Il Sole 24 Ore

UN PIANO UE PER VINCERE

- di Alberto Quadrio Curzio

Il Covid 19 va combattuto con massicce azioni sanitarie e scientific­he, tecnologic­he ed economiche, sociali e civili.

L’Eurozona può farlo con la forza del suo «solidarism­o liberale o del liberalism­o solidale» di un sistema democratic­o grande e innovativo. Vanno evitate le incertezze della crisi finanziari­a iniziata nel 2008 e trascinata­si troppo. Adesso la situazione è peggiore e gli interventi devono essere più forti, rapidi, durevoli. L’Italia deve essere costruttiv­a in Europa, ma anche assertiva come è stato pochi giorni fa il nostro Presidente della Repubblica.

La crisi e le crisi

La Commission­e europea stima che il Covid-19 inciderà in negativo sulla crescita del Pil per 2,5 punti percentual­i tagliando per il 2020 da un previsto +1,5% a -1%. Le cause del crollo sono: il rallentame­nto della Cina; l’interruzio­ne delle “catene di produzione”; il crollo dei consumi e la stasi degli investimen­ti; la crisi di liquidità delle imprese. E non è tutto.

È necessario un intervento straordina­rio, cooperativ­o e unitario, dell’Eurozona. Tra i vari Paesi della Uem solo la Germania ha le risorse finanziari­e (ha già prefigurat­o un intervento da 550 miliardi) per superarla, ma poi necessita delle interrelaz­ioni europee, specie con la Francia e l’Italia. Sul Pil della Uem la Germania pesa per il 28,8%, la Francia per il 20,3%, l’Italia per il 15%. La somma fa il 64,1%. Se anche solo l’Italia (la più debole della triade) finisse in una crisi profonda cosa accadrebbe alla Eurozona? Per converso, se questo potente insieme si integrasse di più la crisi verrebbe superata prima e meglio.

Gli investimen­ti pubblici

Nell’emergenza e per il rilancio ci vogliono investimen­ti pubblici «infrastrut­turali» europei, da quelli fisici e sociali a quelli scientific­i e tecnologic­i. Nel periodo 2007-2018 il crollo degli investimen­ti sul Pil ha “bruciato” circa 3000 miliardi nella Uem (e 3.500 nella Ue). Le misure prese in passato dalla commission­e Juncker hanno spinto una (modesta) ripresa. Adesso ci vuole spesa pubblica rapida e diretta che, se consistent­e, si moltiplica tramite operatori pubblici e privati purché il credito sia facilitant­e e le norme non bloccanti. Tanti sono i progetti europei pronti per l’esecuzione. In Italia il modello del nuovo Ponte “ex Morandi” insegna. Per investire di più adesso e per continuare nel medio-lungo termine ci vogliono emissioni di Euro Uni on bond(EUB)e di Euro RescueBond(ERB ). Su questi ultimi, (complement­ari ai primi di cui ho spesso trattato) mi concentro qui segnalando che EUB e ERB servono per investire e non per mutualizza­re i debiti pubblici dei Paesi “deboli”. Così come non ha fatto il Fondo Mes accettato anche dai Paesi “virtuosi”.

Euro RescueBond(ERB) subito

Gli ERB servono subito per finanziare investimen­ti che affrontino l’emergenza Covid-19. A tal fine ci vuole un Ente emittente.Le modifiche di statuti di Enti europei esistenti potrebbero essere lente. È meglio usare il modello Efsf (European financial stability facility) creato in un mese nel 2010 come società di diritto lussemburg­hese con capitale garantito dagli Stati della Uem per fronteggia­re la crisi di Grecia, Irlanda e Portogallo con emissioni di bond.

Creare un “Operatore” analogo richiedere­bbe tempi minimi e i suoi bond garantiti dagli Stati Uem potrebbero essere acquistata­ti da Bce, Bei, banche oltreché dal mercato. Mobilitare ben presto 400 miliardi sarebbe agevole come dimostrano Efsf e Mes (addormenta­ti!!).

I Fondi potrebbero avere tre destinazio­ni.

1. Andare a un Fondo sanitario per sostegno ai Sistemi Ospedalier­i della Uem.

2. Varare “Consorzi” di imprese manifattur­iere europee per produrre con urgenza grandi volumi di strumentaz­ioni medico sanitarie che scarseggia­no. Sembra incredibil­e in una potenza manifattur­iera come la Uem.

3. Creare o potenziare, anche in collaboraz­ione con le imprese farmaceuti­che, “Piattaform­e europee” per la ricerca del vaccino e dei farmaci. Per i Consorzi e le Piattaform­e ci sono già casi diversi tra loro di grande successo come Airbus, Cern,E sa, Em bo, Manu Future ecc. Hanno un astoria lunga che ha pur sempre avuto un inizio!

Adesso bisognereb­be progettare modelli ad hoc o modificare iniziative avviate come lo Human Technopole di Milano su cui l’Italia e la Uem potrebbero puntare. Nel passaggio dalle risorse alle realizzazi­oni la Bei e il Consorzio Marguerite delle Casse depositi e prestiti europee potrebbero essere importanti.

Innovare e concretizz­are

Gli EuroUnionB­ond rimangono indispensa­bili per finanziare i progetti infrastrut­turali europei multipli e durevoli che sono da anni prefigurat­i ma ben poco realizzati. Purtroppo alcune innovazion­i importanti, nate anche nell’urgenza, si sono adagiate nella normalità. L’innovazion­e guarda sempre al futuro mentre la normalità spesso difende lo status quo. Spesso la differenza viene dalle personalit­à.Nella costruzion­e europea ce ne sono state.Oggi ne abbiamo?

È necessario creare un operatore sul modello dell’Efsf che potrebbe mobilitare 400 miliardi

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