Per non copiare l’ufficio in sala soluzioni pratiche e versatili
Il mondo dell’arredo già da tempo ha imboccato la strada della versatilità, delle soluzioni ibride, dei mobili trasformabili. Perché la richiesta di chi vive gli spazi è proprio questa: modelli liquidi in cui la vita privata e quella lavorativa si sovrappongono. Freelancer e smart worker hanno organizzato una casa multiuso prima ancora che l’emergenza coronavirus costringesse una grossa quota di lavoratori a farlo. Mentre parallelamente le aziende si sono organizzate con spazi multifunzionali e modificabili.
La parete Dancing Wall disegnata da Stephan Hürlemann per Vitra incarna bene questa tendenza. La sua funzione base è quella di divisorio mobile in varie configurazioni: libreria, unità tv, guardaroba, lavagna. Pensato per le aziende che hanno bisogno di spazi agili e modulari, si può attrezzare anche in casa. A patto che sia abbastanza grande.
Per chi invece deve fare conti con metrature ridotte in cui far convivere lavoro e quotidianità è più adatto Stendhal, di LucidiPevere per Ligne Roset: «Un quadro astratto – a sua volta un elemento d’arredo – che si apre e diventa uno scrittoio, per case in cui c’è la necessità di avere un piccolo ufficio, eliminando l’ingombro. È un arredo da fruire e poi nascondere, adatto anche in uno spazio di passaggio. All’interno presenta ripiani, attacchi per l’elettricità e prese Usb», spiega Luca Pevere.
Anche la Standing Workingstation, autoproduzione di Valentina Zuendel, segue la stessa
iispirazione: oggetto mobile di dimensioni minime a metà strada tra una scrivania e una libreria, è «una cornice di metallo sospesa con superfici inclinabili, nata per spazi di transito che all’occorrenza diventano luoghi di lavoro temporaneo. Ad assecondare la tendenza di lavorare ovunque»: così la descrive la designer di origine austriaca.
Ypsilon Tilting, nella versione ribaltabile e accatastabile, si spinge ancora più in là: è un tavolo con un meccanismo brevettato che permette il ribaltamento e il passaggio del ripiano da una posizione orizzontale a una verticale, disegnato da Jorge Pensi per Pedrali.
Una necessità imprescindibile dei lavoratori casalinghi è quella di tenere in ordine il proprio materiale. E qui viene in aiuto Paravan Mood, di Lievore Altherr per Arper. In realtà sono accessori della linea di pannelli modulari omonima, più adatti quindi a spazi pubblici che domestici, ma possono essere d’ispirazione: realizzati in lamiera piegata, tappezzano le pareti di mensole, ganci, lavagne, portariviste.
In fondo, i prodotti pensati per coniugare casa e lavoro seguono facilmente la traiettoria tra l’ibrido e il modulare. Incarna il primo aspetto lo sgabello Aaron, una delle ultime novità di Lapalma, disegnato dal duo Pio&Titotoso, che unisce in sé le funzionalità di una seduta e di un tavolino. Raccontano i designer: «Dall’osservazione della vita di tutti i giorni, di come le persone si muovono e si siedono, dall’indagine attorno all’oggetto “sgabello” e ai differenti utilizzi che se ne fanno oggi, ha preso forma l’idea di fondere due elementi, dando vita a una nuova tipologia funzionale».
Per la modularità invece, ne rappresenta una sintesi estrema BikiniIsland di Werner Aisslinger per Moroso. Qui il principio è quello del collage: addio al divano monolitico davanti alla tv, il centro della casa è un’isola in cui fare cose diverse. Volumi morbidi di tre altezze circondano piccoli contenitori e tavolini, mentre la struttura in metallo tubolare con i vasi porta fiori, le piccole librerie e le tende offrono molteplici possibilità. Anche quella di lavorare davanti a un computer.