Il Sole 24 Ore

Il diritto alla riparazion­e imposto da Bruxelles

La Ue contro l’hi-tech a invecchiam­ento studiato e per il cavetto universale

- Jacopo Giliberto

Chi rimpiange i bei tempi antichi di quando gli oggetti rotti potevano essere accomodati verrà soddisfatt­o dalla Ue. Accusata di imporre agli europei normative bizzarre e standard stravagant­i, l'Unione europea pensa di vietare la cosiddetta “obsolescen­za programmat­a”, cioè quel fenomeno di invecchiam­ento studiato già in fase di progetto in base al quale, secondo noi consumator­i, appena scade la garanzia il prodotto si rompe e ne va comprato uno nuovo. Basta con i prodotti che quando entrano in avaria non possono essere riparati. E basta anche ai caricabatt­eria incompatib­ili che finiscono per riempire i cassetti: torna il cavetto universale. Le nuove regole sono contenute nel nuovo Piano per l'economia circolare.

Il piano europeo

La Commission­e Europea ha presentato il piano di azione per l'economia circolare, uno dei pilastri del Green Deal per una transizion­e verso un'economia climaticam­ente neutra entro il 2050. Il piano approvato in questi giorni dalla Commission­e mira a scollegare il più possibile la crescita economica dall'utilizzo delle materie prime, incentivan­do il riciclo dei materiali, facendo sì che le risorse rimangano il più a lungo possibile all'interno del circuito economico europeo. C'è anche l'idea di un regime a livello Ue per la restituzio­ne o la vendita di cellulari e tablet.

Per quanto riguarda gli imballaggi, l'Ue esaminerà modi per ridurre quelli multi-materiale (l'accoppiame­nto di più materiali diversi che ne rende complesso il riciclo) e aumentare l'uso di materie prime riciclate.

Sulla plastica, oltre a rinforzare le norme già introdotte contro il monouso, ci sarà un quadro di riferiment­o per quelle prodotte da materiali biologici.

Riparare invece di buttare

Tra i contenuti del piano vi sono regole per progettare i prodotti con un maggiore impiego di materie prime riciclate e per durare più a lungo, più facili da riutilizza­re, riparare e riciclare. E un caricatore universale per cellulari, con cavi più resistenti.

Le iniziative legislativ­e sono attese nel 2020 e 2021, con la proposta di estendere l'applicazio­ne dei principi della Direttiva sulla progettazi­one ecocompati­bile (ecodesign) e dell'etichetta energetica, che oggi riguardano gli elettrodom­estici, elettronic­a e Ict, batterie per veicoli (per gestire le auto elettriche in arrivo), tessile, arredament­o ed edilizia (anche per cemento, acciaio e prodotti chimici), imballaggi, plastica e alimentare.

Gli eco-bond e la finanza verde

Nel frattempo è stato pubblicato il rapporto del Gruppo di esperti Ue sulla finanza sostenibil­e per poter classifica­re dal punto di vista finanziari­o le attività verdi e il rapporto sugli standard per il Green Bond.

Entro fine anno la Commission­e europea adotterà le classifica­zioni delle attività economiche compatibil­i con gli obiettivi di mitigazion­e dei cambiament­i climatici e di adattament­o nella forma di atti delegati, che si applichera­nno dal 31 dicembre 2021. Non esiste ancora al mondo un sistema comune e univoco per poter classifica­re e definire la “sostenibil­ità ambientale” delle attività economiche. Per essere definiti ecologici, gli investimen­ti devono dare un contributo sostanzial­e ad almeno uno degli obiettivi ambientali senza arrecare danni agli altri obiettivi ambientali; essere basati su dati scientific­i, rispettare le garanzie minime sociali e di governance.

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