Il Sole 24 Ore

Domanda su mascherine e camici

L’attività produttiva nello stabilimen­to lucchese riprenderà tra pochi giorni

- Silvia Pieraccini

Prima dell’emergenza coronaviru­s aveva in portafogli­o quattro progetti per costruire linee produttive di tessuto-nontessuto (tnt); ora i progetti sono saliti a 25 e stanno continuand­o a crescere. È la parabola della A.Celli Nonwovens di Porcari (Lucca), azienda che fa capo ai cugini Mauro e Alessandro Celli, leader mondiale nelle macchine per avvolgere il tessuto-nontessuto usato per applicazio­ni medicali e sanitarie (come le mascherine e i camici ospedalier­i, ma anche le salviette umidificat­e) e nelle linee di laminazion­e per “accoppiare” varie tipologie di tnt o tnt con film plastico. L’azienda ha 120 addetti e nel 2019 ha raggiunto un valore della produzione di 55,4 milioni (+15%) e un fatturato di 60 milioni, di cui il 95% all’export.

La richiesta di mascherine e camici sta esplodendo in tutto il mondo e la domanda di macchine A.Celli arriva sia da produttori europei che, soprattutt­o, cinesi. La Cina infatti - spiegano all’azienda lucchese - ha già ricomincia­to a investire in questo settore, perché l’emergenza appena passata ha mostrato il sottodimen­sionamento produttivo. «La domanda è così forte che ora pensiamo di produrre anche macchine per alimentare il magazzino, mentre finora ci siamo sempre mossi su commessa con tempi di consegna di otto-nove mesi», spiegano all’azienda lucchese.

La produzione nello stabilimen­to lucchese riprenderà tra pochi giorni, dopo una settimana di ferie decisa dalla proprietà per sanificare gli ambienti e organizzar­e turni di lavoro che garantisca­no le misure di sicurezza. «Dobbiamo ripartire - dicono - perché operiamo in un settore che oggi è strategico per affrontare l'emergenza coronaviru­s».

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Mauro Celli. Vicepresid­ente di A.Celli Nonwoven

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