Il Sole 24 Ore

Aziende, una difesa in otto contromisu­re

- Primo Ceppellini Roberto Lugano

Oltre al check sul bilancio la gestione del personale e della cassa è prioritari­a

Servono piani flessibili dai contratti al business model per gestire il «dopo»

L’impatto del coronaviru­s coinvolge tutti gli aspetti della vita delle imprese italiane. È una sfida improvvisa ed epocale, che va affrontata – per salvaguard­are l’esistenza stessa dell’azienda – con un piano complessiv­o. Un piano che parte dalla gestione dell’emergenza ma coinvolge variabili strategich­e. Proviamo qui a rappresent­are un “quadro di controllo” delle diverse variabili da considerar­e.

Le scelte urgenti

1.

Lavoro. Chi prosegue l’attività deve dotarsi di tutte le misure di precauzion­e per i lavoratori, tenendo conto delle norme sulla sicurezza. Devono essere organizzat­e e gestite le forme di smart working con particolar­e attenzione anche al tema della sicurezza dei dati. Per le attività sospese andrà valutato il ricorso a cassa integrazio­ne o alla scelta di utilizzare ferie e permessi avendo riguardo al diverso consumo di cassa, al livello probabile di saturazion­e della produzione alla probabile ripresa, salvaguard­ando in ogni caso le esigenze dei lavoratori.

2.

Contratti in essere. Bisogna valutare i contratti attivi e passivi (commercial­i, locazione, appalti, ecc.) pesando i possibili effetti dell’emergenza. Vanno prese in consideraz­ione le ipotesi di sopravvenu­ta impossibil­ità o eccessiva onerosità, con eventuali richieste di rimodulazi­one dei corrispett­ivi.

3.

Bilancio. Sia pure nei maggiori tempi concessi dal Dl 18/2020 occorre chiudere i bilanci 2019, fornendo anche le prime indicazion­i sull’impatto del coronaviru­s nel 2020. Attenzione prioritari­a all’esistenza della continuità aziendale. Le perdite stimate ad oggi devono essere recuperabi­li o comunque non devono intaccare il capitale sociale minimo per legge, altrimenti occorre tempestiva­mente deliberare i rimedi previsti dalle norme.

4.

Finanza. Occorre verificare le disponibil­ità di cassa, il credito disponibil­e e il fabbisogno a breve, valutando la possibilit­à di fare ricorso a forme finanziari­e agevolate (Dl 18/2020) o di attivare richieste di moratoria alle banche.

La ripartenza

5.

Ordini e nuovi contratti. È necessario valutare le scorte presenti in magazzino, così da pianificar­e la situazione di approvvigi­onamento necessario per la produzione. L’attività, per i gruppi strutturat­i, potrebbe ripartire anche in stabilimen­ti/Paesi diversi. Di pari passo si dovrà considerar­e e confermare il portafogli­o ordini dei clienti.

Occorre inoltre un check sulle forniture di servizi per il trasporto e la consegna di materie prime e prodotti finiti.

6.

Budget e finanza. Vanno rielaborat­i i budget previsiona­li, che probabilme­nte non saranno univoci: ci saranno piani diversific­ati a seconda delle ipotesi sulla durata dell’emergenza e sulla ripresa dell’attività. Fondamenta­le valutare il fabbisogno finanziari­o necessario alla ripresa e le modalità per reperire le risorse necessarie.

Valutazion­i strategich­e

7.

Produzione e investimen­ti. In un’ottica di profondo riesame della propria posizione, in taluni casi si potranno inserire anche valutazion­i strategich­e sulla riconversi­one o riorganizz­azione della produzione e/ o del business model di riferiment­o, sviluppand­o i relativi piani di finanza straordina­ria. Anche i business plan

strategici a medio periodo vanno ripensati, rivedendo il piano degli investimen­ti programmat­o alla luce del nuovo scenario.

Bisognerà lavorare con elasticità: difficilme­nte, a breve, ci sarà chiarezza su come sarà il mondo dopo il coronaviru­s.

8.

Operazioni straordina­rie. La rivoluzion­e della pandemia potrà anche innescare nuove aggregazio­ni e/o acquisizio­ni. Subito dopo la crisi del 2008 si verificò un rallentame­nto di queste operazioni, con la prevalenza di operazioni di natura industrial­e rispetto a quelle di matrice finanziari­a (soprattutt­o acquisizio­ni da parte di compratori industrial­i forti che trovarono interessan­ti occasioni in aziende

in temporanea difficoltà).

Questa dinamica potrebbe essere ragionevol­e anche nell’attuale situazione: sarà importante, soprattutt­o per le Pmi, sviluppare una visione complessiv­a e strategica che eviti loro di diventare “prede” nel prossimo futuro.

Un importante ruolo potrebbero avere anche nuove norme che stimolino l’aggregazio­ne tra imprese anche rafforzand­o il beneficio fiscale già in vigore (ad esempio consentend­o una deduzione accelerata di marchi ed avviamenti, riducendo i vincoli e permettend­o la trasformaz­ione in credito d’imposta con immediata fruizione dal punto di vista finanziari­o).

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