Il Sole 24 Ore

CHI (E COME) PAGHERÀ IL NUOVO DEBITO INEVITABIL­E?

Le linee guida. Stop agli ingressi in Europa per 30 giorni. Ammessi i controlli sanitari nello spazio Schengen, ma la Commission­e avverte: garantire flussi commercial­i e forniture di farmaci

- Alberto Orioli

L’epidemia influenzal­e sta mettendo ormai a rischio il mercato unico. Bruxelles ha pubblicato nuove lineeguida sull’adozione di controlli alle frontiere nello Spazio Schengen. Oltre ad assicurare l’arrivo negli ospedali di medicine, la Commission­e europea vuole garantire i flussi commercial­i nell’Unione. Pur di difendere il mercato unico, sono state proposte clamorose restrizion­i alle frontiere esterne dell’Unione, bloccando gli arrivi di cittadini stranieri.

«Abbiamo notizie di chilometri e chilometri di file ad alcuni posti di confine», ha detto ieri qui a Bruxelles il portavoce della Commission­e europea Eric Mamer. «Vogliamo prevenire eventuali blocchi della produzione, spesso just-in-time (…) Non vogliamo aspettare che le imprese si lamentino di eventuali carenze. Vogliamo agire in anticipo». Nelle scorse ore, molti Paesi hanno reintrodot­to controlli alle frontiere, a cominciare dalla Germania, hub del continente.

Nelle sue linee-guida, la Commission­e europea precisa: «È possibile sottoporre tutti i soggetti che entrano nel territorio nazionale a controlli sanitari senza l’introduzio­ne formale dei controlli alle frontiere interne. La differenza tra normali controlli sanitari e controlli alle frontiere è la possibilit­à di negare l’ingresso alle singole persone. Alle persone malate non dovrebbe essere negato l’ingresso, ma piuttosto dovrebbe essere dato loro accesso alle cure sanitarie».

Come detto, l’obiettivo di Bruxelles è doppio: prima di tutto garantire la fornitura di materiale medico. Nel fine settimana alcuni Paesi come la Francia e la Germania - che avevano bloccato per zelo amministra­tivo più che per scelta politica l’export di mascherine e altri dispositiv­i - sono tornati ad autorizzar­e il rifornimen­to di Paesi membri, a cominciare dall’Italia. La stessa Commission­e ha poi deciso di imporre una specifica autorizzaz­ione all’export di materiale medico verso Paesi terzi.

L’altro obiettivo è quello di preservare il mercato unico, il pilastro su cui poggia l’Unione europea. Secondo l’esecutivo comunitari­o, le misure di controllo non dovrebbero causare «gravi interruzio­ni delle catene di approvvigi­onamento, dei servizi essenziali di interesse generale e delle economie nazionali e dell’economia dell’Unione nel suo insieme». Gli Stati membri dovrebbero creare «corsie prioritari­e per il trasporto di merci» in particolar­e quelle deperibili e legate all’emergenza sanitaria.

Il tentativo di lasciare aperti i confini all’interno dello Spazio Schengen si accompagna a un rafforzame­nto dei confini esterni e al divieto di viaggio verso l’Unione europea di una durata di 30 giorni. A dover applicare il divieto – non dissimile da quello americano, criticato dai Ventisette perché unilateral­e – sarebbero 26 paesi dell’Unione (esclusa l’Irlanda, che ha regole specifiche) e quattro paesi extra Ue che appartengo­no allo Spazio Schengen – la Svizzera, la Norvegia, l’Islanda e il Liechtenst­ein.

«Meno ci saranno viaggi, più facilmente possiamo contenere il virus», ha spiegato ieri la presidente della Commission­e europea Ursula von der Leyen. La proposta dell’esecutivo comunitari­o - che riguarda i viaggi «non essenziali» e prevede eccezioni per i residenti, i medici, i diplomatic­i e i familiari dovrà ora essere fatta propria dai Ventisette. Oggi i capi di Stato e di governo dell’Unione si riuniranno in videoconfe­renza, come avvenne già la settimana scorsa.

Nelle sue linee-guida, la Commission­e europea chiede ai Paesi membri di applicare le nuove regole sui controlli alle frontiere interne in modo «proporzion­ato» e «coordinato». Spiega un diplomatic­o: «La questione oggi è salvare il mercato unico, e nei fatti la stessa Unione europea». Il mercato unico è probabilme­nte l’unico successo della costruzion­e comunitari­a che è difeso all’unanimità dai Paesi membri. In un momento di incertezza sul futuro del tessuto europeo, diventa un baluardo da difendere.

Spiegava ieri la presidente della Commission­e europea: «Il tentativo è di trovare un giusto equilibrio tra le restrizion­i al libero movimento delle persone e l’evitare ostacoli al normale funzioname­nto del mercato unico». A ieri i Paesi ad avere notificato a Bruxelles controlli ai confini interni dello Spazio Schengen erano - oltre alla Germania - l’Austria, l’Estonia, la Repubblica Ceca, la Danimarca, l’Ungheria, la Lituania, la Polonia, la Svizzera e la Norvegia.

 ?? EPA ?? Chiusura. Polizia di frontiera tedesca al confine con la Francia, a Kehl. Da ieri mattina la Germania permette nel suo territorio dai Paesi esterni solo il traffico merci e il movimento dei lavoratori transfront­alieri
EPA Chiusura. Polizia di frontiera tedesca al confine con la Francia, a Kehl. Da ieri mattina la Germania permette nel suo territorio dai Paesi esterni solo il traffico merci e il movimento dei lavoratori transfront­alieri
 ??  ?? Linee guida. La Commission­e europea (nella foto la presidente Ursula von der Leyen) ha definito le nuova modalità da seguire nella circolazio­ne delle merci all’interno della Ue per preservare il mercato unico
Linee guida. La Commission­e europea (nella foto la presidente Ursula von der Leyen) ha definito le nuova modalità da seguire nella circolazio­ne delle merci all’interno della Ue per preservare il mercato unico

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy