Stabilite quali cure non sono rinviabili
Non possono essere procrastinati i ricoveri oncologici e quelli urgenti
Sono già molte le Regioni che nel pieno dell’allarme coronavirus hanno deciso di rinviare visite e ricoveri non urgenti. Un fai da te sul quale ora è intervenuto il ministero della Salute per dare una linea comune con una circolare ad hoc.
In particolare il provvedimento divide le prestazioni in due tipologie: ambulatoriali (visite) e ricoveri e per definire quali sono «non procrastinabili» e quelle «procrastinabili» si fa riferimento al piano nazionale sulle liste d’attesa 20192021. Per le visite saranno considerate non rinviabili quelle prestazioni definite dalle linee guida «urgenti» e «brevi».
Per i ricoveri invece la circolare chiarisce che vanno considerati non rinviabili quelli in regime d’urgenza, quelli elettivi oncologici e i ricoveri elettivi non oncologici di «priorità A». Questi ultimi secondo quanto stabilito sono quei ricoveri «entro 30 giorni per i casi clinici che potenzialmente possono aggravarsi rapidamente al punto da diventare emergenti, o comunque da recare grave pregiudizio alla prognosi».
Sono invece procrastinabili quei ricoveri elettivi non oncologici con «classe di priorità «B», «C» e «D». I primi sono quei ricoveri entro 60 giorni «per i casi clinici che presentano intenso dolore, o gravi disfunzioni, o grave disabilità ma che non manifestano la tendenza ad aggravarsi rapidamente». In classe «C» i ricoveri entro 180 giorni per i casi clinici che «presentano minimo dolore, disfunzione o disabilità, e non manifestano tendenza ad aggravarsi». La classe «D» sono i ricoveri «senza attesa massima definita per i casi clinici che non causano alcun dolore, disfunzione o disabilità». Per le categorie «B» e «C» ci saranno comunque delle possibili valutazioni dei direttori sanitari.