La logistica sanitaria che assume
«Lavoriamo 24 ore su 24, stiamo resistendo Arriva merce alle 3 di notte»
È da quasi un mese che per i corrieri di Plurima l’emergenza è diventata il pane quotidiano. L’azienda è specializzata nella gestione di piattaforme logistiche per la fornitura di materiale sanitario per gli ospedali come farmaci, reagenti, dispositivi medici oltre che per trasporti speciali per plasma e cellule staminali. L’emergenza Coronavirus non l’ha colta impreparata, ma sta mettendo a dura prova le capacità organizzative e professionali di questo gruppo, che fattura circa 40 milioni di euro impiegando 650 persone. «Ho dovuto assumere personale, prendere nuovi mezzi e riorganizzare la struttura - spiega il presidente, Luca Marconi -, stiamo resistendo anche grazie al senso di responsabilità dei nostri ragazzi. Lavoriamo 24 ore su 24, tutto è in tempo reale, arriva merce alle 3 di notte da mandare con urgenza negli ospedali. Sono degli eroi».
In questi giorni l’azienda, partecipata al 30% dal fondo Siparex, è stata incaricata di gestire la piattaforma logistica per la sanità della Regione Veneto per l'emergenza virus. «Siamo stati contattati con urgenza da Azienda Zero, la nuova realtà regionale sanitaria, che si interfaccia anche con Protezione civile e subito abbiamo messo a disposizione la nostra organizzazione - conferma
Marconi -. Siamo l’anello logistico che riceve, custodisce, smista e consegna in Veneto, così come stiamo facendo anche in altre regioni colpite dall’emergenza. Il lavoro è simile quello che facciamo di solito, ma in questo caso bisogna consegnare mascherine, apparecchiature elettromedicali per le terapie intensive e altro materiale sanitario d’emergenza». Marconi conferma che «c’è bisogno e carenza di tutto, ma il sistema regionale con l’Azienda Zero, per quanto posso osservare qua in Veneto si è rapidamente allineato». Anche Plurima ha dovuto serrare le fila, riorganizzando turni, definendo percorsi dedicati e nuovi protocolli per la sicurezza. «È un inferno quotidiano - conclude Marconi -, ma ne usciremo».