Il Sole 24 Ore

Via il tetto al 33% sui bond per ridurre il costo dei deficit pubblici

- Alessandro Graziani

La chiusura dei confini fisici tra nazioni non è l’unica barriera creata dagli effetti del Coronaviru­s. Nel sistema finanziari­o globale si sta bloccando anche il mercato interbanca­rio, ovvero quello che assicura lo scambio di liquidità a brevissimo termine tra le varie banche. Un sistema che negli Usa era in crisi già dalla scorsa estate, tanto che la Federal Reserve - prima del maxiinterv­ento degli ultimi giorni nei mesi scorsi aveva iniettato nel sistema liquidità per miliardi di dollari.

Ora l’intervento coordinato, o in via di coordiname­nto, delle principali banche centrali del mondo ha come priorità emergenzia­le proprio quella di dare liquidità in abbondanza al sistema finanziari­o puntando a evitare le conseguenz­e che i repentini crolli del mercato azionario e delle materie prime (a partire dal petrolio) porti al default di qualche grande intermedia­rio. In queste settimane, l’esplodere di un nuovo caso Lehman Brothers che andò in crisi per mancanza di liquidità - farebbe da moltiplica­tore alla tempesta finanziari­a in corso. E sotto osservazio­ne non sono solo le banche, oggi ben più resistenti a traumi temporanei rispetto al 2007-2008 ma anche le varie tipologie di asset manager, a partire dai maggiori hedge funds.

L’altro grande area di intervento delle banche centrali globali è l’aumento dell’acquisto di bond sovrani per mantenere i tassi d’interesse dei titoli di Stato sui livelli più bassi possibili. La risposta dei Paesi alla recessione economica, si vedrà se temporanea o prolungata, non può che avvenire attraverso uno shock fiscale che comporterà l’aumento “una tantum” dei deficit di bilancio per il 2020. L’intervento delle banche centrali serve a minimizzar­e il costo dell’incremento del deficit. Ed è probabile che l’azione si intensific­herà nel corso dell’anno. Per farlo con maggiore efficacia alcuni analisti, a partire da quelli di Citi, prevedono che la Bce possa decidere di aumentare o eliminare il limite del 33% agli acquisti di una singola emissione di titoli di Stato.

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