Wall Street azzera il rally di Trump
Corsa degli investitori a cedere tutti gli asset per avere liquidità: la Borsa Usa torna ai livelli del 2016 Il Dow Jones cede il 10%, poi limita il crollo Nuovo tonfo per le piazze europee, tiene Milano: -1,27%
I mercati.
Non solo fuga dal rischio: ci si libera anche di tutti quegli strumenti considerati beni rifugio
Le azioni.
La caccia alla liquidità è l’unico criterio a muovere gli investitori disorientati dalla tempesta Coronavirus. La giornata di ieri è stata paradigmatica del livello di stress di un mercato che fatica persino a trovare riparo nei classici beni rifugio. La necessità di arginare l’emorragia causata dal più rapido mercato orso di tutti i tempi (-31% il ribasso di Wall Street nell’ultimo mese) ha spinto ieri gli investitori a liquidare anche quelle classi di investimento che, in altre circostanze, avrebbero garantito un minimo di protezione agli investitori: i titoli di Stato a basso rischio. E così mentre Wall Street sprofondava con l’indice Dow Jones in rosso di oltre il 9% (per poi limare in chiusura a -6,28%) gli investitori liquidavano i bond rifugio provocando un’impennata dei tassi di titoli “benchmark” come i Treasury americani. A differenza di quanto visto all’inizio della crisi, quando i mercati seguivano il più classico dei copioni “risk-off” (vendi azioni compra beni rifugio), ieri è venuto giù tutto: azioni, bond ad alto rischio, bond a basso rischio, mercati emergenti e pressocché ogni valuta che non fosse il dollaro. L’ennesima giornata da panic selling a caccia dell’unico asset al momento richiesto dal mercato: il cash (preferibilmente denominato in dollari).
Volatilità record a Wall Street
È stata così una seduta da dimenticare a Wall Street il cui crollo non si è arrestato neppure dopo le ultime indiscrezioni sul piano di stimolo fiscale che l’amministrazione americana si prepara a varare per far fronte all’emergenza. La cifra di cui si parla è lievitata nel giro di pochi giorni da 800 a 1300 miliardi di dollari di cui 500 sotto forma di helicopter money, ossia assegni (da 1000 dollari) staccati direttamente dal governo ai cittadini. La mossa è senza precedenti e la cifra è superiore addirittura a quella stanziata in occasione del crack Lehman, eppure la Borsa americana anche ieri è sprofondata in una giornata che ha visto l’indice della volatilità Vix superare i massimi storici oltre 85 punti. Per gli indici la variazione è stata ancora una volta consistente: in serata l’S&P 500 perdeva più del 9% su un trend in caduta libera che ha riportato la Borsa americana sui livelli di novembre 2016. Ossia prima dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca. È stata in ogni caso una giornata nera per tutte le classi di investimento a rischio. Il crollo del prezzo del petrolio sotto i 25 dollari al barile (minimo da 17 anni) ha amplificato le tensioni sui mercati emergenti produttori le cui valute sono crollate nel cambio col dollaro. Un caso su tutti: il rublo che ieri ha perso più del 7% rispetto al dollaro. Il biglietto verde, rimasto di fatto l’unico bene rifugio, si è peraltro apprezzato rispetto a tutte le principali controparti: dall’euro scambiato ieri a 1,08 dollari alla sterlina sprofondata del 4% a 1,15 dollari (minimo dal 1985).
Piazza Affari limita le perdite
Rispetto al crollo di Wall Street la seduta sulle piazze azionarie europee è stata meno pesante seppure anche nel Vecchio Continente i segnali di stress siano stati molteplici. Anche sui mercati europei è andata in scena un’ondata di vendite sui bond sovrani con rendimenti in rialzo sia sui Paesi “core” come la Germania (il tasso Bund che nelle scorse settimane era sceso fino a -0,8% ha chiuso a -0,23%) sia su Paesi periferici. Eppure una seduta che si era aperta al cardiopalma per i BTp (in mattinata il tasso era tornato oltre il 3%) si è chiusa bene visto che il tasso decennale si è riportato al 2,37% in chiusura. Piazza Affari, che per buona parte della seduta ha sofferto le tensioni sul debito arrivando a perdere oltre il 3%, ha beneficiato del calo dello spread riducendo il passivo nel finale di seduta a -1,27 per cento. In una giornata pesantissima per Parigi (-5,94%), Francoforte (-5,56%), Madrid (-3,44%) e Londra (-4,05%) Milano ha contenuto le perdite. Questo è successo soprattutto per effetto di una notizia battuta dall’agenzia Bloomberg nel primo pomeriggio in grado potenzialmente di disinnescare la speculazione sul debito italiano. Stando alle fonti dell’agenzia in sede Ue si starebbe pensando di mobilitare il fondo salva stati Esm per erogare linee di credito ai Paesi dell’Eurozona finalizzate alla gestione dell’emergenza Coronavirus. La misura sarebbe propedeutica a dare i massimi poteri di acquisto di titoli sul mercato alla Bce tramite l’attivazione dell’Omt.