Calcio in Borsa sconfitto dal virus
A causa del Covid-19 il valore dei titoli azionari delle squadre europee risulta più che dimezzato Questo sta creando le condizioni per un forte rimbalzo quando l’emergenza sanitaria sarà passata
Lo sport è morto, lunga vita allo sport. È forse in questa parafrasi del detto monarchico pre-rivoluzione francese che si può sintetizzare l’impatto del coronavirus sui titoli azionari delle squadre di calcio europee. Dal 24 febbraio, giorno del debutto in Borsa del Covid 19, i valori si sono più che dimezzati, ma allo stesso tempo potrebbero aver creato opportunità di investimento quando uno tra i giochi più belli al mondo si metterà alle spalle questa tremenda esperienza che ha coinvolto tutti. Tifosi e non.
Lo scenario generale
Tutti gli sport, con modalità differenti, sono stati colpiti dal coronavirus. Il calcio, in particolare, ha subìto la sospensione di tutti i campionati e un numero in aumento di giocatori positivi al virus. L’Europeo 2020 è stato rinviato di 1 anno e si sta discutendo di far concludere i singoli campionati entro l’estate; obiettivo non da poco per evitare che le squadre abbiano perdite elevatissime senza l’introito almeno dei diritti televisivi.
Il listino azionario italiano vede 3 società quotate e diversi bond in circolazione. Azionisti e obbligazionisti sono aumentati negli ultimi anni, a seguito di una maggiore prevedibilità di fatturato e utili rispetto al passato dovuti soprattutto alla vendita dei diritti televisivi alle pay-tv, allo stadio di proprietà (soltanto la Juventus in Italia) e alle diverse tipologie di sponsor.
Se il calcio (e lo sport in generale) è negli Stati Uniti un investimento estremamente richiesto, in Europa ha invece faticato molto negli anni per essere considerato un’industria appetibile dagli investitori. E proprio nella fase in cui l’M&A stava diventando molto rilevante - con acquirenti statunitensi sia in Premier League sia in Italia -, il coronavirus ha riportato le società quotate su multipli fino a pochi mesi fa impensabili. Ma vediamo i riflessi sulle 3 società italiane di calcio quotate.
Roma
Gli azionisti Pallotta e UniCredit vorrebbero vendere, Friedkin comprare. Ha senso per lui temporeggiare per capire se si tratta di uno stop temporaneo alle attività sportive o più duraturo, perché il prezzo potrebbe in questo caso essere molto diverso. La Roma ha sicuramente un brand riconosciuto a livello globale. Il nuovo acquirente dovrà affrontare anche la questione dello stadio di proprietà che potrebbe adesso essere molto più facile da ottenere, perché la città ha bisogno di investimenti e di ripartire. Se valutata su Lazio e Juventus, probabilmente la Roma sconta l’ipotesi di M&A e quindi ha limitato la discesa in questa fase di mercato.
Lazio
Tra le 3 squadre italiane è quella che ha meno brande riconoscibilità internazionale. Nonostante tutto è sottovalutata contro ogni parametro, trattando molto sotto il valore della rosa e del valoredi impresa calcolato daKp mg. Il debito non dovrebbe essere un problema perché“pareggiato” dalle proprietà del centro di Formello e dell’ex palazzo Cirio in via Salaria a Roma. Lo stadio di proprietà sarebbe un’opportunità, ma è probabile che l’ azionista di maggioranzadella Lazio preferisca aspettare il primo passo della proprietà della Roma.
Juventus
Tra le quotate è quella più trasparente
Per i bilanci societari è decisivo che il campionato venga portato a termine in modo da incassare gli introiti dei diritti televisivi
e che comunica meglio con il mercato. La proprietà ha ripetutamente dimostrato negli anni di supportarla nei momenti di difficoltà o in cui sono necessari nuovi investimenti. Apparentemente non sembra a buon mercato, ma il suo punto di riferimento tra le quotate è il Manchester United, rispetto al quale è a sconto. Tra gli asset di proprietà lo stadio, una giovanile che produce importanti plusvalenze, il museo (il terzo di Torino per numero di visitatori) e tutto il centro sportivo/immobiliare della Continassa.
Cosa fare sui titoli?
«Il valore prospettico delle 3 squadre italiane – spiega Nicolò Nunziata, macro strategist di Marzotto Sim – è sempre elevato, ammesso che nei prossimi mesi si possa ritornare a un contesto pre-coronavirus. Siamo convinti che per il calcio (italiano e non) possa succedere quanto è successo per le società sportive statunitensi (Nba, Nfl) che, pur avendo meno seguaci, sono sempre state molto ambite e hanno avuto valorizzazioni crescenti negli anni. In America - ricorda Nunziata - già dagli anni 80 lo sport era il corollario per merchandising, sponsor, pay tv. Quindi, se la sospensione dei campionati di calcio è temporanea e si riescono ad assegnare scudetto e posti per le coppe della stagione 2020-2021, allora le principali società calcistiche quotate sono molto sottovalutate e converrebbe investire (con le dovute cautele). Se - conclude Nunziata - i campionati vengono interrotti, con perdite per le società e cause legali con sponsor e pay-tv, allora il calo delle società quotate sarebbe giustificato e bisognerebbe rivalutare un po’ il tutto».