Domanda su mascherine e camici
L’attività produttiva nello stabilimento lucchese riprenderà tra pochi giorni
Prima dell’emergenza coronavirus aveva in portafoglio quattro progetti per costruire linee produttive di tessuto-nontessuto (tnt); ora i progetti sono saliti a 25 e stanno continuando a crescere. È la parabola della A.Celli Nonwovens di Porcari (Lucca), azienda che fa capo ai cugini Mauro e Alessandro Celli, leader mondiale nelle macchine per avvolgere il tessuto-nontessuto usato per applicazioni medicali e sanitarie (come le mascherine e i camici ospedalieri, ma anche le salviette umidificate) e nelle linee di laminazione per “accoppiare” varie tipologie di tnt o tnt con film plastico. L’azienda ha 120 addetti e nel 2019 ha raggiunto un valore della produzione di 55,4 milioni (+15%) e un fatturato di 60 milioni, di cui il 95% all’export.
La richiesta di mascherine e camici sta esplodendo in tutto il mondo e la domanda di macchine A.Celli arriva sia da produttori europei che, soprattutto, cinesi. La Cina infatti - spiegano all’azienda lucchese - ha già ricominciato a investire in questo settore, perché l’emergenza appena passata ha mostrato il sottodimensionamento produttivo. «La domanda è così forte che ora pensiamo di produrre anche macchine per alimentare il magazzino, mentre finora ci siamo sempre mossi su commessa con tempi di consegna di otto-nove mesi», spiegano all’azienda lucchese.
La produzione nello stabilimento lucchese riprenderà tra pochi giorni, dopo una settimana di ferie decisa dalla proprietà per sanificare gli ambienti e organizzare turni di lavoro che garantiscano le misure di sicurezza. «Dobbiamo ripartire - dicono - perché operiamo in un settore che oggi è strategico per affrontare l'emergenza coronavirus».