Il Sole 24 Ore

Aspi dà fondo alla cassa ma rimborsa 571 milioni

- —Laura Galvagni

Alla fine Autostrade per l’Italia ha dato fondo alla cassa. E proprio ieri ha rimborsato una tranche da 571 milioni di euro di debito obbligazio­nario in scadenza. Considerat­e le enormi difficoltà, in questa fase, a ricorrere al mercato dei finanziame­nti, complice il decreto Milleproro­ghe che ha portato il giudizio sul merito di credito della compagnia a spazzatura e le serie problemati­che di ricavi con le autostrade italiani di fatto quasi deserte per effetto dell’emergenza Coronaviru­s, Aspi ha dovuto mettere mano al portafogli­o. Con quali implicazio­ni si capirà nelle prossime settimane.

Di certo il titolo Atlantia continua a pagare in borsa la debolezza di uno dei suoi asset chiave. Ieri le azioni hanno perso il 7,17% a 10,095 euro. Gli investitor­i hanno apprezzato l’operazione trasparenz­a che ha fatto la compagnia in termini di fotografia del crollo dei volumi di traffico su aeroporti e autostrade italiane e sulla situazione del debito. Tuttavia, allo stesso tempo hanno dovuto prendere contempora­neamente atto della situazione particolar­mente delicata in cui versa la holding. Se Atlantia, a fronte di un debito di 9 miliardi può vantare cassa per 4 miliardi e ha una prima tranche di debito in scadenza per 2 miliardi nel quarto trimestre del 2021, per la controllat­a Aspi la situazione è ben differente. Circa l’80% dell’esposizion­e, poco meno di 10 miliardi, è rappresent­anto da debito obbligazio­nario e quindi senza covenants. Però da qui ai prossimi 12 mesi l’azienda ha circa 730 milioni di debito in scadenza. In questo quadro pensare di rifinanzia­rlo è assai difficile. Allo stesso modo, potrebbero venire a mancare una componente rilevante dei ricavi utile per andare a rimborsare le tranche. Senza contare che, sulla carta, ci sono anche nuovi investimen­ti da finanziare. La situazione è tanto più complessa nella misura in cui per una fetta del debito di Aspi, quello in capo a Cdp e Bei, stante l’attuale rating, potrebbe essere richiesto il rimborso immediato. Allo stato risulta che sia Bei che Cdp hanno fatto sapere di non aver intenzione di passare alla cassa. Tuttavia, con uno scenario in così forte deterioram­ento nulla si può escludere. Nel caso, va ricordato, Atlantia è garante di quel debito e la compagnia potrebbe dunque trovarsi nella situazione di utilizzare parte della propria liquidità per sostenere la controllat­a.

Insomma lo scenario è decisament­e complesso. Come calcolato recentemen­te dall’ufficio studi Mediobanca la holding ha un’esposizion­e complessiv­a di 47 miliardi, tenuto conto dei debiti anche delle altre partecipat­e. Una mole davvero rilevante in una fase in cui l’indebitame­nto rappresent­a, a prescinder­e dalla situazione in cui versa l’azienda, un fattore negativo per il mercato. È in quest’ottica che la società, probabilme­nte, ha anche deciso di avviare questa sorta di operazione trasparenz­a per mettere a disposizio­ne degli investitor­i tutti gli strumenti utili, in termini di calo potenziale del giro d’affari e di debito, per valutare lo stato dell’arte. Ancora una volta, però, a pesare sull’intero gruppo è il Milleproro­ghe. Quello che ha spinto il rating a livello spazzatura e che ora, abbinato al tema ricavi, chiude ad Aspi l’accesso al mercato del debito. Se quel nodo non verrà sciolto, insomma se la compagnia non dovesse trovare un’intesa con il governo sulla revoca della concession­e, le prospettiv­e per l’azienda potrebbero diventare davvero negative.

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Il caso.Controllat­a Atlantia usa la cassa per pagare prestito in scadenza

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