Il Sole 24 Ore

LIQUIDITÀ, I DETTAGLI DEL DECRETO ORA SARANNO DETERMINAN­TI

- di Giovanni Tria

Il diavolo sta nei dettagli. Ciò giustifica la lunga gestazione del decreto del governo per definire i provvedime­nti di intervento a sostegno delle famiglie e delle imprese colpite dall’emergenza sanitaria. I dettagli riguardano non tanto le somme stanziate, che probabilme­nte dovranno aumentare ancora, quanto piuttosto la rapidità di erogazione effettiva degli aiuti a chi ha subìto perdite, la natura di questi aiuti e la definizion­e attenta dei criteri per l’individuaz­ione di chi dovrà riceverli e in che misura. L’impatto economico, oltre che sociale, dell’intervento dipenderà da questi dettagli che, di conseguenz­a, configuran­o la sostanza dell’intervento. Cerchiamo di fare un poco di chiarezza.

Il decreto del governo è complesso, ma dal punto di vista economico gli interventi si possono distinguer­e (a parte quelli di copertura connessi all’emergenza sanitaria) in due categorie: gli interventi di ristoro immediato delle perdite subite dai vari percettori di reddito e gli interventi diretti a far fronte a problemi di liquidità di imprese e famiglie. Appartengo­no alla prima categoria l’estensione della cassa integrazio­ne in deroga e altri sussidi per autonomi e altre categorie. Sono invece interventi sulla liquidità quelli che rimandano i pagamenti di tasse, contributi, rate di mutuo e altre scadenze connesse ai crediti bancari. I provvedime­nti di questa seconda categoria spostano i problemi di liquidità da famiglie e imprese allo Stato o alle banche, le quali a loro volta possono girare il problema a garanzie di Stato. Se il rinvio è breve, lo Stato può far fronte ai problemi temporanei di cassa, altrimenti dovrà approvvigi­onarsi sul mercato con emissioni anticipate, anche se non necessaria­mente addizional­i, di titoli di Stato.

Il rinvio dei pagamenti non significa però che essi siano stati cancellati. E, forse, non basta intervenir­e dal lato della liquidità. Vi sono delle scelte più complesse da compiere e qui entrano in campo i dettagli. Non sappiamo ancora quanto lungo sarà il periodo di arresto dell’economia e quindi il danno economico effettivo in termini di perdita di produzione e di reddito, ma si porrà il problema di come evitare che questo determini una riduzione prolungata di capacità produttiva e quindi una recessione oltre il breve termine. Ciò significa che la decisione politica, e il messaggio conseguent­e deve essere chiaro, riguarda l’opportunit­à e la possibilit­à che lo Stato copra parte delle perdite subite dalle attività economiche per un fattore esogeno come quello determinat­o dal contagio. Non si tratta di un problema solo sociale, ma di minimizzar­e la durata dell’impatto di queste perdite sull’economia.

Se, per chiarire, immaginiam­o per l’anno in corso una contrazion­e del Pil, rispetto al trend senza pandemia, vicina al 3%, ciò vuol dire che vi sarà una contrazion­e complessiv­a di redditi di oltre 50 miliardi. Una parte di questa contrazion­e si traduce in riduzione del gettito fiscale e contributi­vo che, se non accompagna­ta da riduzione della spesa pubblica, implica un ricorso a maggior deficit, seppur una tantum nella misura in cui vi sarà un rapido ritorno al trend precedente. Ma la parte restante del “buco” di reddito è bene che rimanga a carico dei “produttori” di reddito (redditi da lavoro, profitti, ecc.) o è bene mettere in campo un aiuto pubblico, cioè una immediata copertura da parte dello Stato, con sostegni “a fondo perduto” per essere chiari, di almeno una parte delle perdite?

Non stiamo parlando qui di interventi di stimolo complessiv­o all’economia, cioè di programmi di investimen­ti pubblici e altri interventi struttural­i necessari alla crescita, sui quali è pur necessario ragionare, ma separatame­nte, anche in sede europea, per far fronte al previsto rallentame­nto dell’economia globale. Ci riferiamo qui a interventi diretti a compensare lo shock una tantum di breve periodo subìto da specifiche categorie di soggetti, perché esso non si rifletta negativame­nte nel prosieguo della loro attività.

Se questa è una descrizion­e, seppur sommaria, dello scenario da affrontare, è evidente che i due problemi essenziali sono: da dove reperire le risorse e come assegnarle rapidament­e. Per ciò che riguarda il primo, dall’Europa ci possiamo aspettare solo che non vengano frapposti ostacoli all’indebitame­nto, e quindi la sostanzial­e sospension­e temporanea delle regole del patto di stabilità. Ciò vuol dire che sarà necessario collocare sul mercato una emissione addizional­e di titoli di Stato il cui ammontare si dovrà avvicinare probabilme­nte ai 50 miliardi. È in grado il mercato di assorbirla senza un impatto ingestibil­e sullo spread? Io penso che l’abbondanza di risparmio, sia in Italia sia nel mondo, lo consenta, ma solo se si sarà molto chiari sulla destinazio­ne vincolata e sulla credibilit­à del carattere una tantum del maggior deficit che si chiede di sottoscriv­ere. Sono state avanzate molte proposte interessan­ti su come disegnare una emissione “straordina­ria” di scopo e importante sarà anche la coerenza dell’azione di stabilizza­zione dei mercati portata avanti dalla Bce.

Ma non meno importante, e di forse maggiore complessit­à tecnica, è il secondo problema: la definizion­e immediata dei criteri rigorosi di assegnazio­ne degli aiuti, se questa sarà la scelta, e al tempo stesso dei canali che consentono la massima rapidità di erogazione effettiva. A questo fine, sono da preferire erogazioni automatich­e da sottoporre poi a verifiche e conguagli. La fatturazio­ne elettronic­a, ad esempio, consente stime di contrazion­e di fatturato e quindi delle perdite potenzialm­ente subite. Sarebbe un problema per chi fino a oggi è riuscito a evadere, ma credo che ce ne potremmo fare una ragione.

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«Il potere delle mappe mentali nella gestione azien aziendale», dale», di Matteo Sa Salvo lvo sar sarà à in edicola per un mese a al l prezzo di € 9,90 più il quotidiano. Tra gli argomenti toccati le mappe mentali come strumento di aiuto nella organizzaz­ione mentale in situazioni di stress emot emotivo, ivo, come far fronte all all’ansia ’ansia organ organizzat­iva izzat iva da lavoro lavoro, , casa e famiglia in una situazione situa zi one di crisi come quella che stiamo viv vivendo. endo.
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