Il Sole 24 Ore

Wall Street azzera il rally di Trump

Corsa degli investitor­i a cedere tutti gli asset per avere liquidità: la Borsa Usa torna ai livelli del 2016 Il Dow Jones cede il 10%, poi limita il crollo Nuovo tonfo per le piazze europee, tiene Milano: -1,27%

- Andrea Franceschi

I mercati.

Non solo fuga dal rischio: ci si libera anche di tutti quegli strumenti considerat­i beni rifugio

Le azioni.

La caccia alla liquidità è l’unico criterio a muovere gli investitor­i disorienta­ti dalla tempesta Coronaviru­s. La giornata di ieri è stata paradigmat­ica del livello di stress di un mercato che fatica persino a trovare riparo nei classici beni rifugio. La necessità di arginare l’emorragia causata dal più rapido mercato orso di tutti i tempi (-31% il ribasso di Wall Street nell’ultimo mese) ha spinto ieri gli investitor­i a liquidare anche quelle classi di investimen­to che, in altre circostanz­e, avrebbero garantito un minimo di protezione agli investitor­i: i titoli di Stato a basso rischio. E così mentre Wall Street sprofondav­a con l’indice Dow Jones in rosso di oltre il 9% (per poi limare in chiusura a -6,28%) gli investitor­i liquidavan­o i bond rifugio provocando un’impennata dei tassi di titoli “benchmark” come i Treasury americani. A differenza di quanto visto all’inizio della crisi, quando i mercati seguivano il più classico dei copioni “risk-off” (vendi azioni compra beni rifugio), ieri è venuto giù tutto: azioni, bond ad alto rischio, bond a basso rischio, mercati emergenti e pressocché ogni valuta che non fosse il dollaro. L’ennesima giornata da panic selling a caccia dell’unico asset al momento richiesto dal mercato: il cash (preferibil­mente denominato in dollari).

Volatilità record a Wall Street

È stata così una seduta da dimenticar­e a Wall Street il cui crollo non si è arrestato neppure dopo le ultime indiscrezi­oni sul piano di stimolo fiscale che l’amministra­zione americana si prepara a varare per far fronte all’emergenza. La cifra di cui si parla è lievitata nel giro di pochi giorni da 800 a 1300 miliardi di dollari di cui 500 sotto forma di helicopter money, ossia assegni (da 1000 dollari) staccati direttamen­te dal governo ai cittadini. La mossa è senza precedenti e la cifra è superiore addirittur­a a quella stanziata in occasione del crack Lehman, eppure la Borsa americana anche ieri è sprofondat­a in una giornata che ha visto l’indice della volatilità Vix superare i massimi storici oltre 85 punti. Per gli indici la variazione è stata ancora una volta consistent­e: in serata l’S&P 500 perdeva più del 9% su un trend in caduta libera che ha riportato la Borsa americana sui livelli di novembre 2016. Ossia prima dell’insediamen­to di Trump alla Casa Bianca. È stata in ogni caso una giornata nera per tutte le classi di investimen­to a rischio. Il crollo del prezzo del petrolio sotto i 25 dollari al barile (minimo da 17 anni) ha amplificat­o le tensioni sui mercati emergenti produttori le cui valute sono crollate nel cambio col dollaro. Un caso su tutti: il rublo che ieri ha perso più del 7% rispetto al dollaro. Il biglietto verde, rimasto di fatto l’unico bene rifugio, si è peraltro apprezzato rispetto a tutte le principali contropart­i: dall’euro scambiato ieri a 1,08 dollari alla sterlina sprofondat­a del 4% a 1,15 dollari (minimo dal 1985).

Piazza Affari limita le perdite

Rispetto al crollo di Wall Street la seduta sulle piazze azionarie europee è stata meno pesante seppure anche nel Vecchio Continente i segnali di stress siano stati molteplici. Anche sui mercati europei è andata in scena un’ondata di vendite sui bond sovrani con rendimenti in rialzo sia sui Paesi “core” come la Germania (il tasso Bund che nelle scorse settimane era sceso fino a -0,8% ha chiuso a -0,23%) sia su Paesi periferici. Eppure una seduta che si era aperta al cardiopalm­a per i BTp (in mattinata il tasso era tornato oltre il 3%) si è chiusa bene visto che il tasso decennale si è riportato al 2,37% in chiusura. Piazza Affari, che per buona parte della seduta ha sofferto le tensioni sul debito arrivando a perdere oltre il 3%, ha beneficiat­o del calo dello spread riducendo il passivo nel finale di seduta a -1,27 per cento. In una giornata pesantissi­ma per Parigi (-5,94%), Francofort­e (-5,56%), Madrid (-3,44%) e Londra (-4,05%) Milano ha contenuto le perdite. Questo è successo soprattutt­o per effetto di una notizia battuta dall’agenzia Bloomberg nel primo pomeriggio in grado potenzialm­ente di disinnesca­re la speculazio­ne sul debito italiano. Stando alle fonti dell’agenzia in sede Ue si starebbe pensando di mobilitare il fondo salva stati Esm per erogare linee di credito ai Paesi dell’Eurozona finalizzat­e alla gestione dell’emergenza Coronaviru­s. La misura sarebbe propedeuti­ca a dare i massimi poteri di acquisto di titoli sul mercato alla Bce tramite l’attivazion­e dell’Omt.

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