Newlat e Centrale del Latte d’Italia, via alle trattative per la grande alleanza
La pressione sui prezzi apre a scenari di fusioni per le economie di scala Il dossier sull’ex Centrale di Torino anche sul tavolo di Parmalat e Granarolo
Il gruppo Newlat Food e i soci della Centrale del Latte d’Italia aprono discussioni per una grande alleanza nel settore alimentare. Resta poi da capire come avverrà questo consolidamento, ma i tempi sembrano ormai propizi per studiare un accordo. Soprattutto nel settore del latte, la pressione sui prezzi sta aprendo a scenari di aggregazioni, matrimoni, alleanze per avere sinergie ed economie di scala. Secondo indiscrezioni Newlat Food sarebbe stato scelto come possibile partner e ora starebbe trattando con gli azionisti del gruppo Centrale del Latte d'Italia, compagine composta sia da soggetti privati sia da soggetti pubblici. Il dossier di Centrale del Latte d'Italia, che deve lanciare entro i prossimi 5 anni una ricapitalizzazione di circa 30 milioni di euro, è arrivato anche ad altri gruppi e multinazionali: secondo i rumors Parmalat e Granarolo. Ma alla fine sarebbe Newlat, forte della cassa ottenuto in sede di Ipo lo scorso anno, a stare valutando l'acquisizione. Sull'operazione starebbero lavorando in qualità di consulenti Vitale e BonelliErede.
L'azienda presieduta da Angelo Mastrolia ha una strategia di crescita: allo stesso tempo starebbe valutando un'altra acquisizione, sempre in Italia. Insomma, sembra che il settore del latte e dei suoi derivati sia pronto a creare player di più ampio respiro, proprio per prepararsi a una diversa situazione e sfida di mercato. La Centrale del latte d'Italia, nata dalla fusione di Centrale del Latte di Torino e Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno, è il terzo polo lattiero caseario nel Paese. Il Cda del gruppo presieduto e guidato da Riccardo Pozzoli ha lanciato qualche settimana fa un piano di rilancio e di iniezione di risorse (appunto fino a 30 milioni nei prossimi 5 anni). La compagine della Centrale del Latte d'Italia è frazionata, anche se ci sono alcuni soci storici. A seguito della fusione per incorporazione della Centrale del Latte di Firenze, Pisa, Pistoia e Livorno in Centrale del Latte di Torino realizzata nel 2016, gli azionisti rilevanti della Centrale del Latte d'Italia, scaduto il patto di sindacato nello scorso settembre, sono: Finanziaria Centrale del Latte di Torino (partecipata dal Comune) con il 40,11%, Lavia s.s., il Comune di Firenze e Fidi Toscana (finanziaria della Regione Toscana). Tra gli altri piccoli soci c'è anche il Comune di Pistoia con poco meno del 5%. I soci pubblici da tempo stanno valutando l'uscita: a cominciare dal Comune di Torino, che ha fondato la centrale del latte negli anni 50, per proseguire con il Comune di Pistoia.
Il gruppo Centrale del Latte d'Italia ha 4 stabilimenti a Torino, Firenze, Rapallo e Vicenza dove vengono lavorati circa 119 milioni di litri di latte all'anno. Sugli stabilimenti sono stati effettuati forti investimenti in automazione, che hanno fatto accrescere l'indebitamento. Al 31 dicembre 2019 il gruppo aveva un Ebitda di 6,5 milioni e una posizione finanziaria netta negativa per 77,3 milioni. I primi due mesi dell'anno sono andati molto bene e l'emergenza sanitaria non sta influenzando le vendite. Per quanto riguarda Newlat Food, la società si è quotata nell'ottobre scorso raccogliendo 70 milioni circa che dovranno servire ad acquisizioni. Tra i marchi storici c'è Polenghi e possiede la centrale del Latte di Salerno, integrata a inizio 2020.