La perdita di sovranità frena l’intervento del salva Stati
Resta inutilizzata la linea di credito precauzionale a condizioni rafforzate
Tanto più aumenta il rendimento dei BTp e il differenziale tra BTp-Bund, che anche ieri ha chiuso in rialzo portandosi a 285 punti base a un soffio da una prima soglia psicologica di 300 punti, e tanto più i mercati si arrovellano sugli attrezzi a disposizione degli Stati membri dell’Eurozona per contenere un rialzo temporaneo mm a a pericoloso pericoloso dello dello spread, spread, come come quello innescabile dalle ripercussioni del coronavirus sui conti pubblici e sull’economia.
Per Bruxelles, lo strumento principe anti-spread c’è ed è complementare a agli g li interventi della Bce Bce, , mirati a bloccare la frammentazione dei mercati ai danni della trasmissione della politica monetaria: si tratta della linea di credito precauzionale a condizioni rafforzate, la cosiddetta Eccl, concessa dal Mes, il Meccanismo europeo di stabilità.
Nessuno Stato nell’area dell’euro, che in passato ha rischiato di perdere l’accesso al mercato, è ricorso a questo prestito d’emergenza, che può durare un solo anno oppure due, con due proroghe di sei mesi: c’è, sì, ma è inutilizzato. Segno che non funziona: la crisi innescata dalla pandemia ha riaperto il dibattito su come modificare la Eccl per renderla più accessibile.
Il tallone di Achille della linea di credito rafforzata è la condizionalità, perno della procedura di richiesta e messa in atto. Questo strumento è stato concepito in alternativa al programma di aiuto pieno, per essere più snello, di durata più breve, di utilizzo più immediato. Ma la Eccl impone allo Stato in difficoltà lo “stigma” della condizionalità (seguito da una supervisione rafforzata post firma), sia pur meno pesante del corposo Memorandum of understanding che accompagna il programma di aggiustamento macroeconomico al quale hanno fatto ricorso Irlanda, Portogallo, Grecia e Cipro. Per accedere alla Eccl, uno Stato deve avere inoltre un debito sostenibile e necessità di rifinanziamento ben individuabili, deve essere solido economicamente e impegnarsi a rispettare gli impegni futuri della condizionalità.
La Eccl resta al tempo stesso uno strumento decisivo perché è l’anticamera delle Omt, cioè si può richiedere e tenere pronta per poter attivare le operazioni monetarie, quelle del «whatever it takes» di Mario Draghi, evitando di entrare in un programma pieno. La Eccl è dunque decisamente più importante rispetto all’altra linea di credito che il Mes mette a disposizione, la Pccl che, in base alla recente riforma nel cassetto, avrebbe perso del tutto la condizionalità, ma non sarebbe servita per le Omt.
In teoria, per domare le fiammate temporanee della speculazione, Bruxelles e gli Stati membri “core” sono stati convinti finora che un Paese nel mirino dei mercati deve chiedere ed ottenere la Eccl, senza neppure utilizzarla. Sottoponendosi però all’onta della condizionalità, che non piace a nessun partito.
Lucas Guttenberg, vice direttore del Jacques Delors Centre, assieme a Johannes Hemker, consulente del Governo regionale di Berlino, hanno proposto una soluzione all’impasse sulle Eccl, per adattarle all’emergenza coronavirus: togliere la condizionalità per rendere questo strumento una “rete di sicurezza” per le maximisure di stimolo e la maggiore spesa pubblica degli Stati . Il coro delle voci contro la condizionalità, e l’umiliazione della perdita di sovranità che comportano le Eccl per Stati già piegati dalla pandemia, si fa sempre più forte. La condizionalità delle Eccl traballa, per via dell’emergenza in atto, ma nel sopprimerla dovrebbe estendersi a quella delle Omt: la Bce finora ha fatto della condizionalità delle Eccl e delle Omt un prerequisito fondamentale per attivare gli acquisti di titoli di Stato tra uno a tre anni di un singolo Paese in difficoltà sul mercato secondario da parte dell’Eurosistema, mentre il Mes acquista altri titoli sul primario, in asta.
Si fa largo l’ipotesi di rivedere lo strumento per renderlo più flessibile e quindi utilizzabile