Gabinetto di crisi, il Governo aspetta le mosse della Bce
A Palazzo Chigi riunioni fino a tarda sera per tentare di arginare l’emergenza
La nuova giornata di burrasca sui mercati per i titoli del debito italiano costringe a serrare i ranghi tra Palazzo Chigi, ministero dell’Economia Bankitalia. L’allarme è talmente alto che in serata si riunisce una sorta di gabinetto di crisi per studiare le possibili contromosse al rischio di nuovi scossoni, negli stessi minuti in cui a Francoforte si tiene una riunione telefonica d’urgenza del board della Bce.
Proprio da Via Nazionale e da Francoforte arrivano gli interventi che calmano fra la tarda mattinata e il primo pomeriggio la temperatura dello spread, che ha toccato quota 300, e provano a tenere a bada una curva dei rendimenti che fa le bizze anche sulle scadenze più corte, con il più classico dei segnali dell’emergenza.
Ma per uscire dai tornanti di una crisi che vede di nuovo al centro della scena un’Italia costretta a far correre ulteriormente il suo maxidebito pubblico il Governo stringe il pressing sull’Europa. E anche ieri trova un alleato nel Governo francese, che con il ministro delle Finanze Bruno Le Maire invoca un intervento «rapido e massiccio» della Banca centrale europea, in grado di cancellare gli effetti delle presunte gaffe della presidente Lagarde più delle affannose correzioni seguite alla conferenza stampa della scorsa settimana e alle telefonate tese con il ministro dell’Economia Gualtieri.
A Palazzo Chigi e al Tesoro, com’è ovvio, domina il silenzio ufficiale sulla tempesta di piazza Affari. L’articolo
del New York Times che evoca il rischio di una crisi sistemica per le banche italiane riceve la replica a stretto giro del vicedirettore generale di Bankitalia Luigi Signorini.
Ma più che un attacco speculativo più o meno orchestrato, l’impressione è che a colpire per l’ennesima volta il debito italiano sia la generale fuga dal rischio che accompagna il panico economico da coronavirus. E che per essere contenuta, ragionano a Via XX Settembre, ha bisogno in fretta di una risposta europea che scacci l’impressione di un’Italia lasciata a combattere con le sue sole armi l’ondata dei mercati.
Suona così anche l’intervento televisivo che il titolare dei conti italiani decide di fare a metà pomeriggio su RaiUno. Per affrontare l’emergenza «servono strumenti innovativi anche a livello europeo», dice Gualtieri richiamando la proposta italiana di un bond dedicato all’emergenza avanzata martedì dal premier Conte al consiglio europeo. Ma la strada verso un accordo europeo sul tema non è breve. E per rilanciare le carte europee Gualtieri cita la possibilità di utilizzare i fondi strutturali per l’emergenza. «Saranno diversi miliardi», sottolinea, e torneranno utili per finanziare il nuovo decreto atteso nelle prossime settimane per sostenere l’economia, dopo che il provvedimento approvato domenica ha esaurito da solo il budget del deficit aggiuntivo concordato con la Ue.
Ma non basta. Perché è vero che di fatto la comunicazione dell’Eurogruppo di lunedì e l’annuncio reiterato dell’attivazione della clausola di sospensione del Patto archiviano di fatto le regole fiscali europee per il tempo della crisi. Ma le curve che ieri hanno invaso i monitor degli operatori confermano che per l’Italia camminare sui mercati senza un ombrello strutturale europeo rischia di rivelarsi molto pericoloso.