HELICOPTER MONEY, GIOCO A TRE
L’elicottero monetario è uno dei possibili scenari macroeconomici che viene evocato per la politica monetaria europea. Il suo eventuale esito sarebbe il risultato finale di una partita a tre tra politici nazionali ed europei, BCE e mercati, in cui la sequenza delle mosse ed il ruolo di ciascuno giocatore diverebbe una componente cruciale.
In generale per elicottero monetario intendiamo una azione di politica economica composta almeno tra tre elementi: una spesa pubblica in disavanzo, magari rappresentata da trasferimenti unilaterali dallo Stato ad imprese e/o a cittadini; il finanziamento monetario di tale spesa da parte della banca centrale; una corrispondente possibile riduzione del valore della moneta che quella banca centrale emette. Quest'ultimo effetto può essere provocato da due diversi canali, anche intrecciati: l'emergere di perdite nel bilancio della banca centrale, tali per cui si producono effetti monetari e reputazionali che riducono l'efficacia della politica monetaria; una crescita significativa del livello generale dei prezzi. Ipotesi più specifiche di elicottero monetario possono entrare nelle modalità tecniche di distribuzione dei trasferimenti unilaterali, o in quelle del finanziamento monetario a cui corrisponde nel bilancio della banca centrale una attività con perdite effettive o potenziali più o meno rilevanti. Ma la sostanza è nel triangolo tra deficit pubblico, suo finanziamento a costo zero e corrispondenti rischi di svalutazione della moneta.
L'elicottero monetario non sarebbe certo una innovazione di politica economica, ma semplicemente il ritorno di un mixi di politica fiscale e monetaria di cui c'è traccia nei Paesi avanzati almeno fino agli anni '70 dello scorso millennio. L'elicottero monetario è sparito perché all'epoca era una partita a due che aveva finito per danneggiare tutti i cittadini. I giocatori erano i politici da un lato ed i mercati dall'altro. I politici avevano una particolare propensione a far volare l'elicottero monetario, perché le ragioni macroeconomiche per creare un disavanzo monetario sono molteplici: squilibri reali, di finanza pubblica e di instabilità bancaria, per non citare le patologie da inefficienza e corruzione. Quello che è accaduto è che all'aumentare della consapevolezza dei mercati della propensione dei politici a fare gli elicotteristi, l'elicottero non solo ha smesso di funzionare, ma ha iniziato a creare solo danni.
Per cui gli stessi politici hanno trovato conveniente introdurre un terzo giocatore – la banca centrale – che non poteva far volare più elicottero monetario, e con mercati pronti a premiare o a punire le politiche fiscali più o meno disciplinate. Sulle regole della partita a tre è stata costruita la BCE.
Oggi siamo in una situazione che è stata definita da economia di guerra, da ultimo nell'intervento di Mario Draghi. In una ipotesi di elicottero monetario da economia di guerra, quali sarebbero oggi i ruoli dei tre giocatori, assumendo che le regole del giuoco non cambino? Per ridurre i costi umani ed economici della recessione pandemica vi è largo consenso sul fatto che l'intervento pubblico provocherà una crescita dei deficit e dei debiti pubblici europei. La prima mossa dovrebbe essere dei politici europei; ciascuno di essi deve scegliere quando, quanto e come coordinarsi con gli altri. Questa prima possa può essere più o meno efficace – quale politica fiscale finanziare – ed efficiente – in quali tempi e modi prendere le relative decisioni.
La seconda mossa è della BCE: la banca centrale può implementare qualunque politica monetaria, purchè sia compatibile con l'obiettivo di medio periodo di non intaccare stabilmente il valore dell'euro. Quindi qualunque soluzione tecnica straordinaria di elicottero monetario deve minimizzare il rischio che tale azione non intacchi la fiducia nella stabilità strutturale dell'euro, o nella capacità della BCE di difenderla al ritorno dei tempi normali.
Il terzo giocatore – i mercati e l'economia in generale – possono giocare in qualunque momento, premiando o punendo l'interazione tra la politica fiscale e la politica monetaria, perché la loro azione può incidere sia sulle passività emesse dai politici - il debito pubblico – che su quella emessa dalla BCE – il valore dell'euro, sia in rapporto alle altre monete che in termini di capacità di acquistare beni e servizi. Dunque l'efficacia di un elicottero monetario da tempo di guerra dipende dalla capacità di politici e BCE di avere un orizzonte lungo, mentre lo stesso non si può chiedere ai comportamenti aggregati di mercati ed economia. Le incognite sulla prima mossa fiscale potrebbero anche essere scosse da una mossa del cavallo della BCE, come quella di un annunzio di disponibilità all'elicottero monetario. In tempo di guerra tutto può succedere.