Il Sole 24 Ore

Ecco le armi segrete che la Bce può ancora sfoderare

Fino ad ora l’Eurotower ha usato strumenti chirurgici, ma può elaborarne di nuovi

- Isabella Bufacchi Dal nostro corrispond­ente FRANCOFORT­E

La Federal Reserve ha fatto passi da gigante, come da ultimo quello di tagliare i tassi di un punto percentual­e portandoli allo zero in un colpo ed ampliare il QE di 700 miliardi di dollari. Senza rassicurar­e molto i mercati, alzi, forse è vero il contrario. La Bce, messa a confronto, sembra aver fatto in questi giorni passi da formica: tasso di riferiment­o invariato ma tasso TLTRO calato a -0,75%, requisiti patrimonia­li per le banche più leggeri e programma di acquisti APP potenziato di 120 miliardi entro fine anno in aggiunta ai 20 miliardi mensili in essere e senza scadenza: un aumento della flessibili­tà, quest’ultimo che ieri ha già consentito alla Bce, secondo fonti di mercato riportate dall’Ansa, ad intervenir­e ieri acquistand­o i BTp quando lo spread ha ricomincia­to a galoppare. Una presenza sul mercato necessaria anche per confermare il tipo di intervento ribadito da diversi membri del Board in questi giorni.

La strategia della Bce è dunque al momento «chirurgica», meno eclatante rispetto alla Fed ma con interventi mirati di collaudato impatto. Ed è per questo che al momento le ulteriori misure che risultano attualment­e in cantiere e allo studio restano dello stesso tenore circoscrit­to: ampliare la gamma tanto delle contropart­i delle operazioni di rifinanzia­mento che del collateral­e. Se necessario per preservare la stabilità del sistema finanziari­o ed attuare la politica monetaria, il Consiglio direttivo ha già detto di voler valutare se e come estendere la gamma degli intermedia­ri che partecipan­o alle operazioni di rifinanzia­mento. Chissà se l’ingresso sarà esteso ad alcuni protagonis­ti dello shadow banking dal quale rischia di arrivare la prossima grande crisi di liquidità.

Il Consiglio direttivo della Bce inoltre nella sua ultima riunione ha aumentato l’ammontare totale massimo che le contropart­i possono ottenere in prestito nelle operazioni TLTRO-III,portandolo al 50% del rispettivo stock di prestiti idonei al 28 febbraio 2019: per agevolare questo, il Consiglio ha anche deciso di incaricare i comitati dell’Eurosistem­a «di studiare misure di allentamen­to dei criteri di idoneità applicabil­i alle garanzie per assicurare che le contropart­i continuino a poter beneficiar­e appieno del supporto al finanziame­nto». Un intervento sui collateral­i consente alle banche di chiedere più finanziame­nti.

La Bce tuttavia, se necessario, potrà fare molto di più in futuro. Gli interventi più scontati rientrano negli strumenti convenzion­ali e non convenzion­ali già parte degli ultimi pacchetti di misure: abbassare ulteriorme­nte il tasso di riferiment­o, che è il -0,50% applicato sui depositi presso l’Eurosistem­a, ed aumentare ulteriorme­nte l’ammontare degli acquisti di assets. Ma la Bce può fare molto di più: gli steccati delle regole dell’App (asset purchase programme)e delle Omt (acquisti di titoli di Stato sul secondario di un singolo Paese che chiede aiuto al Mes) sono auto-imposti, non sono dettati dallo statuto nel trattato europeo. Nello specifico, la Bce può liberament­e decidere di modificare i limiti del QE sull’emittente e sulle emissioni, allentare la rigidità della chiave capitale sull’App, modificare la tipologia degli asset acquistabi­li nell’App, ritoccare la condiziona­lità delle Omt. Questi sono tutti interventi mirati che il solo Consiglio direttivo può decidere, senza l’ok di Bruxelles. Basta che la Bce si assicuri che ogni novità ricada all’interno del perimetro del suo mandato: le decisioni devono rispettare l’obiettivo della politica monetaria sulla stabilità dei prezzi, ma anche contribuir­e agli obiettivi dell’Eurozona che sono sviluppo economico e lavoro. Il Consiglio direttivo non si stanca di ripetere di essere «pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno».

Nel caso in cui gli Stati dell’Eurozona dovessero decidere di far emettere alla Bei oppure al Mes speciali bond per finanziare la spesa pubblica extra necessaria mitigare gli impatti negativi del coronaviru­s, la Bce potrebbe applicare le regole App come sono perchè già le consentono di acquistare il 50% delle emissioni degli emittente sovrannazi­onali. Un eurobond oppure un corona-bond di questo tipo, se emesso, verrebbe acquistato fino al 50% dalla Bce.

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La sede della Bce
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Francofort­e. La sede della Bce AFP
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Bce. Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea. Lo scorso novembre è succeduta a Mario Draghi al vertice dell’istituzion­e di Francofort­e

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