Altavilla, dopo l’auto la sfida nel farmaco
Il braccio destro storico di Marchionne salito alla presidenza Recordati
Alfredo Altavilla, 56 anni, è il nuovo presidente di Recordati, di cui ricopriva già la vicepresidenza, su indicazione del fondo di investimento CVC Capital Partners, proprietario del gruppo farmaceutico. Altavilla, che è stato negli ultimi dieci anni uno dei principali manager dell'automotive europeo, trova di nuovo una collocazione centrale nel capitalismo italiano. Il suo profilo rimane legato alla stagione di Sergio Marchionne. O, meglio, alle sue tre stagioni: il salvataggio realizzato fra il 2004 e il 2008, vissuto quando la Fiat era prossima a portare i libri in tribunale e quando lui è stato uno dei giovani dirigenti fatti crescere da Marchionne, nella durezza quotidiana di un salvataggio a lungo appeso ad un filo, insieme ad Antonio Baravalle e a Luca De Meo; l’operazione Chrysler, nei giorni storici e pazzeschi spesi fra Torino, Washington e Detroit, quando Altavilla è stato il suo maggiore collaboratore restandone il principale testimone; la costruzione, tutt'altro che semplice e alla fine non del tutto riuscita, di un vero e proprio gruppo internazionale unico e coeso, di cui a lungo Altavilla ha seguito la componente italiana ed europea, quella nella sua costituzione più debole e fragile, alla fine la meno curata dal demiurgo Marchionne, che ha fondato i suoi risultati e la sua narrazione sui successi del Nord America, in particolare grazie a Jeep e a Ram. Altavilla, a cui tutti riconoscono lungimiranza strategica e abilità nella execution non scevre di una determinazione e di una durezza assorbite da Marchionne, è stato veramente quello che, un tempo, si definiva un “uomo Fiat”.
Nato a Taranto, la sua famiglia era proprietaria della concessionaria della città. Alla scomparsa di Marchionne, quando Mike Manley è stato scelto da John Elkann come amministratore delegato, Altavilla, che a lungo era stato uno dei tre papabili come successore (il terzo era il capo della finanza Richard Palmer), ha scelto di lasciare Fca. Una scelta improvvisa e non condivisa con la famiglia Agnelli-Elkann. L'assenza di blessing da parte di quest'ultima – ormai lontana con la struttura societaria e fiscale dall'Italia, ma in ogni caso capace di esercitare influenza diretta o indiretta nei processi decisionali - ha probabilmente creato qualche problema ad Altavilla, il cui nome è stato comunque fatto più volte, in questi due anni, per incarichi operativi di vertice di grandi gruppi industriali, privati e a partecipazione pubblica. Nonostante questo, Altavilla è entrato nel consiglio di amministrazione di Tim (da indipendente, candidato dal fondo Elliott) e, soprattutto, è diventato senior advisor di CVC Capital Partners, che nel 2018 ha acquisito la maggioranza della Recordati dalla famiglia fondatrice.