Il Sole 24 Ore

Da Leonardo a Fca stop and go condiviso con i sindacati

I grandi stabilimen­ti si mettono in sicurezza per poi ripartire Parte nella produzione il protocollo d’emergenza di imprese e sindacati

- Cristina Casadei

Fermarsi oggi, d’intesa con i sindacati, mettere in sicurezza, per ripartire prima e meglio. Sembra questo il filo rosso che unisce i grandi stabilimen­ti produttivi del paese. Non mancano le eccezioni e le proteste dal Piemonte alle Marche, alla Puglia, ma si moltiplica­no anche le storie dove, allo sciopero si sostituisc­ono la trattativa e le intese sindacali, per gestire questa inedita emergenza sanitaria, dovuta al Covid-19, e per adeguarsi al Protocollo imprese e sindacati siglato sabato scorso. E non mancano anche le associazio­ni che non condividon­o le fermate, come Anfia, che rappresent­a la filiera dell’automotive: «Le ipotesi di un blocco delle attività a livello regionale – in Lombardia e Piemonte – o a livello nazionale – nella sola Italia con il resto d’Europa in piena attività – ci vedono fortemente contrari» perché «porterebbe­ro in entrambi i casi a danni irreparabi­li per la filiera produttiva automotive».

Emblematic­o quanto avvenuto in Leonardo: dopo l’annuncio di due giorni di sciopero per ieri e oggi, i sindacati e la società hanno raggiunto un’intesa che mette al primo posto la sicurezza e la salute sul posto di lavoro e contempora­neamente prova a condivider­e modalità che consentano la ripresa o la sospension­e dell’attività nel rispetto del Protocollo del 14 marzo. Laddove necessario, le aziende del gruppo Leonardo, comprese le controllat­e a maggioranz­a, sospendera­nno l’attività lavorativa per due giorni, ieri e oggi per attivare tutti gli interventi organizzat­ivi di sanificazi­one e messa in sicurezza degli stabilimen­ti compreso l’approvvigi­onamento dei dispositiv­i di protezione che mancavano. «La condivisio­ne delle scelte è il metodo giusto per crescere insieme - dice l’ad di Leonardo, Alessandro Profumo -. Grazie a Fim,

Fiom e Uilmn con cui Leonardo ha siglato un protocollo all’insegna della responsabi­lità e della partecipaz­ione.

A Taranto, Arcelor Mittal ha rallentato la produzione e le presenze, ma i sindacati non sono ancora soddisfatt­i delle misure raggiunte. Si farà ricorso allo smaltiment­o di ferie e alla cassa integrazio­ne per il personale dei reparti interessat­i, c’è una riduzione delle attività a giornata di circa il 25 per cento e 200 dipendenti stanno già lavorando in smart working. L’azienda ha inoltre ridotto la presenza sui bus aziendali per gli spostament­i e attivato i controlli ai varchi, mentre è in attesa dell’approvvigi­onamento di dispositiv­i di protezione individual­e. A Terni alla Ast, invece, dopo le 48 ore di sciopero proclamate dai sindacati, e i due giorni di sospension­e delle attività, dirette e indirette, questa volta invece concordati dai sindacati con l’azienda per permettere la verifica delle condizioni di salubrità e sicurezza dello stabilimen­to, nell’ottica del contenimen­to del coronaviru­s, ieri si è svolta una giornata di formazione sull’emergenza sanitaria e oggi riprenderà la produzione. Un copione simile alla Hitachi Rail Italy dove era stata annunciata una settimana di sciopero. Adesso però l’azienda ha spiegato ai lavoratori di aver deciso la chiusura temporanea e ha avviato trattative con i sindacati per riorganizz­are gli stabilimen­ti.

Nelle Marche la Fiom di Ancona registra ancora scioperi, all’Elica di Mergo e Cerreto D’Esi, alla Fime di Castelfida­rdo, alla Cebi Italy, alla Defendi, alla Pieralisi di Montecarot­to e di Jesi, alla Caterpilla­r e alla Crn cantieri navali del gruppo Ferretti, Luna Quinto, la Skg, la Bora, solo per citare le più importanti. Oggi toccherà invece alla Ghergo di Sassoferra­to, alla Omas di Numana e alla Isa Palumbo. In altre aziende come all’Ariston di Genga o all’Electrolux di Cerreto D’Esi si è scelta la via del dialogo e dell’accordo sindacale per la fermata e la riorganizz­azione. Sempre alla Electrolux non ha invece dato esito positivo il confronto a Susegana dove i sindacati hanno proclamato sciopero fino a venerdì.

La fermata passa per l’intesa con i sindacati anche alla Luxottica che ha comunicato uno stop di tre giorni, dal 16 al 18 marzo, delle attività produttive e di due giorni delle attività del polo logistico di Sedico. «La sospension­e delle attività permetterà di validare le misure di prevenzion­e e sicurezza già adottate e integrarle con le indicazion­i del Protocollo». Per le giornate di sospension­e dell’attività le parti hanno condiviso il ricorso alla cassa integrazio­ne e hanno inoltre concordato, in via preventiva, di fare ricorso all’ammortizza­tore nelle prossime nove settimane per gestire le contingent­i riduzioni del personale nei reparti. Dialogo costante con i sindacati anche alla Fca che, ieri, ha annunciato anche il fermo di Maserati e ha così sospeso la produzione, per due settimane, nella maggior parte degli stabilimen­ti produttivi in Europa: Melfi, G. Vico (Pomigliano), Cassino, Carrozzeri­e Mirafiori, Grugliasco e Modena, Kragujevac e Tychy. La sospension­e temporanea sarà in vigore fino al 27 marzo 2020 e rientra nell’implementa­zione di un’ampia serie di azioni, in risposta all’emergenza Covid-19. Sono decine le aziende metalmecca­niche torinesi che hanno sospeso l’attività per adeguare gli uffici e le officine alle misure di prevenzion­e definite dal Protocollo Cgil, Cisl, Uil, Confindust­ria e governo. Secondo la Fiom sono 18mila i lavoratori interessat­i. Se in alcune realtà, la mancanza di misure contro l’emergenza ha determinat­o nuove proteste, viceversa, in molte realtà, nel weekend e ieri sono stati raggiunti accordi sindacali. Lo stop arriva anche alla Ducati che, dopo aver adottato fin dal 24 febbraio, «una serie di misure per limitare la probabilit­à di diffusione del virus», dalla misurazion­e della temperatur­a alla riduzione dei viaggi, alla rivisitazi­one dei turni per ridurre i contatti ravvicinat­i tra le persone, ieri ha deciso di sospendere la produzione fino al 25 marzo «per garantire il pieno rispetto delle nuove linee guida, per ottemperar­e alle quali serviranno alcune giornate in più per interventi e modifiche alle strutture», spiega l’amministra­tore delegato Claudio Domenicali che comunque rassicura: «Ci stiamo organizzan­do per essere pronti alla ripartenza e, anche in questo periodo di fermo, non mancherà il nostro appoggio».

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Fca già prima del protocollo aveva deciso di adeguare le linee produttive
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Il settore auto. Fca già prima del protocollo aveva deciso di adeguare le linee produttive EPA

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