Il diritto alla riparazione imposto da Bruxelles
La Ue contro l’hi-tech a invecchiamento studiato e per il cavetto universale
Chi rimpiange i bei tempi antichi di quando gli oggetti rotti potevano essere accomodati verrà soddisfatto dalla Ue. Accusata di imporre agli europei normative bizzarre e standard stravaganti, l'Unione europea pensa di vietare la cosiddetta “obsolescenza programmata”, cioè quel fenomeno di invecchiamento studiato già in fase di progetto in base al quale, secondo noi consumatori, appena scade la garanzia il prodotto si rompe e ne va comprato uno nuovo. Basta con i prodotti che quando entrano in avaria non possono essere riparati. E basta anche ai caricabatteria incompatibili che finiscono per riempire i cassetti: torna il cavetto universale. Le nuove regole sono contenute nel nuovo Piano per l'economia circolare.
Il piano europeo
La Commissione Europea ha presentato il piano di azione per l'economia circolare, uno dei pilastri del Green Deal per una transizione verso un'economia climaticamente neutra entro il 2050. Il piano approvato in questi giorni dalla Commissione mira a scollegare il più possibile la crescita economica dall'utilizzo delle materie prime, incentivando il riciclo dei materiali, facendo sì che le risorse rimangano il più a lungo possibile all'interno del circuito economico europeo. C'è anche l'idea di un regime a livello Ue per la restituzione o la vendita di cellulari e tablet.
Per quanto riguarda gli imballaggi, l'Ue esaminerà modi per ridurre quelli multi-materiale (l'accoppiamento di più materiali diversi che ne rende complesso il riciclo) e aumentare l'uso di materie prime riciclate.
Sulla plastica, oltre a rinforzare le norme già introdotte contro il monouso, ci sarà un quadro di riferimento per quelle prodotte da materiali biologici.
Riparare invece di buttare
Tra i contenuti del piano vi sono regole per progettare i prodotti con un maggiore impiego di materie prime riciclate e per durare più a lungo, più facili da riutilizzare, riparare e riciclare. E un caricatore universale per cellulari, con cavi più resistenti.
Le iniziative legislative sono attese nel 2020 e 2021, con la proposta di estendere l'applicazione dei principi della Direttiva sulla progettazione ecocompatibile (ecodesign) e dell'etichetta energetica, che oggi riguardano gli elettrodomestici, elettronica e Ict, batterie per veicoli (per gestire le auto elettriche in arrivo), tessile, arredamento ed edilizia (anche per cemento, acciaio e prodotti chimici), imballaggi, plastica e alimentare.
Gli eco-bond e la finanza verde
Nel frattempo è stato pubblicato il rapporto del Gruppo di esperti Ue sulla finanza sostenibile per poter classificare dal punto di vista finanziario le attività verdi e il rapporto sugli standard per il Green Bond.
Entro fine anno la Commissione europea adotterà le classificazioni delle attività economiche compatibili con gli obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici e di adattamento nella forma di atti delegati, che si applicheranno dal 31 dicembre 2021. Non esiste ancora al mondo un sistema comune e univoco per poter classificare e definire la “sostenibilità ambientale” delle attività economiche. Per essere definiti ecologici, gli investimenti devono dare un contributo sostanziale ad almeno uno degli obiettivi ambientali senza arrecare danni agli altri obiettivi ambientali; essere basati su dati scientifici, rispettare le garanzie minime sociali e di governance.