La Francia difende le imprese Le Maire: pronti a nazionalizzare
In Italia Opa amichevole da 240 milioni di Agc (Giappone) su Molmed
In Francia scudo a difesa delle imprese in difficoltà e a rischio scalata. Il ministro dell’Economia, Le Maire, annuncia un pacchetto di 45 miliardi utilizzabili anche per nazionalizzazioni. In Italia Opa dei giapponesi di Agc su Molmed di cui Fininvest è primo azionista. —
La Francia va in guerra, anche sul fronte economico. Il ministro dell’Economia Bruno Le Maire ha annunciato ieri che la nuova legge finanziaria – che sarà annunciata prestissimo – prevederà anche 45 miliardi di aiuti per le imprese che in caso di grandi difficoltà potranno anche essere nazionalizzate.
Il governo di Edouard Philippe si prepara infatti a uno scenario forse non estremo ma sicuramente cupo, privo dell’autocompiacimento mostrato da altri Paesi. La nuova finanziaria si baserà su una previsione «provvisoria» per l’andamento del pil, nel 2020, pari al -1%: una recessione piena, dunque, contro la stima di una crescita dell’1,3% finora considerata come lo scenario di base per la manovra fiscale. Lo sforzo per sostenere il settore sanitario – che in Francia ha un’elevata qualità ma soffre comunque di risorse limitate anche tenuto conto della vastità del territorio (quasi il doppio di quello italiano – e per permettere alle imprese di superare la crisi potrebbe facilmente portare, insieme alla flessione del prodotto interno lordo, a un debito pubblico di nuovo superiore al 100 per cento, dall’attuale 99,3% (secondo i dati Fmi) e un deficit al 3,9% dal 2,2% inizialmente previsto.
«Siamo in guerra», ha detto lunedì sera il presidente della Repubblica Emmanuel Macron. «C’è anche una guerra economica e finanziaria», gli ha fatto eco ieri Le Maire. «Sarà dura, sarà violenta e deve mobilitare tutte le nostre forze nazionali, europee e del G-7», ha aggiunto. L’idea di fondo è che la crisi economica durerà più a lungo dell’epidemia. «La guerra sanitaria, spero che duri settimane. La guerra economica e finanziaria è una questione di mesi. Occorrerà tempo per far ripartire l’economia, per ridarle tutta la sua potenza».
Il governo valuta il suo sforzo in 45 miliardi. Di questi, 32 saranno destinati a permettere questo mese il rinvio, o la cancellazione, di oneri sociali e fiscali, già previsti da alcuni giorni. Lo chômage partiel, simile alla cassa integrazione, assorbirà in due mesi 8,5 miliardi di euro.
Altri due miliardi sono destinati a un fondo di solidarietà per sostenere i lavoratori autonomi e le imprese costrette alla chiusura, nel settore del turismo, della ristorazione e del commercio non alimentare che abbiano perso tra marzo 2020 e marzo 2019 il 70% del giro d’affari, purché questo non superi il milione di euro. A queste imprese e a questi lavoratori sarà versato, subito, un contributo di 1.500 euro. Per le aziende a rischio di fallimento sono previsti altre forme di sostegno finanziario.
Il governo, ha aggiunto Le Maire, utilizzerà «tutti gli strumenti a disposizione»; compreso l'acquisto di partecipazioni: «Potrà avvenire attraverso una ricapitalizzazione o un acquisto di partecipazioni. Posso anche usare la parola nazionalizzazione, se necessario», ha detto Le Maire. L’obiettivo, ha poi spiegato il presidente del Consiglio Edouard Philippe è evitare che le imprese fondamentali per il tessuto produttivo francese «scompaiano». Le Maire ha comunque voluto rassicurare sulla solidità delle banche francesi: «Sono attaccate su tutti i mercati, ma sono molto solide».
Il governo presenterà presto i provvedimenti per dare applicazione a tutte le misure annunciate da Macron lunedì sera. È prevista la garanzia dello Stato per il valore di 300 miliardi anche attraverso BpiFrance, la Banca d’investimento francese, che potrà fornire linee di tesoreria bancarie per le imprese in difficoltà. Il versamento degli oneri sociali e fiscali - come il pagamento di bollette e affitti - saranno rinviati e, in alcune situazioni più difficili, valutate singolarmente, si potranno decidere rimborsi fiscali. Il Governo e la Banca di Francia faciliteranno inoltre una rinegoziazione con le banche per ristrutturare le scadenze del debito.