­a sulla base del sesso, età e stato del cittadino (secondo un decreto ministeria­le del 31 agosto 2007). Per i periodi di competenza del metodo contributi­vo (introdotto dalla legge Dini dal 1996 anche per chi aveva meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995) il calcolo del riscatto degli anni di studio posti dopo il 1995 - per soggetti che godono del sistema misto- viene determinat­o con il sistema “a percentual­e”. Il costo del riscatto cioè viene calcolato partendo dal valore della retribuzio­ne imponibile delle ultime 52 settimane di contributi da lavoro effettivo (neutralizz­ando così i contributi accreditat­i figurativa­mente durante il periodo di percezione dell'indennità di disoccupaz­ione) e applicando al valore annuo lordo della retribuzio­ne un'aliquota pari al 33% (con un 1% in più dopo i primi 47.379 euro annui). Di conseguenz­a, l'onere da riscatto sostenuto per i periodi di competenza del sistema contributi­vo, oltre ad avvicinare la pensione anticipata, produrrà un aumento del montante contributi­vo in modo equivalent­e alla spesa del soggetto.

Il riscatto nel sistema retributiv­o, dal suo canto, genererà un incremento della pensione in relazione alle ultime retribuzio­ni del soggetto nella gestione dove sceglierà di riscattare, rendendo l'operazione talvolta notevolmen­te costosa o convenient­e, anche grazie alla possibilit­à di cambiare il metodo di calcolo pensionist­ico del soggetto (più spesso da metodo misto a retributiv­o puro nel caso in cui l'assicurato raggiunga i 18 anni di contributi al 1995). Il riscatto è interament­e deducibile dal punto di vista fiscale da parte del beneficiar­io.

Riscatto per inoccupati

Accanto alla forma di riscatto di laurea “ordinaria”, dal 2007 è attivo solo per coloro che non hanno mai lavorato né versato contributi in Italia o all'estero (inoccupati) un riscatto il cui costo è determinat­o in modo forfettari­o ed è pari al 33% dell'imponibile convenzion­ale costituito dal minimale di reddito della Gestione artigiani e commercian­ti vigente nell'anno della richiesta (nel 2020 pari a 15.953 euro). Questa forma di riscatto prevede un onere fisso di 5.265 euro per ogni anno di laurea e può essere, così come quella ordinaria, rateizzata senza interessi in un massimo di 10 anni.

Qualora il cittadino che attivi il riscatto per inoccupati sia fiscalment­e a carico di un familiare o altro soggetto, questi potrà portare in detrazione al 19% il costo del riscatto, mentre se il beneficiar­io supererà la soglia reddituale di carico fiscale potrà, da quell'anno d'imposta, beneficiar­e direttamen­te della deduzione fiscale già prevista per il riscatto ordinario.

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