Più garantiti i finanziamenti ai professionisti
Regole semplificate, garanzie gratuite, zero commissioni e un’iniezione di 1,5 miliardi di euro: nuovi prestiti da 3mila euro fino a 18 mesi. Interventi anche dai territori
Estensione e gratuità delle garanzie, niente commissioni, procedure più rapide: il Governo usa la leva del Fondo di garanzia per dare ossigeno alla liquidita dei professionisti. Previsto un finanziamento fino a 3mila euro per 18 mesi a tutte le categorie professionali finora escluse dall’operatività delle garanzie pubbliche. Restano attivi gli strumenti già agevolati per il resto della platea.
La parola chiave è liquidità: risorse da immettere subito nelle tasche dei professionisti per provare ad arginare la falla economica da coronavirus. La prima leva di credito sollecitata dal Governo nel Dl Cura Italia è il Fondo di garanzia per le Pmi, che con un’iniezione di 1,5 miliardi ha esteso i benefici delle garanzie statali sui finanziamenti aprendo le porte, con prestiti fino a 3mila euro per 18 mesi meno un giorno, a «persone esercenti attività di impresa, arti e professioni». Un’estensione che tira dentro al Fondo anche i professionisti non ordinistici ed esclusi anche dagli elenchi del Mise ex legge 4/2013. Perché il Fondo di garanzia per le Pmi era già aperto agli ordinistici con una procedura agevolata (senza valutazione del merito creditizio) per i prestiti fino a un massimo di 25mila euro: in questo caso, peraltro, la garanzia pubblica applicata è tarata sul tetto massimo dell’80 per cento. Per tutte le altre operazioni la soglia massima di finanziamento è stata portata a 5 milioni. La conversione in legge del Dl però potrebbe cambiare ancora le carte: il viceministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni ha presentato alcuni emendamenti per rafforzare l’inclusione nel Fondo alzando per tutti la soglia da 3 a 25mila euro. « Le Pmi e i professionisti appartenenti a qualsiasi settore di attività economica, con la sola esclusione di quelli finanziario e assicurativo - dice Buffagni - possono trovare sponda nel fondo di garanzia dello Stato che solo a marzo ha visto oltre 11mila richieste con un incremento del 37% e che è pronto a sostenere interventi per potenziali 50 miliardi di nuova liquidità nei prossimi 9 mesi. Il Governo sta facendo il possibile, ora anche le banche devono fare maggiormente la loro parte».
Il Fondo Pmi
Le novità già operative sono quelle delle semplificazioni: cancellate le commissioni di ingresso, via i costi delle garanzie, stop alla valutazione del merito creditizio, avanti tutta con l’autocertificazione recante dichiarazione di danni da Covid-19.
Non è un mistero che storicamente il mondo professionale abbia avuto una scarsa dimistichezza con lo strumento delle garanzie statali per l’accesso al credito: nel 2019 contro 84mila aziende che hanno fatto ricorso al sistema delle garanzie statali solo 284 professionisti ne hanno beneficiato.
Le Casse
Adandareinsoccorsodeiprofessionisti utilizzandolalevadelFondocisonoancheleCasseprofessionali.«Stiamoperfezionandolacostituzionediunasottosezioneloanbyloanperfavorirel’accessoalcreditodeinostriprofessionisticon garanziedell’80%delFondochepuòessereportatoal90%nelcasodioperativitàconConfidi»,diconoinEpap(l’entedi previdenza pluricategoriale). Mentre l’Enpamannunciachealloscaderedelle garanzie del dl Cura Italia l’ente «continueràafornirleaipropriiscritti».Cassa forense,poi,lavoragiàprimadell’emergenzaaunaconvenzioneperfarsicarico del 20% scoperto dalla garanzia per i prestitidegliavvocati.Perquestamisura siparladiunostanziamentodi5milioni di euro. Infine la Cassa dei ragionieri ha già deliberato l’adesione al Fondo.
Le Regioni
Il territorio, nel frattempo, non sta a guardare. Alcune Regioni, tra cui la Lombardia, stanno mettendo mano al bilancio per reperire risorse da destinare agli autonomi. «Siamo pronti con alcunepropostedasottoporreallaGiunta indiscussioneneiprossimigiorni-dice
AttilioSuperti,vicesegretariodelConsiglio regionale lombardo - tra queste oltre alla sospensione di tutti gli adempimenti, pensiamo a un rifinanziamento delle misure per l’accesso al credito attraverso i fondi Fesr e Fse». Work in progress anche in Piemonte dove il governo regionale sta studiando misure per integrare con risorse interne il contributo statale di 600 euro. «Siamo ancora in fase di studio - dice Andrea Tronzano, assessore piemontese allo Sviluppo - ma l’idea è di rafforzare lo strumento attraverso risorse del Fse».
In Emilia Romagna è stato pubblicato un bando da 10 milioni a disposizione dei Confidi per abbattere i costi dei finanziamenti fino a un massimo di 150mila euro a favore di imprese e professionisti titolari di partita Iva e iscritti agli Ordini professionali o aderenti alle associazioni professionali.
In Toscana, per il momento, due gli strumenti a disposizione degli autonomi: la cassa integrazione in deroga applicabile anche ai dipendenti degli studi professionali e le misure di sostegno al credito con prestiti fino a 50mila euro a tasso zero.
Il Lazio, infine, ha varato «Pronto cassa», un pacchetto di misure tra cui 55 milioni di euro per i finanziamenti sulla liquidità, attivi nella prima decade di aprile, e 10 milioni per l’estensione delle garanzie del Fondo Pmi. La Regione inoltre ha sospeso le procedure di rientro dei finanziamenti concessi a imprese e professionisti dai bandi regionali. «Una serie di misure - dice l’assessore allo Sviluppo del Lazio, Paolo Orneli -per sostenere la liquidità di imprese e professionisti».
Il viceministro Buffagni: «Il Governo sta facendo la sua parte, ora le banche devono fare di più»