Il Sole 24 Ore

KfW, dal piano Marshall al ruolo salva Germania

Una banca speciale (e molto invidiata in Europa) che garantisce all’economia 550 miliardi di liquidità

- Dal nostro corrispond­ente Isabella Bufacchi FRANCOFORT­E

KfW, la Kreditanst­alt für Wiederaufb­au, cioè la Cassa depositi e prestiti tedesca, darà alle Pmi e ai piccoli imprendito­ri in Germania quello scudo di liquidità e di finanziame­nti speciali annunciato dal Governo di Angela Merkel nell’ambito del maxi-programma straordina­rio da 550 miliardi per mitigare l’impatto del coronaviru­s. La KfW, fin dalla sua fondazione nel 1948, ha goduto della garanzia dello Stato sulla raccolta, sulle emissioni di bond e dunque sul debito.

Un bazooka vero e proprio, come quello delle banche centrali che stampano moneta, non lo è. Ma ci va vicino. La KfW, la Kreditanst­alt für Wiederaufb­au, che sarebbe la Cassa depositi e prestiti tedesca, darà ora alle Pmi e ai piccoli imprendito­ri in Germania quello scudo di liquidità e di finanziame­nti speciali annunciato dal Governo di Angela Merkel nell’ambito del maxi-programma straordina­rio per «mitigare» l’impatto del coronaviru­s sull’economia.

La KfW, fin dalla sua fondazione nel 1948, ha goduto della garanzia dello Stato sulla raccolta, sulle emissioni di bond e dunque sul debito. Per lottare contro la pandemia potrà ora contare su una nuova garanzia, questa volta sul credito, cioè sui prestiti che erogherà. E questa è la grande novità ideata da Berlino, per proporre la KfW in una nuova veste, come antidoto «con una potenza di fuoco fino a 550 miliardi». Già in passato la KfW è stata decisiva in tempi di crisi, per mettere in azione il Piano Marshall, sostenere i costi della Riunificaz­ione e, da ultimo, per contrastar­e il cambiament­o climatico.

Le nuove garanzie sugli impieghi della KfW, che saranno mirati a fornire liquidità alle Pmi ma anche a lavoratori autonomi, liberi profession­isti e a tutte le categorie più deboli travolte dal coronaviru­s, potranno attingere a un plafond di coperture pubbliche già inserite nel bilancio federale, pari a 460 miliardi, di cui il 15% non è stato ancora utilizzato e che potrà essere aumentato di ulteriori 93 miliardi, direttamen­te dalla commission­e bilancio del Parlamento, dietro richiesta d’urgenza del ministero delle Finanze. Per altri eventuali aumenti servirà invece una legge approvata con l’intero normale iter legislativ­o.

Questa doppia garanzia, dal lato delle passività e delle attività, secondo il Governo, è tale da mettere il turbo alla storica banca pubblica di sviluppo nazionale che è già un super-istituto: quando due anni fa compì 70 anni, calcolò di aver erogato dal 1948 al 2018 prestiti per 1.700 miliardi, mentre ora ha un bilancio con attivi da 506 miliardi, erano 70 miliardi nel 1990.

Il ministro delle Finanze, il socialdemo­cratico Olaf Scholz, nell’annunciare lo scudo anti-coronaviru­s, si è spinto a dire che «non esiste un limite massimo all’importo del credito che KfW può concedere». Le cose però non stanno così, visto che questo istituto di credito, per quanto speciale, come qualsiasi altro deve finanziars­i sul mercato per raccoglier­e la liquidità di cui ha bisogno, a differenza della banca centrale, che stampa moneta. Il programma di raccolta 2020 della KfW, posseduta all’80% dallo Stato federale e al 20% dai Länder, è al momento pari a 75 miliardi, di cui 23,4 miliardi sono stati già raccolti. Grazie alla garanzia dello Stato, i KfW-bond hanno rating AAA e quindi un costo di raccolta estremamen­te basso che viene riversato alle banche, le uniche contropart­i dell’istituto, che a loro volta lo trasmetton­o alle Pmi. Il fatto che i prestiti del programma di aiuti contro il coronaviru­s saranno garantiti dallo Stato fa sì che il rischio, al 90%, non ricadrà sul bilancio delle banche che li erogano: e questo sarà un incentivo a fornire liquidità al sistema dove ce ne è più bisogno.

È possibile che il programma di raccolta di KfW verrà potenziato, per portare avanti il piano anti-coronaviru­s: di quanto non è chiaro, perché questa nuova missione non è stata ancora definita in tutti i suoi dettagli. Al momento, di certo tre tipi di prestito già invi gore(KfW-Untern ehm erkr ed it,ERP-Gründerkr edite KfW Kredit für Wachstum) sono stati modificati per ampliarne la portata.

Se finora le banche che erogavano questi prestiti KfW avevano una copertura dello Stato fino a una certa soglia, or ala garanzia pubblica arriverà a coprir el ’80% o il 90% del rischio di credito. È attualment­e allo studio anche la possibilit­à di estendere la durata dei prestiti di questi tre programmi pre-esistenti.

In aggiunta, lo scudo-KfW prevede la creazione di programmi di liquidità dedicati per rispondere a questa emergenza epocale, come accadde già nel 2009-2010 per fronteggia­re la Grande Crisi finanziari­a: una o più linee di credito speciali saranno attivate in aggiunta alle esistenti, ma è ancora tutto da definirsi. L’obiettivo è quello di ampliare la gamma dei soggetti che possono beneficiar­e di questa liquidità garantita dallo Stato e che prima erano tagliati fuori dal ricorso alla KfW: non è chiaro se in queste nuove categorie verranno compresi gli artisti, i liberi profession­isti e lavoratori autonomi senza partita Iva.

Un ultimo intervento dello scudo-KfW contro il corona virus, finora tenuto sottotracc­ia mach e potrebbe essere fondamenta­le, è quello della“nazionaliz­zazione temporanea ”. Circola già voce chela Lufthansa potrebbe essere la prima azienda “strategica” a essere salvata dalla KfW per conto dello Stato federale, pronto a usufruire delle maglie più larghe delle regolament­azione europea sugli aiuti di Stato. Ma non è escluso che anche le banche possano rientrare nella lista degli interessi strategici protetti.

Non sarebbe la prima volta per KfW, che ora possiede il 20,5% di Deutsche Post e il 17,4% di Deutsche Telekom: intervenne già per conto dello Stato, assistendo­lo nella privatizza­zione dei due enti dal 1997.

Nella crisi subprime, KfW acquisì IKB Deutsche Industrieb­ank, carica di titoli “tossici” per evitare che l’istituto divenisse preda di hedge fund inglesi o americani. Nel 2010 entrò nella b ad bankErs te Abwicklung­sanst alt, istituita per rastrellar­e le sofferenze delle Landesbank­en, con prestiti ec arto larizz azioni: ma Eurostat contabiliz­zò l’ intervento come debito pubblico.

La lotta contro gli effetti temporanei ma devastanti del coronaviru­s è tale che questa volta Eurostat prevedibil­mente non alzerà il cartellino rosso contro KfW.

L’istituto fondato nel ’48 per gestire i fondi della ricostruzi­one ora sarà l’antidoto al virus

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L’azionista.
Il ministro delle Finanze Olaf Scholz e dell’Economia Peter Altmaier. Il Governo federale controlla l’80% di KfW, le regioni il 20%
AFP L’azionista. Il ministro delle Finanze Olaf Scholz e dell’Economia Peter Altmaier. Il Governo federale controlla l’80% di KfW, le regioni il 20%
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