Contagi, la curva ora cresce meno
La crescita non è più esponenziale. Mascherine verso la produzione nazionale
Forse non siamo ancora vicini al picco, ma la crescita dei contagiati non è più esponenziale come nella settimana precedente, ma è lineare e si aggira intorno ai 2mila-2.500 positivi in più ogni giorno (ieri 2.470). I numeri sono ancora drammatici, soprattutto quelli delle vittime salite a 2.158 (+349 ieri), ma ieri anche il capo della Protezione civile Angelo Borrelli ha iniziato la lettura del bollettino quotidiano sulla diffusione del coronavirus con un piccolo squarcio di speranza: «Come vedete anche dai dati della Lombardia il trend è in ribasso, registriamo questo dato». Anche
Franco Locatelli del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico che consiglia il Governo guarda «con fiduciosa attenzione» al dato: «È un segnale di quanto potrebbero darci tutte le misure adottate. Va consolidato nel giro dei prossimi 1-2 giorni. L’auspicio è continuare a vedere un decremento dell’incremento e allora saremmo anche più confidenti di aver raggiunto un risultato importante per il Paese». Del resto è proprio in questi giorni che si dovrebbero sentire gli effetti della «zona protetta» su tutta l’Italia.
Uno spiraglio arriva anche sul fronte dell’approvvigionamento di mascherine, a più alta protezione, utilizzate in particolar modo per il personale sanitario, dopo l’allarme sul rischio di esaurimento scorte in Lombardia lanciato dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri. «A breve si avvierà la produzione nazionale di mascherine. Ricevo richieste di tantissime aziende che si propongono di produrle», spiega Borrelli. L’iter per la fabbricazione, secondo quanto prevede il decreto cura Italia, è stato velocizzato ed ora per la realizzazione di mascherine di tipo chirurgico sarà necessaria la sola autorizzazione dell’Istituto Superiore di Sanità, in deroga alle norme vigenti. «Inoltre sarà possibile produrre – spiega il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia – mascherine non sanitarie, ma filtranti, pensate per tutti i cittadini e lavoratori, per l'uso quotidiano». A dare il proprio contributo saranno anche le lavorazioni sartoriali presenti in alcuni istituti penitenziari dove vengono impiegati i detenuti, che potrebbero essere immediatamente riconvertite per iniziare a produrre le mascherine di tipo chirurgico.
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