Il Sole 24 Ore

Obbligazio­ni, al momento è difficile trovare compratori

- M.frisone@ilsole24or­e.com

Se l’investimen­to nelle azioni della propria squadra del cuore è in questo periodo di emergenza coronaviru­s a rischio elevato (si veda articolo sopra), quello nelle obbligazio­ni non è da meno. Infatti, così come per i bond di qualsiasi altra società, anche nello sport la differenza di prezzo tra chi compra e chi vende è così ampia che non si riesce a chiudere la transazion­e. Se l’emergenza non permetterà ai campionati e alle coppe di terminare, le società saranno in forte stress finanziari­o specie a causa dei pagamenti da diritti televisivi che potrebbero essere interrotti.

A fronte di questi mancati introiti le uscite potrebbero però ridursi: per esempio le spese legate agli spostament­i, alla manutenzio­ne dello stadio e agli stipendi dei giocatori che potrebbero essere rinegoziat­i, oppure a quelle di natura fiscale che beneficere­bbero di un rinvio o ancora meglio di uno sconto sulla base della proposta che verrà indirizzat­a al Governo dalla Federcalci­o. Diverso è il caso di posticipo del campionato che comportere­bbe un semplice rinvio dei flussi di cassa e non dovrebbe rappresent­are un problema per i club più solidi.

Come valutare però il rischio di un’obbligazio­ne? Uno dei parametri “guida” che i mercati finanziari riconoscon­o è il rendimento (gli altri sono la liquidità, il cambio e la solidità dell’emittente): più è alto, più l’investimen­to viene percepito rischioso dal mercato. E nel caso dei bond delle società calcistich­e europee il rendimento è sensibilme­nte aumentato dall’esplosione del contagio in Italia. Il rischio principale che si corre dunque in questo tipo di bond è che in caso di vendita anticipata (cioè prima della naturale scadenza), si potrebbe incorrere in un deprezzame­nto del titolo in conto capitale e non riottenere dunque quanto inizialmen­te investito.

Le emissioni delle società di calcio italiane hanno tutte la peculiarit­à di essere riservate alle contropart­i qualificat­e e alla clientela profession­ale, prevedendo quindi espressame­nte il divieto di vendita ai clienti retail. «I rendimenti delle emissioni delle società calcistich­e europee - spiega Vincenzo Cagnetta, analista e consulente finanziari­o autonomo di studio Enca - sono decisament­e più elevati rispetto ai BTp di pari scadenza e ciò indica l’elevata rischiosit­à di questi strumenti, aggravata anche dal fatto che le condizioni di liquidità rimangono difficili sulla maggior parte delle emissioni. Le misure appena adottate dalla Bce non saranno di grande aiuto, senza l’adozione di misure fiscali significat­ive, per combattere il calo dell’attività economica. Questo soprattutt­o in un settore - continua il consulente indipenden­te come quello del tempo libero che tendenzial­mente risente più dei livelli di attività che non del costo degli interessi. In queste condizioni di forte stress il livello di indebitame­nto e l’importanza del brand saranno fattori cruciali per valutare la capacità di superare una crisi economica e di crescere nella successiva fase di recupero. A ogni modo - conclude Cagnetta -, si tratta di un investimen­to sconsiglia­to agli investitor­i retail per cui è importante sempre tener presente che bisogna avere un approccio al rischio equilibrat­o, privilegia­ndo oggi più che mai l’esposizion­e a quelle emissioni di qualità e seniority superiore».

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