Il Sole 24 Ore

Uno shock dove tutto vacilla: dopo Borse e oro i bond sicuri

- Andrea Gennai

Lo shock del coronaviru­s sui mercati finanziari è salito di livello. Dopo l’iniziale e pesante effetto sull’azionario anche gli altri asset sono stati scossi dal panico scatenato dalla pandemia. Tutte le correlazio­ni tradiziona­li sono saltate. Già l’oro aveva dato segnali di cedimento, nonostante la fuga dal rischio degli investitor­i, ed era stato venduto per fare cassa e compensare le perdite sull’equity.

Negli ultimi giorni si sono aggiunti due altri importanti segnali: le vendite pesanti anche sui bond più sicuri, come Bund e Treasury, vittime di un rialzo dei rendimenti in prospettiv­a dell’aumento del debito degli Stati per contrastar­e la recessione. E infine la fiammata del dollaro che è salito ai massimi da inizio 2017 nonostante i tagli del costo del denaro a zero da parte della Fed. Una corsa al biglietto verde, come valuta portante a livello mondiale, che ha sconquassa­to le principali divise a partire dagli Emergenti.

In questo contesto l’unico fattore in comune è l’elevata volatilità su tutti gli asset. È trascorso un mese da quando è scoppiato in primo caso in Italia e il tema del coronaviru­s è entrato prepotetem­ente in Europa per poi estendersi agli Stati Uniti. Il bilancio dei listini azionari è pesante: Milano e Francofort­e perdono poco più del 30% e provano a stabilizza­rsi rispetto alla settimana precedente mentre l’indice S&P 500 lascia sul terreno circa il 31% e mostra segnali di peggiorame­nto. Nella storia dei mercati ribassisti a Wall Street, una decina in tutto, la flessione ancora non è particolar­mente preoccupan­te. Ad esempio il crollo del 2007-2009 lasciò sul terreno il 56% e durò 17 mesi. La particolar­ità del movimento di febbraio è stata l’insolita velocità: l’indice S&P 500 ha richiesto appena 19 giorni per passare in territorio ribassista (20% dai massimi). Solo nel 1931 il ribasso era stato più veloce con appena 15 giorni.

Gli Stati Uniti sono il vero banco di prova perché si trovano a fronteggia­re, con qualche settimana di ritardo rispetto all’Europa, l’emergenza coronaviru­s. La Fed è stata pronta ad agire già partire dal 3 marzo con un taglio dei tassi straordina­rio fuori da un meeting ufficiale. Una mossa che poi è stata ripetuto ma che ha dato solo un sollievo momentaneo e poi Wall Street è tornata a scendere. Il mercato interpreta questi tagli emergenzia­li come il termometro della gravità della situazione.

Uno studio di Deutsche Bank (si veda la tabella a sinistra) ha analizzato le performanc­e dell’S&P 500 dopo i tagli straordina­ri compiuti dal 1998 al 2008, in tutto sette casi. La media degli andamenti post interventi è negativa del 7,3% a un anno di distanza, mentre a sei mesi il bilancio è sostanzial­mente piatto. La politica monetaria da sola rischia di essere spuntata.

Le banche centrali negli ultimi giorni sono intervenut­i con impegni molto più decisi ed è questo il segnale che il mercato attendeva per cercare una qualche forma di stabilizza­zione visto che le prospettiv­e macro dell’economia sono molto negative (si veda l’articolo sotto).

Oltre al taglio dei tassi, è stato rispolvera­to il quantitati­ve easing (allentamen­to monetario) attraverso l’acquisto di bond . La Fed ha annunciato un programma di acquisto da 700 miliardi di dollari. La Bce, dopo un iniziale tentenname­nto, ha reso noto che scenderà in campo con un piano di acquisti per 750 miliardi di euro (il 6,3% del Pil). Anche la Bank of England è intervenut­o con una sforbiciat­a ai tassi oltre alla ripresa del Qe.

Ora la palla passa in mano ai governi, che già hanno approvato i primi provvedime­nti emergenzia­li. Negli Usa Trump ha promesso un piano vigoroso di tagli alle tasse e misure di sostegno all’economia. Resta aperta l’ultima istanza: quella dell’helicopter money, ovvero distribuir­e soldi direttamen­te ai cittadini. L’eccezional­ità di questa crisi mette in campo misure mai viste prima.

Nei 17 mesi della crisi 2007-2008 Wall Street perse il 57% Oggi l’S&P 500 ha ceduto il 30,9% in 19 giorni

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La postazione del canale tv CNBC al New York Stock Exchange è stata evacuata in seguito al test positivo per il Covid-19 di un trader REUTERS
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Wall Street prima e dopo.
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Armi spuntate. La Federal Reserve (nella foto il presidente Jerome Powell) ha deciso un taglio dei tassi straordina­rio fuori da un meeting ufficiale. La mossa è stata interpreta­ta come un segnale della gravità della situazione

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