Merkel ai tedeschi: la più grande sfida di solidarietà
La cancelliera ha chiesto unità di fronte a un pericolo che va preso seriamente
L’asse Francia-Germania è un’architrave necessaria per costruire i Covid-bond, o qualsiasi strumento, o titolo di debito o fondo, che sia condiviso per la prima volta tra gli Stati membri dell’Eurozona per finanziare gli straordinari interventi necessari per mitigare gli effetti devastanti della pandemia del coronavirus su occupazione ed economia. E stando ai primi segnali emersi dopo le ultime riunioni dell’Eurogruppo e del Consiglio europeo, si sarebbe aperto un dialogo, pare costruttivo, tra Parigi e Berlino sulla proposta italiana di ricorrere agli eurobond in questa crisi.
Di concreto ancora non c’è nulla, nel senso che mancano forma e sostanza: il Covid-bond non esiste, per ora neanche in un cassetto. Ma nell’Eurozona è già tanto se inizia ad esserci una volontà politica per studiare l’eventuale fattibilità di uno strumento condiviso per sostenere lo sforzo epocale di spesa pubblica richiesto dalla pandemia. Il cambiamento d’umore, se non ancora di linea, starebbe arrivando dalla Germania dove la cancelliera Angela Merkel, dopo un periodo in sottotono a seguito delle sue dimissioni dalla leadership della Cdu, è ritornata in questi giorni a ricoprire in pieno il suo storico ruolo di guida della prima potenza economica europea. Il vuoto politico creato prima dall’inadeguatezza e poi dalle dimissioni a sorpresa della leader della Cdu Annegret Kramp-Karrenbauer, e alimentato dall’ascesa di una nuova leadership di standing ancora modesto nell’Spd, ha fatto sì che il coronavirus abbia colto la Germania con le difese immunitarie della politica molto basse.
La Merkel ha tenuto nei giorni scorsi una prima lunga conferenza stampa dedicata al coronavirus, con al fianco il ministro della Sanità Jens Spahn che è sembrato pronto a prendere da lei ordini e indicazioni. Ieri, al cospetto di un’escalation dell’epidemia che ha portato velocemente i contagiati in Germania oltre la soglia dei 10.000, la cancelliera si è rivolta alla nazione con un videomessaggio pacato ma estremamente solenne, il primo di questa gravità nei suoi 12 anni in cancelleria. E ha detto ai cittadini di prepararsi per la sfida più grande dalla Seconda guerra mondiale e dalla riunificazione: di prendere il coronavirus seriamente, di non credere alle dicerie ma soltanto a quello che diranno le istituzioni. E ha fatto intendere che altre misure verranno prese, quando e come necessario.
Il governo Merkel continua a rassicurare il Paese sulla capacità di intervento, sotto il profilo sanitario e di spesa pubblica. A livello europeo, tuttavia, questa forza d’urto condivisa manca. E la cancelliera, in risposta a una domanda sul progetto di “euro-fonds” in conferenza stampa dopo il Consiglio europeo di lunedì, ha detto che al momento non c’è nulla di concreto ma che se ne inizia a parlare e che la Germania è aperta a questo dialogo. «Ho incaricato il ministro delle Finanze Olaf Scholz ha partecipare a questo tavolo di lavoro» sugli euro-fonds, una parola che può anche significare eurobond. E queste parole di apertura, anche solo in linea di principio, sono un grande progresso rispetto alla chiusura ermetica dei “nein” del passato. Stando a fonti bene informate, i due grandi avversari dei Covid-bond sarebbero Johannes Hahn, commissario al bilancio, e Valdis Dombrovskis (Lettonia) vicepresidente della Commissione europea. Il fatto che finora l’Europa non sia riuscita neppure a dotarsi di un eurobudget, e di un budget, è un terreno comunque molto scivoloso sul quale iniziare a costruire l’impalcatura di un eurobond emesso, per esempio, dal Meccanismo
di stabilità Mes. La Bei, che è l’istituzione europea che emette già bond per lo sviluppo economico e le Pmi europee, si trova con le ali tarpate in un momento in cui potrebbe fare molto di più, proprio per mancanza del budget europeo.
La Francia, sotto la guida di Emmanuel Macron, è pronta da tempo a sottoscrivere un progetto di titolo europeo. E ora più che mai: Parigi ha già uno dei più elevati rapporti di debito/Pil nell’Eurozona, destinato a salire come per tutti gli altri Stati membri per contrastare la pandemia.
Si è aperto un dialogo tra Parigi e Berlino sulla proposta italiana di ricorrere a eurobond per la crisi