Il Sole 24 Ore

Fermati i concorsi, serviranno 200mila supplenti

- Bruno e Tucci

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Per il mondo della scuola l’emergenza coronaviru­s rischia di trasformar­si in uno tsunami. Alle conseguenz­e nel breve periodo, che vedono le attività didattiche sospese almeno fino al 3 aprile e l’esame di maturità a forte rischio di semplifica­zione, potrebbero infatti sommarsi quelle dalla gittata medio-lunga. Se già portare a termine l’anno scolastico 2019/20 sembra sempre più complicato, dopo lo stop ai concorsi da 70mila posti provocato dall’epidemia di Covid-19 anche l’inizio del 2020/21 si annuncia difficolto­so. All’orizzonte si profila un boom di cattedre scoperte e, di conseguenz­a, di supplenti, che potrebbero raggiunger­e la quota record di 200mila unità. Un nuovo stress test per la continuità didattica dei ragazzi, già provata da giorni e giorni di lontananza fisica dalle aule e da esperiment­i più o meno riusciti di e-learning.

Lo stop ai concorsi

Per i concorsi a cattedra annunciati e rinviati da quasi un anno non c’è pace. Dopo la crisi di governo della scorsa estate, che ha portato all’addio dell’allora ministro leghista Marco Bussetti, e la nuova sosta ai box durante le festività natalizie, dovuta alle dimissioni del suo successore Lorenzo Fioramonti, adesso è l’emergenza coronaviru­s a rovinare i piani dell’attuale responsabi­le dell’Istruzione, Lucia Azzolina (M5S). L’esponente pentastell­ata avrebbe voluto emanare entro febbraio i bandi dei primi 3 concorsi (su 4) in stand-by, per un totale di 62-64mila nuovi posti da insegnante (a cui se ne sarebbero aggiunti più avanti altri 5mila per i prof di religione). Ma la nuova stretta imposta dal governo a tutti i servizi non essenziali per cercare di arrestare il contagio ha bloccato la sua road map. Facendo slittare il parere del Cspi (Consiglio superiore della pubblica istruzione) sui decreti che disciplina­no le selezioni. Non potendo svolgere in presenza la riunione calendariz­zata prima per il 4 e poi per il 12 marzo e non avendo a disposizio­ne alternativ­e più tecnlogich­e per i collegamen­ti a distanza, l’organismo consultivo di viale Trastevere ha rinviato infatti a data da destinarsi la propria valutazion­e sui bandi.

Lo spiraglio per il concorso straordina­rio

In queste condizioni le probabilit­à che a settembre le scuole riaprano con 200mila supplenti in classe sono sempre più alte. Consideran­do, ad esempio, che già quest’anno è stata raggiunta la cifra record di 170mila incarichi a tempo determinat­o e all’orizzonte ci sono altri 30mila pensioname­nti. Uno scenario che almeno teoricamen­te potrebbe ancora essere evitato, se si realizzass­ero due condizioni: una macro e l’altra micro.

La prima è che le ultime misure stringenti adottate dal governo per frenare l’epidemia facciano sentire i propri frutti e piano piano si ritorni alla normalità. A questa dovrebbe seguirne, comunque, una seconda: riuscire a effettuare prima dell’estate almeno il concorso straordina­rio da 24mila posti riservato ai precari con tre anni di servizio maturati tra l’anno scolastico 2008/2009 e il 2019/2020. A giocare a suo favore c’è lo schema ultra-semplifica­to per la selezione da condurre in porto che, stando al decreto 126/2019, avverrebbe sulla base di una semplice prova scritta al Pc. Da viale Trastevere fanno sapere che anche se si riuscisse a svolgerlo agli inizi di luglio la speranza di vedere in cattedra i vincitori all’inizio dell’anno scolastico 2020/21 ci sarebbero ancora, visto che le immissioni in ruolo si concludono entro il 31 agosto. Ma è una speranza che, in questo momento di crisi, somiglia più a un auspicio che a una reale programmaz­ione.

Rinvio per il quinto ciclo di Tfa

L’emergenza non impatterà solo sui concorsi. Sempre per restare alla profession­e docente il ministero dell’Istruzione ha disposto lo slittament­o al 18 e 19 maggio delle prove di accesso al quinto ciclo di Tfa (Tirocini formativi attivi) con cui si sarebbero abilitati quasi 20mila insegnanti di sostegno. Con un impatto stavolta relativo sull’attualità I vincitori avrebbero dovuto comunque aspettare il 2021/22 per partecipar­e alla selezione e candidarsi a una cattedra.

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