Alitalia, apertura di Bruxelles: «Settore in crisi, sì allo Stato»
L’Ue: «Le regole consentono di dare aiuti per compensare danni eccezionali»
Atteso il testo del decreto per capire la dotazione prevista: ipotesi 600 milioni
Da Bruxelles c’è un’apertura a interventi dello Stato a favore di Alitalia, che il governo si accinge a nazionalizzare con la creazione di una nuova società, controllata dal ministero dell’Economia o da una società «a prevalente partecipazione pubblica».
«La Commissione Ue è molto consapevole della situazione difficile del settore aereo e Alitalia, come altre, è e sarà fortemente colpita dalla situazione», ha detto un portavoce di Bruxelles, facendo notare che le regole «consentono agli Stati di dare aiuti per compensare compagnie dei danni causati da circostanze eccezionali, come il Covid-19». Bruxelles «è pronta a lavorare con l’Italia per discutere il sostegno al settore, inclusa l’Alitalia e altre compagnie».
L’atteggiamento zuccheroso di Bruxelles va inquadrato nel problema complessivo del trasporto aereo causato dall’enfasi per l’emergenza sanitaria. Molte compagnie mondiali, perfino la grande Lufthansa e British Airways, hanno chiesto aiuti pubblici. Paradossalmente Alitalia sembra “aiutata”, politicamente, dalle difficoltà causate dal virus che hanno fatto crollare il traffico. I suoi problemi cronici, già acuti prima del virus, non sembrano più un’eccezione. Nel 2019, quando quasi tutte le altre compagnie facevano profitti, Alitalia ha perso 600 milioni di euro.
Con il decreto legge sul Coronavirus il governo ha previsto aiuti per le compagnie. Nella bozza di decreto è stanziato un fondo di 600 milioni che andrebbe in prevalenza ad Alitalia, oltre che ad altre compagnie italiane, tra cui Air Italy. Bisogna attendere il testo finale per avere conferma dello stanziamento che, secondo alcune fonti, potrebbe non essere esplcitata.
La notizia dei 600 milioni (non smentita) ha suscitato proteste di parte dell’opposizione e di Iv. Tuttavia la dimensione dell’intervento su cui ha ragionato il governo è questa. Al Mise, da cui è partita la richiesta al Mef, si è parlato di una dote di un miliardo.
Alla Newco dovrebbe essere affittata l’attività di Alitalia o solo la parte di volo («lotto aviation»), dopo l’«efficientamento» fatto dal commissario Giuseppe Leogrande. Tema al centro dell’incontro in videoconferenza di ieri con sindacati e ministero del Lavoro sulla cigs, che Leogrande ha richiesto fino a 3.960 addetti, dal 24 marzo al 31 ottobre. Un forte incremento rispetto ai 1.020 lavoratori già in cigs, da pochi giorni aumentati a 1.370.
L’incontro è stato snobbato da Leogrande. I rappresentanti di Alitalia, il capo delle risorse umane Domenico Galasso e il numero due, Claudio Tanilli, secondo alcuni sindacalisti «non hanno escluso la possibilità di chiedere un ulteriore aumento dei lavoratori interessati» alla cigs.
I sindacati sono contrari, ma consapevoli della grave situazione. Alitalia sta facendo meno di 100 voli al giorno rispetto ai consueti 400. Sta facendo molti voli speciali organizzati insieme alla Farnesina per il rimpatrio di italiani da molti paesi. Intorno a questo si è creato un clima da compagnia «di bandiera». Il video-incontro è stato aggiornato al 23 marzo. Oggi a mezzanotte scade il termine per i pretendenti a comprare Alitalia o sue parti per inviare le manifestazioni d’interesse a Rothschild.