Il Sole 24 Ore

Johnson senza strategie precise Ora consiglia misure drastiche

Il premier britannico criticato per l’inadeguate­zza dei primi provvedime­nti In aumento i decessi, cresce la preoccupaz­ione per la tenuta della sanità

- Nicol Degli Innocenti

Boris Johnson cambia tono. Il premier britannico, subissato di critiche per l’atteggiame­nto fatalista sull’emergenza coronaviru­s, ieri ha annunciato una nuova strategia più incisiva e ha ammesso che servono «misure drastiche» per contenere i contagi.

«Dobbiamo andare oltre - ha detto Johnson nella prima conferenza stampa quotidiana per aggiornare la popolazion­e sulla crisi -. Ci stiamo avvicinand­o alla parte più rapida della traiettori­a ascendente e i casi potrebbero raddoppiar­e ogni due o tre settimane».

Secondo l’ultimo aggiorname­nto del ministero della Sanità i morti sono 55 e i casi confermati 1.543. Il bilancio resta meno grave nel Regno Unito che in altri Paesi europei, ma i numeri sono più bassi anche perché vengono fatti test solo a persone con sintomi gravi del virus, considerat­e a rischio. Le stesse autorità sanitarie ritengono che il numero di persone infette sia molto più elevato e possa superare quota diecimila.

Londra è l’epicentro dell’emergenza in Gran Bretagna, ha affermato il premier, invitando gli abitanti della capitale a essere i primi ad adottare una serie di misure volontarie ma “consigliat­e” dal Governo. I cittadini sono invitati a tenersi a distanza dalle altre persone, a evitare viaggi e spostament­i non essenziali, a non frequentar­e luoghi affollati come pub, bar, teatri e cinema e a lavorare da casa se possibile.

Agli anziani sopra i 70 anni – parlamenta­ri e Pari del Regno compresi, ha precisato Johnson - viene chiesto di auto-isolarsi il più possibile, anche per 12 settimane nel caso di persone malate o con problemi di salute. «Queste misure possono essere considerat­e eccessive, ma le riteniamo necessarie - ha detto Johnson -. Dobbiamo agire quando gli interventi sono più efficaci nel ridurre il contagio e il numero di decessi».

Il Governo britannico sta prendendo più sul serio l’emergenza, ma continua a seguire una strada diversa da quella di molti Paesi europei. Quelle annunciate ieri non sono misure coercitive ma “consigli” di Londra ai cittadini. Non ci sono direttive dall’alto di proibire eventi di massa come spettacoli e concerti o di chiudere bar, ristoranti e scuole. Johnson resta convinto che misure troppo draconiane e restrittiv­e siano insostenib­ili sul lungo termine e preferisce affidarsi alla buona volontà e al buon senso della gente. Il premier ha detto che il governo ha il potere di imporre sanzioni, ma che il Regno Unito «è una democrazia matura» con cittadini che «capiscono i consigli che vengono loro dati».

Il cambio di tono di ieri rappresent­a comunque un’ammissione della gravità della situazione in contrasto con l’atteggiame­nto di pochi giorni fa, quando Johnson si era limitato a dire alla gente di lavarsi spesso le mani e di auto-isolarsi se avevano sintomi gravi. È anche sparito il termine “immunità di massa”, che la settimana scorsa era stato indicato dal governo come obiettivo da raggiunger­e tramite la diffusione del contagio nella popolazion­e britannica, che avrebbe portato inevitabil­mente a numerosi decessi. Il premier era stato criticato per avere avvertito le famiglie britannich­e di prepararsi a vedere «molti dei loro cari morire prima che sia giunta la loro ora».

Il Gruppo di consulenza scientific­a per le emergenze britannico aveva subito chiesto misure aggiuntive in tempi brevi per rallentare la diffusione del contagio. Secondo gli esperti il tasso di accelerazi­one del contagio indica che la Gran Bretagna è tre settimane indietro rispetto all’Italia.

Mentre il Paese si prepara ad affrontare una situazione in rapida evoluzione, aumentano i timori sulla capacità del servizio sanitario nazi on al e(Nhs) di gestire l’emergenza.Il ministero della Sanità ieri ha chiesto a tutte le fabbriche in grado di produrre ventilator­i polmonari di dedicarsi solo a questo nelle prossime settimane per evitare carenze quando il contagio si sarà diffuso.Un appello diretto è stato fatto a società come Honda, Rolls Royce e Ford. La Gran Bretagna possiede solo cinquemila ventilator­i polmonari,numero considerat­o del tutto insufficie­nte.

Il governo ha anche fatto sapere che se non ci saranno abbastanza letti negli ospedali pubblici intende “espropriar­e” in via temporanea le cliniche private per curare le persone infette. Anche gli alberghi potrebbero essere trasformat­i in ospedali di emergenza.

Le previsioni di una crescita del Pil dell’1,1% nel 2020 andranno riviste, ha ammesso Johnson. Il coronaviru­s sarà un colpo grave ma temporaneo per l’economia britannica, che «rimbalzerà alla grande».

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Dimostrant­i a Downing Street protestano contro la linea del governo Johnson contro il coronaviru­s
Fermatelo. Dimostrant­i a Downing Street protestano contro la linea del governo Johnson contro il coronaviru­s

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