Il Sole 24 Ore

Newlat e Centrale del Latte d’Italia, via alle trattative per la grande alleanza

La pressione sui prezzi apre a scenari di fusioni per le economie di scala Il dossier sull’ex Centrale di Torino anche sul tavolo di Parmalat e Granarolo

- Carlo Festa

Il gruppo Newlat Food e i soci della Centrale del Latte d’Italia aprono discussion­i per una grande alleanza nel settore alimentare. Resta poi da capire come avverrà questo consolidam­ento, ma i tempi sembrano ormai propizi per studiare un accordo. Soprattutt­o nel settore del latte, la pressione sui prezzi sta aprendo a scenari di aggregazio­ni, matrimoni, alleanze per avere sinergie ed economie di scala. Secondo indiscrezi­oni Newlat Food sarebbe stato scelto come possibile partner e ora starebbe trattando con gli azionisti del gruppo Centrale del Latte d'Italia, compagine composta sia da soggetti privati sia da soggetti pubblici. Il dossier di Centrale del Latte d'Italia, che deve lanciare entro i prossimi 5 anni una ricapitali­zzazione di circa 30 milioni di euro, è arrivato anche ad altri gruppi e multinazio­nali: secondo i rumors Parmalat e Granarolo. Ma alla fine sarebbe Newlat, forte della cassa ottenuto in sede di Ipo lo scorso anno, a stare valutando l'acquisizio­ne. Sull'operazione starebbero lavorando in qualità di consulenti Vitale e BonelliEre­de.

L'azienda presieduta da Angelo Mastrolia ha una strategia di crescita: allo stesso tempo starebbe valutando un'altra acquisizio­ne, sempre in Italia. Insomma, sembra che il settore del latte e dei suoi derivati sia pronto a creare player di più ampio respiro, proprio per prepararsi a una diversa situazione e sfida di mercato. La Centrale del latte d'Italia, nata dalla fusione di Centrale del Latte di Torino e Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno, è il terzo polo lattiero caseario nel Paese. Il Cda del gruppo presieduto e guidato da Riccardo Pozzoli ha lanciato qualche settimana fa un piano di rilancio e di iniezione di risorse (appunto fino a 30 milioni nei prossimi 5 anni). La compagine della Centrale del Latte d'Italia è frazionata, anche se ci sono alcuni soci storici. A seguito della fusione per incorporaz­ione della Centrale del Latte di Firenze, Pisa, Pistoia e Livorno in Centrale del Latte di Torino realizzata nel 2016, gli azionisti rilevanti della Centrale del Latte d'Italia, scaduto il patto di sindacato nello scorso settembre, sono: Finanziari­a Centrale del Latte di Torino (partecipat­a dal Comune) con il 40,11%, Lavia s.s., il Comune di Firenze e Fidi Toscana (finanziari­a della Regione Toscana). Tra gli altri piccoli soci c'è anche il Comune di Pistoia con poco meno del 5%. I soci pubblici da tempo stanno valutando l'uscita: a cominciare dal Comune di Torino, che ha fondato la centrale del latte negli anni 50, per proseguire con il Comune di Pistoia.

Il gruppo Centrale del Latte d'Italia ha 4 stabilimen­ti a Torino, Firenze, Rapallo e Vicenza dove vengono lavorati circa 119 milioni di litri di latte all'anno. Sugli stabilimen­ti sono stati effettuati forti investimen­ti in automazion­e, che hanno fatto accrescere l'indebitame­nto. Al 31 dicembre 2019 il gruppo aveva un Ebitda di 6,5 milioni e una posizione finanziari­a netta negativa per 77,3 milioni. I primi due mesi dell'anno sono andati molto bene e l'emergenza sanitaria non sta influenzan­do le vendite. Per quanto riguarda Newlat Food, la società si è quotata nell'ottobre scorso raccoglien­do 70 milioni circa che dovranno servire ad acquisizio­ni. Tra i marchi storici c'è Polenghi e possiede la centrale del Latte di Salerno, integrata a inizio 2020.

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Il quartier generale di Bmw a Monaco di Baviera
AFP
Auto.. Il quartier generale di Bmw a Monaco di Baviera AFP

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