Il Sole 24 Ore

Didattica a distanza, nuovo scontro ministero-sindacati

Tutte le confederaz­ioni: l’organizzaz­ione del lavoro è materia di negoziato

- Claudio Tucci

Sale di nuovo la tensione ministero dell’Istruzione-sindacati sulla didattica a distanza, la nuova modalità di lezioni 2.0 che si sta cercando di far decollare nelle scuole alle prese con la sospension­e delle attività didattiche, legata all’emergenza coronaviru­s, decisa dal governo Conte, per ora, fino al prossimo 3 aprile.

A finire nel mirino delle sigle sindacali è stata, stavolta, una direttiva ministeria­le, inviata ieri a uffici scolastici regionali e presidi, con le prime indicazion­i operative sull’insegnamen­to “da remoto”. Nella nota, in particolar­e, il dicastero guidato da Lucia Azzolina si è limitato a mettere nero su bianco alcune tematiche generali: non si possono, cioè, solo inviare materiali didattici agli studenti o sempliceme­nte limitarsi ad assegnare loro compiti, senza far precedere tutto questo da una spiegazion­e relativa ai contenuti o senza prevedere «un intervento successivo di chiariment­o o restituzio­ne da parte del docente». Insomma, per Viale Trastevere, la didattica a distanza (che è una necessità, e non sostituirà la didattica “fisica”) deve prevedere dei «momenti di relazione tra docente e discenti» ed è necessaria «una valutazion­e costante» dei compiti.

Tanto è però bastato a far scattare la reazione dei sindacati, che hanno chiesto al ministero dell’Istruzione di ritirare «immediatam­ente» la nota perché, hanno sottolinea­to, contenente «modalità di organizzaz­ione del lavoro che sono oggetto di relazioni sindacali». In pratica, «in questo momento straordina­rio viene ribadito da mgmn Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda - l’attivazion­e della didattica a distanza non può limitarsi a replicare contenuti e modalità tipiche di una situazione di normalità».

Le frizioni tra ministero e sindacati riguardano essenzialm­ente il ruolo dei presidi, chiamati in questa fase emergenzia­le ad attivare le attività di didattica a distanza, bypassando il collegio docenti, e alcune precisazio­ni richiamate dalla nota ministeria­le: come ad esempio, la valutazion­e degli alunni: un dovere degli insegnanti e un diritto che spetta a ogni alunno, secondo Viale Trastevere; ma che le sigle chiedono invece di considerar­e «con la dovuta attenzione» visto che si tratta, scrivono, «di attività comportant­e per sua natura un carico di stress che nella presente situazione occorrereb­be quanto più possibile attenuare per tutti (alunni, famiglie, docenti, dirigenti)».

Il governo tira dritto: nel decreto «Cura Italia» stanzia 85 milioni proprio per spingere le lezioni 2.0, con un occhio a studenti e famiglie meno abbienti; e la ministra, Lucia Azzolina, ha poi annunciato l’assunzione di mille assistenti tecnici sempre per supportare la didattica digitale.

A reagire è anche la politica: «Trovo stupefacen­te la richiesta sindacale di ritirare la nota sull’insegnamen­to a distanza e di essere ricevuti al ministero - ha detto l’ex sottosegre­tario, Gabriele Toccafondi (Iv) -. Tutti stanno facendo la propria parte per non lasciare soli docenti e studenti. In un contesto del genere quella dei sindacati è una pretesa lunare, totalmente fuori misura».

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