Tlc, corsa contro il tempo per il salvataggio di Italtel
Per la controllata di Exprivia assemblea il 31 marzo o 15 aprile per ricapitalizzare Pesa il nodo indebitamento che si attesta sui 157 milioni Nel 2019 ricavi a -19%
È corsa contro il tempo per il salvataggio di Italtel, storica società delle tlc controllata da Exprivia (81%) e partecipata da Cisco (19%). È stata fissata il 31 marzo in prima convocazione e il 15 aprile in seconda l’assemblea indetta ai sensi e per gli effetti dell’articolo 2447 cc.
Un’assemblea, dunque, dettata dalla riduzione del capitale che per perdite e svalutazioni è sceso al di sotto del minimo legale. E quella di fine marzo o metà aprile è una chiamata che segue quella già andata a vuoto a metà febbraio.
Nei numeri diffusi dalla controllante Exprivia c’è tutta l’evidenza algebrica delle difficoltà di una Italtel che ha fatto la storia delle tlc. Nata nel 1921 dalla Siemens per produrre telefoni, ebbe il suo periodo di massimo splendore negli anni 80 sotto la guida di Marisa Bellisario. Poi negli anni Novanta l’inizio del periodo turbolento, con una girandola di proprietà e di manager culminata nel mancato sbarco a Piazza Affari. L’eredità di quella fase di instabilità sta nella zavorra debitoria figlia della scalata a leva che ha visto Telecom cedere il controllo a una cordata che aveva in maggioranza il fondo Dubilier. Ora l’indebitamento bancario si attesta sui 157 milioni di euro.
La nota di Exprivia, quotata attiva nel settore It e guidata da Domenico Favuzzi (che della controllata tlc è presidente), segnala che il 2019 per Italtel si è chiuso con un calo del 19,3% a 375,9 milioni di euro. In flessione anche l’ebitda, sceso a 15,5 milioni (con effetto positivo dall’applicazione del nuovo Ifrs 16 per circa 5,3 milioni), rispetto ai 26 milioni del 2018. La posizione finanziaria netta è andata a -182,5 milioni (-165,3 al netto dell’effetto del nuovo Ifrs 16 rispetto a -168,9 milioni del 31 dicembre 2018). Numeri che stridono rispetto ai segni più della controllante: ricavi su del 4,9% a 169,3 milioni; Ebitda a 18,8 milioni (con effetto positivo dall’applicazione del nuovo Ifrs 16 per 2,5 milioni) rispetto a 15,9 del 2018 e posizione finanziaria netta a -42,9 milioni (-36,4 al netto dell’effetto del nuovo Ifrs 16 rispetto a -45,8 del 2018).
Il Cda di Exprivia ha così differito l’approvazione della Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2019 «a nuova riunione da tenersi successivamente all’assemblea degli azionisti di Italtel S.p.A».
Sulla situazione di Italtel, guidata da un manager di lungo corso come Stefano Pileri, pesa il momento no per le tlc, con i tre principali committenti – Tim, Open Fiber e la spagnola Telefonica – che hanno frenato quanto a valore delle commesse. Più che la gestione – portata giù da elementi congiunturali, ma le cui prospettive sono legate all’andamento che per il settore tlc nei prossimi mesi potrebbe portare affari e commesse da 5g e nuove reti – a tenere sulle spine la società tlc specializzata in routing delle reti, edge computing, core network e automazione industriale, è il fardello del debito. Alla soluzione del problema stanno lavorando l’azienda, la controllante e gli istituti di credito.
Quel che è certo è che non può esserci un nuovo rinvio dell’assemblea. L'alternativa è quella di un avvio di pre-concordato per guadagnare altri 60-120 giorni resi forse necessari dal rallentamento che inevitabilmente ha portato con sé l’emergenza coronavirus. Al momento però gli occhi sono puntati alle prossime scadenze. E alle mosse di Exprivia. «Per noi – dice il numero uno Exprivia al Sole 24 Ore – la priorità è puntare a portare avanti il progetto industriale che ci vede impegnati con Italtel». Sulla situazione ha inciso negativamente «il rallentamento dovuto all’emergenza coronavirus, che ritardato i tempi sulla messa a punto di soluzioni su cui si sta lavorando». Certo, in estrema sintesi la scelta primaria è quella di capire se Exprivia è disponibile a ricapitalizzare. In alternativa la società pugliese sarebbe disponibile a cedere il passo in tutto o in parte facendo entrare altri soggetti? «Non è un tema all’ordine del giorno – replica Favuzzi – ma non siamo pregiudizialmente contrari».