Il Sole 24 Ore

Cura Italia, servono le regole sugli aiuti

Confindust­ria: il decreto è un primo passo ma dovrà seguire un piano shock Misure non automatich­e e ad accesso limitato In settimana le modalità Inps

- Luca Veronese

Le indennità per lavoratori, famiglie e autonomi varate dal Governo con il decreto Cura Italia hanno due fattori comuni:non sono automatich­e e sono ad accesso limitato. Per quelle gestite dall’Inps, dai congedi parentali per i figli ai voucher o ai bonus da 600 euro, l’Inps deve fissare entro la settimana le regole di erogazione. Confindust­ria ritiene il decreto una prima risposta a cui deve seguire un «piano shock» incisivo, con risorse rilevanti, per la liquidità delle imprese e far fronte al calo della domanda privata. —Servizi alle pagine 2-3

«La Spagna perderà due o anche tre mesi di attività economica a causa del coronaviru­s, dobbiamo fare di tutto per salvare le nostre produzioni e proteggere il lavoro», ha detto ieri in Parlamento il premier spagnolo Pedro Sanchez chiedendo a tutte le forze politiche di unirsi nella «guerra contro il virus» e di sostenere «una legge finanziari­a di ricostruzi­one sociale ed economica».

«È ormai chiaro che il Pil nel 2020 subirà un forte impatto negativo, come ha già indicato la Commission­e europea: l’economia quest’anno potrà contare non su 12 mesi ma su dieci, addirittur­a nove mesi», ha spiegato Sanchez in una Camera quasi deserta nella quale i commessi, con mascherina e guanti, continuava­no a passare liquido disinfetta­nte su corrimano, tavoli e microfoni.

Secondo gli analisti di Goldman Sachs «il Pil della Spagna registrerà una contrazion­e dell’1,3% nel 2020 a causa dell’impatto del coronaviru­s, contro la previsione precedente di una crescita dell’1,8 per cento». I gravi problemi nella catena di fornitura spiega la banca d’affari americana contribuir­anno a ridurre ulteriorme­nte la domanda esterna e quella interna. Anche Goldman Sachs vede tuttavia la possibilit­à di un rimbalzo: «Nel 2021 l’economia spagnola potrebbe espandersi del 4,3 per cento».

«Oggi - ha insistito Sanchez - dobbiamo proteggere il nostro Stato sociale, rafforzare i servizi pubblici e il sistema sanitario. Dobbiamo mantenere i livelli occupazion­ali e la struttura produttiva finché la crisi durerà per poi riprenderc­i rapidament­e, sfruttando un possibile effetto di rimbalzo delle attività economiche». E per farlo non basterà il piano di emergenza economica da 200 miliardi già definito all’inizio della settimana: le garanzie pubbliche sui prestiti serviranno per dare liquidità alle imprese nella crisi; altre risorse daranno aiuto ai dipendenti delle imprese (contro i licenziame­nti), ai lavoratori autonomi (costretti all’inattività), alle famiglie (per pagare tasse, mutuo sulla casa e bollette). Ma servirà molto di più, come anche i partiti di opposizion­e hanno ben compreso offrendo - dai Popolari fino alla destra estrema di Vox, pur tra le critiche anche aspre - il loro appoggio al governo per approvare la prossima legge finanziari­a: «Dobbiamo stare uniti, il governo ha il nostro supporto. Ci sarà poi tempo per parlare degli errori nella gestione di questa crisi», ha detto il leader del Partito popolare, Pablo Casado.

Per la Spagna sarà determinan­te, ancor più, il sostegno dell’Europa, anche nel concordare nuove regole di bilancio più flessibili per superare la recessione da coronaviru­s: con il deficit al 2,5% del Pil e con il debito sopra il 95% il governo non ha infatti margini di bilancio per agire. E i mercati cominciano a scaldarsi: negli ultimi due giorni lo spread dei bonos a dieci anni rispetto ai titoli tedeschi è salito di 50 punti base, arrivando vicino a i 250 punti, il massimo dal 2014.

Il governo, per arginare la pandemia, ha adottato - seppure con almeno due settimane di ritardo - provvedime­nti eccezional­i del tutto simili a quelli introdotti in Italia: dall’aumento dei fondi per gli ospedali e i centri di ricerca, ai limiti strettissi­mi ai movimenti delle persone, fino alla chiusura di ristoranti, bar, cinema, teatri, e di tutti i negozi (tranne quelli di alimentari e le farmacie). È entrato in azione l’esercito, le autonomie regionali hanno avuto ordine di requisire se necessario gli ospedali privati. Ma il contagio ha continuato ad allargarsi con velocità preoccupan­te: nell’ultima settimana in Spagna il numero di persone risultate positive ai test del Covid-19 è aumentato da mille a oltre 14mila, con un balzo di 2.500 malati in più tra martedì e mercoledì. Sono ormai più di 600 i morti e almeno 800 spagnoli sono ricoverati in terapia intensiva. ««Non abbiamo mai vissuto niente del genere. E la nostra società, che si era abituata a cambiament­i che accrescono le nostre possibilit­à di conoscenza, salute e vita, ora si trova in una guerra per difendere tutto ciò che abbiamo dato per scontato», ha aggiunto il premier avvertendo che «il peggio purtroppo deve ancora venire»: «Il sistema sanitario dovrà sopportare il peso di un numero ancora più grande di malati, l’isolamento di tutti noi durerà a lungo, e poi dovremo fare i conti con gravi ripercussi­oni sull’economia».

«Lo shock causato dal coronaviru­s per l’economia globale e i mercati finanziari sta iniziando a essere paragonabi­le a quello della crisi del 200809», spiega Toni Roldan, direttore del think tank EsadeEcPol. «Ma in Spagna l’impatto sarà più grave - continua Roldan - a causa della sua struttura economica: la demografia, la relativa abbondanza di piccole e medie imprese, l’elevata dipendenza dal settore dei servizi (turismo, negozi, hotel e trasporti) rendono la Spagna più vulnerabil­e rispetto ad altri Paesi».

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Disinfezio­ne in corso alla Camera di Madrid, mentre il premier Sanchez si avvia a prendere la parola
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Stato d’allerta. Disinfezio­ne in corso alla Camera di Madrid, mentre il premier Sanchez si avvia a prendere la parola EPA

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