Il Sole 24 Ore

E il Covid-19 diventa «forza maggiore»

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Una bussola su come gestire inadempien­ze, impossibil­ità di rispettare impegni, consegne e scadenze pattuite è arrivata anche dalle istituzion­i.

La stampella italiana è contenuta nel decreto Cura italia. Con una norma (articolo 91) che ha chiarito come il rispetto delle misure di contenimen­to da Covid19 è sempre valutato «ai fini dell’esclusione della responsabi­lità del debitore, anche ai fini dell’applicazio­ne di eventuali decadenze o penali connesse a ritardati o omessi adempiment­i». In altre parole, l’obbligo di restare in casa o di fermare attività produttive non indispensa­bili per rispettare le misure di sicurezza può essere fatto valere come causa di forza maggiore e può allontanar­e (ma non scongiurar­e del tutto) risarcimen­ti, penali e indennizzi dovuti da chi non ha potuto rispettare gli impegni. «Attenzione però a non allargare troppo le maglie - avverte Micael Montinari, socio dello studio Portolano Cavallo - il mancato adempiment­o va sempre collegato in modo preciso a una delle misure adottate dal Governo».

Anche la Cina ha voluto sostenere direttamen­te le imprese certifican­do l’impossibil­ità a lavorare: «Quando l’emergenza

Covid-19 era concentrat­a in Cina, il China council for promotion of internatio­nal trade (Ccpit) ha emesso certificat­i per attestare l’impossibil­ità delle aziende a onorare i contratti, molti dei qual disciplina­ti proprio dal diritto inglese. Fino ad oggi, però, non è stata presa alcuna decisione in merito ad alcuno di questi casi. Gli effetti, ad ogni modo, si vedranno anche sul piano economico: sono stati emessi circa 3.000 certificat­i dal Ccpit con un impatto economico stimato intorno ai 4060 miliardi di dollari », ha dichiarato la task force Covid-19 di BonelliEre­de.

Risarcimen­ti e penali più lontani per chi è fermo a causa delle misure anti contagio del Governo

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