Tim, Agcom sblocca la fibra Fttc nelle aree bianche
Chiusi gli arbitraggi con le risparmio: il titolo recupera il 10% in Borsa
L’Agcom sblocca l’attivazione di 5mila cabinet Telecom nelle aree bianche, tagliando i tempi di autorizzazione da 30 a 10 giorni. È questo uno degli effetti del decreto “Cura Italia” che ha disposto di agevolare il potenziamento delle reti di tlc per sostenere il boom di traffico causato dalla forzata permanenza tra le mura domestiche della popolazione. Il paradosso è che proprio l’attivazione dei cabinet nelle aree a fallimento di mercato - dove Open Fiber si è aggiudicata i bandi Infratel per costruire la rete in fibra Ftth - era tra i comportamenti censurati dall’Antitrust, con la sanzione da quasi mezzo miliardo di euro per abuso di posizione dominante, poi scontata a poco più di cento milioni. È vero che sono scaduti i tempi per l’esclusiva di Open Fiber, ma è vero anche il virus ha cambiato il mondo, mettendo a nudo il tempo perso in diatribe sterili mentre la “rete unica” non ha mai preso forma, con ritardi generalizzati sui lavori dello sfidante e sull’ammodernamento della rete dell’incumbent, copertura insoddisfacente e gran spreco di risorse.
Dall’inizio della settimana prossima, dunque - stanti i tempi della richiesta Telecom - potrebbero già essere commercializzati i servizi a banda ultralarga, nelle aree dove saranno attivati i cabinet, con la formula dell’Fttc (Fiber to the cabinet), appunto fibra fino all’armadietto sul marciapiede, mentre le abitazioni continueranno a essere raggiunte dal rame, ottenendo velocità di navigazione superiori senza bisogno di effettuare lavori in casa. Un segnale di come la pandemia abbia ribaltato le priorità e possa forse favorire nel futuro prossimo lo sblocco di situazioni incancrenite da anni che, come i tentativi frustrati di realizzare la rete unica, hanno pesato sul titolo. Di certo i motivi contingenti, che pure non sono pochi, non bastano a spiegare l'ampio rimbalzo di Telecom in Piazza Affari, che ieri è salita di quasi il 10% (9,94%) a sfiorare quota 36 centesimi (0,3594 euro la chiusura).
Gli osservatori non hanno mancato di notare che si è risolta l'anomalia delle azioni di risparmio a prezzi superiori alle corrispondenti ordinarie. I titoli senza diritto di voto, infatti, ieri sono rimasti piatti (+0,09%) e le quotazioni si sono fermate a 0,329 euro, tornando a sconto rispetto alle azioni ordinarie. Martedì Telecom era tra i 20 titoli sui quali erano vietate le vendite allo scoperto, mentre da ieri il divieto è stato esteso a tutto il listino. Gli operatori hanno così chiuso le posizioni “lunghe” sulle risparmio e “corte” sulle ordinarie, vendendo le prime e ricomprando le seconde. C'è poi da considerare che già martedì - sulla scia anche di misure di sostegno alle tlc varate in Spagna - si era mosso al rialzo tutto il settore in Europa. Ma ora l’emergenza potrebbe imporre di affrontare nodi strutturali, contribuendo a un recupero più duraturo delle quotazioni della compagnia telefonica, scese pericolosamente nei giorni scorsi fino a un minimo di 29 centesimi, con la capitalizzazione delle ordinarie sotto i 5 miliardi.