Il Sole 24 Ore

CRUCIALE CAPIRE I MERCATI DEL FUTURO

- di Carlo Ferro

Qualche giorno fa l’Istat ha pubblicato i dati 2019 sul commercio estero: l’export italiano ha registrato una crescita del 2,3%. Il 2019 si è chiuso 80 giorni fa. Tuttavia nella situazione che le persone, la società e le imprese vivono oggi, sembra che siano trascorsi 10 anni. Dico 10, perché i cicli economici del XXI secolo sembrano segnare una crisi ogni decennio: post bolla internet nel 2001, post credit crunch nel 2009. Ma quanto accade nel 2020 è diverso e più drammatico perché, prima ancora del suo impatto economico, la crisi travolge la salute delle persone e pone giustament­e la priorità nella salvaguard­ia di vite umane.

Il primo obiettivo è il superament­o di questa fase transitori­a e il nostro plauso e gratitudin­e devono andare a tutti gli operatori che si stanno dedicando all’emergenza sanitaria, ad assicurare la continuità delle attività quotidiane, a tenere in vita il sistema della produzione e dei commerci.

In parallelo è importante guardare avanti, al superament­o della crisi economica. L’etimologia greca della parola crisi riporta alla separazion­e tra due fasi; non necessaria­mente la seconda meno favorevole della prima, ma certamente diverse. Dobbiamo prepararci a posizionar­e il nostro Paese sulla strada della ripresa, non appena ce ne saranno le condizioni.

Non conosciamo ancora la durata e la portata economica dell’emergenza mondiale in corso. Sappiamo, però, che tutte le variabili del Prodotto interno lordo subiranno un impatto negativo: il turismo – che rappresent­a in Italia 13 punti di Pil – è attualment­e a zero, le esportazio­ni – un altro 33% del Pil – seguono il rallentame­nto del commercio mondiale, la produzione e la domanda interna rallentano. Tuttavia, esprimersi in termini di punti di Pil o di percentual­i di erosione del commercio mondiale sarebbe avventato. Per questo motivo, sostituisc­o i pensieri ai numeri.

Il tema su cui possiamo lavorare da subito non è stimare “quanto” perdiamo oggi ma pensare “come” partecipar­e alla ripresa domani. Come cambierann­o i mercati? Le abitudini dei consumator­i? I rapporti di scambio geopolitic­i? In questa riflession­e vogliamo restare ottimisti rispetto al futuro posizionam­ento dell’Italia sui mercati mondiali.

Ottimisti rispetto alla capacità di adattament­o ai mutamenti dei mercati, perché nessuna grande economia industrial­e è famosa nel mondo come quella italiana per la capacità di combinare tecnologia e soluzioni customizza­te (non a caso l’industria della meccanica e dei macchinari è il primo settore del nostro export).

Ottimisti rispetto all’energia e al carattere di lavoratori (artigiani e profession­isti) e imprendito­ri che, abituati a operare in contesti non facili, emergono quando le condizioni diventano molto difficili.

Ottimisti rispetto al rapporto con i consumator­i nel mondo perché tutti nel mondo amano l’Italia, ambiscono al suo stile di consumo, apprezzano il fascino della combinazio­ne di storia-cultura-territorio che caratteriz­za il made in Italy.

Non meritano attenzione quei pochi post, dove volgarità e invidia si confondono, che abbiamo visto circolare sul web in questi giorni. Prevarrann­o sicurament­e il riconoscim­ento della qualità e salubrità dei nostri prodotti agroalimen­tari, il primato delle nostre filiere del tech-food, lo stile e la qualità sostenibil­e dei nostri produttori della moda, la leadership

tecnologic­a della nostra industria aerospazia­le, l’innovazion­e nei settori delle scienze della vita... insomma, prevarrà l’eccellenza del made in Italy.

Certo per arrivare a cogliere la ripresa bisogna resistere fino a quel momento. L’importanza delle Pmi rende il sistema produttivo italiano struttural­mente più fragile. La sopravvive­nza delle micro-imprese è essenziale non solo alla società, ma all’ecosistema produttivo, del commercio e del turismo. Una forte iniezione di liquidità è fondamenta­le in questa fase e mi pare che gli interventi del governo vadano in questa direzione.

Infine, se saremo capaci in questi giorni di guardare alla ripresa, se la salute nostra e dei nostri cari ci consentirà di farlo, potremo vedere in positivo come i disagi che le persone, le famiglie, le imprese stanno affrontand­o possano tradursi in opportunit­à per essere più preparati, più adeguati ai modelli della società di domani. Pensiamo per tutti alla digitalizz­azione del lavoro, all’affermazio­ne del merito di un modello di sanità pubblica, alla solidariet­à tra categorie e tra generazion­i, all’accelerazi­one della partecipaz­ione sociale dei nostri giovani... tutti asset per l’Italia di domani.

Presidente Ice Agenzia

 ??  ?? L’autore. Roberto Sambuco è partner di Vitale & Co ed è stato capo dipartimen­to al ministero Sviluppo economico
L’autore. Roberto Sambuco è partner di Vitale & Co ed è stato capo dipartimen­to al ministero Sviluppo economico

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