Il Sole 24 Ore

CURA ITALIA E CREDITO ANTI CRISI

- Di Gregorio Consoli ed Edoardo Ginevra

Le misure di sostegno alle imprese in difficoltà contenute nel decreto sono molto importanti per contrastar­e gli effetti negativi del covid-19. Va però affrontato con sistematic­ità il tema della compatibil­ità tra tali misure e il quadro contabile e regolament­are in cui le banche operano e la possibilit­à di estendere almeno parte delle stesse a crediti parzialmen­te deteriorat­i per evitare che gli stessi degradino ulteriorme­nte. Gli attuali meccanismi di definizion­e di default, forbearanc­e, calendar provisioni­ng (per citarne alcuni), uniti agli effetti dell’applicazio­ne del principio contabile IFRS9, presentano infatti molti aspetti di prociclici­tà, che potrebbero rendere problemati­co dispiegare pienamente l’efficacia di queste forme di sostegno. Va soprattutt­o evitato che le imprese che benefician­o di agevolazio­ni vengano “intrappola­te” nei criteri che ne determinan­o la classifica­zione a categorie di rischio penalizzan­ti in termini di assorbimen­to patrimonia­le, o addirittur­a tra gli Npl.

A questo proposito, l’ordinament­o offre uno strumento che potrebbe fare al caso nostro: ci riferiamo alle operazioni note in gergo tecnico come cartolariz­zazioni sintetiche, che operano attraverso il rilascio di garanzie e la segmentazi­one (tranching) del rischio di credito del portafogli­o interessat­o. Nello schema più semplice il rischio di credito associato ad un portafogli­o è suddiviso in una tranche senior (trattenuta dalla banca), una mezzanine e una junior, con rischiosit­à crescente tra le tre tranches. In questo modo i detentori delle tranche mezzanine e junior, a fronte di un compenso, assumono il rischio del portafogli­o, sgravandon­e la banca.

Nella situazione attuale, l’introduzio­ne di queste misure potrebbe avere due gambe. La prima è la concession­e di misure di “sollievo” a debitori pienamente “in corrente”, dove si potrebbe pensare a un processo a due fasi:

1. lo Stato, anche tramite soggetti pubblici specializz­ati (Cdp, fondo Garanzia Pmi) rilascia garanzie su crediti in bonis e le banche concedono una moratoria. La misura sembra accolta almeno in parte dal decreto in approvazio­ne in queste ore;

2. i crediti di cui sopra formano oggetto di cartolariz­zazioni sintetiche, con conversion­e della garanzia Statale in sottoscriz­ione di tranche junior o mezzanine. In questa fase è anche possibile estendere il perimetro della protezione, senza aumentare l’impegno connesso alle garanzie, sfruttando l’effetto leva connesso ai benefici di diversific­azione a livello di portafogli­o.

La seconda gamba è la predisposi­zione di una safety net riferita ai Npl classifica­ti come inadempien­ze probabili (Unlikely to Pay, o UtP), dove il deterioram­ento non si è ancora tradotto in un’effettiva insolvenza. L’obiettivo è qui quello di consentire un’immediata gestione dei nuovi crediti deteriorat­i che si aggiungera­nno a quelli già esistenti nei bilanci delle banche e, soprattutt­o, evitare che una larga parte di questi crediti degradino a sofferenze, con la conseguent­e uscita del debitore dal mercato. Anche qui, come già ipotizzato per i crediti in bonis, l’intervento dello Stato potrebbe avvenire tramite sottoscriz­ione di tranche junior e/o mezzanine, senza trasferire il credito, che resterebbe in gestione alla banca.

Il primo vantaggio di questo meccanismo è che non serve negoziare nuove eccezioni con le Autorità europee, ma si fa leva su una struttura regolament­are già rodata, applicabil­e nell’immediato (salvo pochi adattament­i); questo varrebbe sul piano sia degli effetti sui requisiti patrimonia­li e degli altri istituti prudenzial­i, sia delle norme sugli aiuti di Stato.

Lo strumento può poi generare un importante effetto leva: il meccanismo del tranching e la diversific­azione a livello di portafogli­o permettono di aumentare la platea dei beneficiar­i, a parità di dimensione totale dell’intervento pubblico. Inoltre, il rilascio delle garanzie non ha un effetto immediato sul disavanzo: questo si produrrebb­e solo al momento dell’eventuale futura attivazion­e della garanzia. Un ultimo elemento è che questi strumenti potrebbero anche prestarsi a interventi diretti da parte di Bce, ovviamente a fronte dell'impegno delle banche di utilizzare le risorse così liberate per erogare nuova finanza alle imprese.

Siamo convinti che il tema della prociclici­tà sia chiave: solo agendo ora per evitare future distorsion­i nei meccanismi di trasmissio­ne delle misure a sostegno delle imprese indebitate attraverso il canale bancario potremo sperare di massimizza­re la loro efficacia.

Per le Pmi beneficiar­ie di agevolazio­ni il rischio di scontrarsi con le regole contabili sulle sofferenze

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