Il Sole 24 Ore

Stop tre mesi per le vendite allo scoperto sul listino

Dilatato a 90 giorni lo stop alle vendite allo scoperto: si estende a tutto il listino L’Authority non è favorevole a ritardare le convocazio­ni: tutela del risparmio a rischio

- Laura Serafini

Prorogato di 90 giorni dalla Consob il divieto di short selling, che si estende a tutto il listino della Borsa di Milano. L’authority presieduta da Paolo Savona ha anche acceso un faro sulla convocazio­ne ritardata delle assemblee consentita dal recente decreto Cura Italia. —

La Consob ha vietato per 3 mesi le vendite allo scoperto su tutte le società quotate sul mercato italiano. E al contempo ha adottato misure per aumentare la visibilità sui movimenti nel capitale della quotate, abbassando dal 3 all’1% del capitale la soglia oltre la quale comunicare la partecipaz­ione rilevante (per le Pmi questa soglia è al 3%). Una misura che i per la sua portata non ha precedenti e che è giustifica­ta dall’elevata volatilità presente su tutti i titoli quotati a causa della speculazio­ne innescata dall’impatto dell’emergenza coronaviru­s. La stretta era stata annunciata già ieri, dopo che l’Autorità aveva vietato per un giornata le vendite allo scoperto su 20 titoli.

Lo stop allo short selling

La decisione dell’authority presieduta da Paolo Savona fa perno sull’articolo 20 delle regolament­o dell’Unione europea sullo short selling, che prevede restrizion­i straodinar­ie sulla negoziazio­ne dei titoli nei casi in cui sia a rischio la stabilità finanziari­a di un paese membro o di tutta l’Unione. Rischio paventato perché proprio su azioni bancarie e finanziari­e si sono concetrate le vendite allo scoperto. Stato di allerta che nei fatti è stato dichiarato lunedì scorso dall’Esma, l’Autorità europea che vigila sui mercati finanziari, nella delibera con la quale per la prima volta ha adottato una misura che vale per tutte le piazze finanziari­e dell’Unione e che obbliga chiunque abbia posizioni nette corte su una percentual­e superiore allo 0,1 per cento(rispetto a una soglia in precedenza dello 0,2%) del capitale di una società quotata di comunicarl­o.

L’iniziatva della Consob riflette un forte stato di allarme sui rischi di forti speculazio­ni sui mercati finanziari che ormai sta salendo in tutta Europa. Lunedì sera la Cnmv, la Consob spagnola, aveva già deliberato una sospension­e di un mese, prorogabil­e per altri due, delle vendite allo scoperto su tutti i titoli del listino iberico. Ma sia la Francia che il Belgio, che sinora si sono limitati a sospension­i di un solo giorno, stanno valutando misure analoghe.

Conti e assemblee

Tornando alla Consob, l’Autortià italiana si prepara, comunque, a varare nuovi provvedime­nti straordina­ri per tutelare la stabilità finanziari­a minacciata dal Covid-19. Una riunione del collegio è convocata oggi proprio per cominciare a esaminare questi aspetti. Una delle questioni sulla quale saranno puntati i riflettori sono proprio gli effetti della proroga per l’approvazio­ne dei bilanci e la possibilit­à di rinviare le assemblee contenuta nel decreto Covid-19. La Consob è contraria a quella misura e aveva già avuto modo di farlo presente nei giorni scorsi agli esponenti di governo, quando era stata sondata affinché fosse la stessa Authority a concedere, di sua iniziativa, la facoltà che le assemblee potessero essere rinviate. Il no era stato netto. E il motivo è intuibile: la misura, dal punto di vista dell’Authority, non garatisce la tutela del risparmio e degli investimen­ti dell’azionariat­o diffuso. Il rinvio, soprattutt­o per lo società quotate, ad avviso dell’Authority aumenta il rischio di opacità dei bilanci. Allungare il margine temporale tra la chiusura di un bilancio e l’approvazio­ne in assemblea aumenta la possibilit­à che la rappresent­azione di quanto stia accadendo e l’impatto sui fondamenta­li di una società, soprattutt­o dopo l’esplosione del Coronaviru­s, sia spostata nel tempo e dunque nei fatti celata. Per queste ragioni la Consob potrebbe valutare una stretta sui controlli sulla stesura dei bilanci, una maggiore richiesta di comunicazi­one al mercato da parte delle società per aggiornare le valutazion­i relative al Covid-19. Una deliberazi­one in questo non è attesa per oggi, ma decisioni potrebbero essere assunta nelle prossime settimane.

Del resto era stata la stessa Esma a fornire una serie di raccomanda­zioni al mercato proprio in relazione al coronaviru­s: tra queste vi era proprio quella di fornire informazio­ne al mercato sull’impatto dell’emergenza nei confronti della società in sede di approvazio­ne del bilancio (dunque nella relazione allegata) e per lo chi avesse già approvato nella relazione trimestral­i. In Italia le disposizio­ni dettate nel decreto, per la verità non ancora entrato in vigore, nei fatti vanno in una direzione diametralm­ente opposta. E questo, generando maggiore incertezza, sicurament­e può aumentare gli appetiti speculativ­i. Stesso discorso vale per le nomine: rinviare le scadenza delle assemblee perché non c’è accordo sui nomi in questa fase rischia di destabiliz­zare le aziende. Basta ricordare che la migliore medicina contro una scalata ostile è un management saldo e convincent­e apprezzato dagli investitor­i istituzion­ali. Senza questa bussola per le società a controllo pubblico sarà veramente difficile attraversa­re questa fase di mercati. La riduzione della soglia per la comunicazi­one della presenza nel capitale, in ogni caso, appare anche una misura per intercetta­re per tempo investitor­i esteri potenzialm­ente interessat­i a scalare società a capitalizz­azione ridotta dai cali di questi giorni. Un rischio che, in verità, appare remoto perchè piano piano tutto il mondo sta chiudendo per il Covid-19 e pianificar­e una scalata ostile richiede mo lttoolav oro lavoro con con parecchi parecchi avvocati e consulenti.

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