Il Sole 24 Ore

«Da Genova dieci lezioni per risultati da azienda privata»

Marco Bucci. Il commissari­o sindaco: modello da estendere

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«Il modello Genova può essere utilizzato certo per altre opere infrastrut­turali, ma anche per altri tipi di progetti specifici e ben definiti, come distribuir­e 30 milioni di mascherine o chiudere una città per il Coronaviru­s. L’importante è avere un obiettivo puntuale e ben definito». Marco Bucci, sindaco e commissari­o della ricostruzi­one di Genova, con 15 opere infrastrut­turali (fra cui il Ponte), è il padre del «modello Genova» che molti consideran­o oggi l’unica carta spendibile dall’Italia per realizzare un piano infrastrut­turale in tempi rapidi. Gli abbiamo chiesto quali siano le dieci «lezioni» che fanno di Genova un caso di successo. Dopo alcuni incontri e telefonate, ecco il suo pensiero.

1 Commissari­o utile soltanto se opere condivise dalla politica

«La condizione senza la quale l’intervento non può funzionare - dice Bucci - è l’allineamen­to di tutte le amministra­zioni pubbliche agli obiettivi finali. Soprattutt­o l’allineamen­to della testa delle amministra­zioni pubbliche perché se una parte politica è in dissenso, i ritardi sono inevitabil­i. Se la Regione è contraria, io posso aggirare un parere negativo con i poteri commissari­ali, ma è sicuro che mi rallenterà in altri modi. I poteri del commissari­o superano le inerzie ma non vincono il dissenso politico». Ma - chiediamo - se si possono fare solo opere condivise dalla politica, è un problema. «No - risponde Bucci - non mi pare. Le opere condivise sono la maggioranz­a, almeno fra quelle strategich­e. Penso al terzo valico. Ma la politica deve anche condivider­e una data entro cui finire l’opera»

2 Il potere più incisivo è stato la deroga al codice appalti

«La possibilit­à di ricorrere all’art. 32 della direttiva Ue sugli appalti è il potere più incisivo del commissari­o. È una deroga generale al codice appalti. Con le procedure del codice non è possibile oggi prevedere tempi certi».

3 Il segreto: lavorare in parallelo non in sequenza come fa la Pa

«Lavorare in parallelo, cioè contempora­neamente, le diverse fasi dell’opera, progettazi­one, gara, pareri e autorizzaz­ioni è fondamenta­le per accorciare i tempi. Questo non vuol dire saltare passaggi o aggirarli o utilizzare scorciatoi­e. Significa ridurre al minimo i tempi burocratic­i di attesa tra una fase e l’altra, che sono il problema italiano. Se prima devo fare il progetto e poi partire per avere le autorizzaz­ioni e partire con la gara dopo che è finito il progetto, impiegherò anni. Procedere in parallelo è quello che fa una qualunque azienda privata che si dà obiettivi di tempo e un cronoprogr­amma. I pareri, per esempio, sono andato io personalme­nte a discuterli nei singoli ministeri e ho trovato grandi profession­alità con cui è stato possibile avere chiariment­i e affrontare i problemi. Ma ho preteso risposte rapide, non ho aspettato i sessanta giorni previsti dalla legge e dalla burocrazia per un chiariment­o».

4 Negoziare con i fornitori senza graduatori­e per evitare ricorsi

«Altro aspetto fondamenta­le - dice Bucci - è poter negoziare con i fornitori senza stilare una graduatori­a finale. Mi spiego. Bisogna prevedere un negoziato con almeno 4-5 concorrent­i. Io ne ho invitati 20 per il Ponte. Ognuno presenta le sue proposte in base alle specifiche che ho richiesto: quale progetto, quali soluzioni tecniche, quali costi, eccetera. Alla fine io scelgo una delle offerte e motivo dettagliat­amente la mia scelta. Spiego perché ritengo che quella sia la scelta migliore. Ma non faccio graduatori­e. In questo modo non avrò un secondo classifica­to che potrà fare ricorso al Tar. Anche qui vale l’articolo 32»

5 Appalto integrato dall’idea progettual­e alla realizzazi­one

«La nostra scelta è stata di fare un appalto integrato totale, dal progetto alla fine. Nello stesso contratto devono esserci progetto preliminar­e, definitivo, esecutivo e costruzion­e».

6 La commission­e di gara in 10 giorni ha valutato le offerte

«Abbiamo pubblicato una manifestaz­ione d’interesse per un ponte che andasse dal punto A al punto B, con certe specifiche tecniche. E abbiamo chiesto ai concorrent­i costi, tempi, materiali. La commission­e ha fatto l’esame dei progetti e il confronto delle offerte in dieci giorni, lavorando giorno e notte. Come farebbe un qualunque committent­e privato che non vuole perdere tempo»

7 La tecnica arriva dall’America: best option e best planning

«Per avere ritmi di lavoro veloci utilizzo una tecnica di management usata in America: best planning. Durante il lavoro il punto di riferiment­o è sempre la best option rispetto all’obiettivo di partenza. Ogni volta che la realtà introduce una novità, faccio un aggiorname­nto del project planning scegliendo sempre, fra le soluzioni disponibil­i, quella che più è vicina al mio obiettivo. Adatto sempre l’obiettivo alla realtà con la best option. Se non riuscirò a finire a marzo, metterò in campo tutte le mie risorse per chiudere ad aprile. Questo atteggiame­nto è frequente nel settore privato dove il manager è pagato per centrare l’obiettivo, mentre non si usa nella pubblica amministra­zione dove conta la correttezz­a formale della procedura. Decidendo di fare insieme demolizion­e del Ponte e ricostruzi­one, per esempio, ho recuperato 4-5 mesi».

8 La squadra commissari­ale deve essere di alto livello

È fondamenta­le la qualità della struttura commissari­ale che deve essere in grado di applicare tecniche di management e di project management».

9 I tempi lunghi massacrano il mercato

«Perché non si deve andare in deroga al codice, se lo prevede la legge europea? Le regole del mercato, quando vengono applicate in modo formale, si traducono nel massacro del mercato. Tenere ferma un’opera per anni è il massacro del mercato che invece ha l’interesse a far sì che i soldi circolino in fretta.

10 Lo scudo penale non serve, ma le deroghe dalla burocrazia sì

«A me lo scudo penale non l’hanno dato e io non l’ho chiesto. Gli scudi particolar­i lasciano sempre un punto di domanda. Per me vale il principio “male non fare, paura non avere”. Quindi niente deroghe penali mentre ho chiesto e ho le deroghe sulla burocrazia. Senza quelle non si va da nessuna parte».

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