Donazioni a quota 62,8 milioni per gli ospedali lombardi
Per la lotta al coronavirus gli italiani hanno già donato agli ospedali della Lombardia - la regione più colpita dalla pandemia -62,8 milioni di euro. Che si aggiungono ai 44 milioni raccolti dalla Protezione civile sul conto corrente ad hoc aperto il 18 marzo.
Le raccolte fondi sono partite in tutta Italia, con l’Ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma che ha già ricevuto 8 milioni e il Sant’Orsola di Bologna che ne ha avuti 7,5. Grazie alla procedura di acquisto agevolata prevista dal Dl Cura Italia, le aziende sanitarie hanno già cominciato a spendere le prime somme ricevute per ampliare i reparti di terapia intensiva e acquistare tute, mascherine e occhiali per medici e infermieri. Il Cura Italia ha dato una spinta alla generosità a degli italiani anche con i bonus fiscali potenziati per i donatori, cittadini o imprese (articolo 66).
Per la lotta al coronavirus gli italiani hanno già donato agli ospedali della Lombardia 62,8 milioni di euro. Che si aggiungono ai 44 milioni raccolti dalla Protezione civile sul conto corrente ad hoc aperto il 18 marzo. Ma le raccolte fondi sono partite in tutta Italia, con l’Ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma che ha già ricevuto 8 milioni, e il Sant’Orsola di Bologna che ne ha avuti 7,5, fino a strutture sanitarie meno esposte dal punto di vista mediatico: la Asl di Latina scrive sul proprio sito di aver ricevuto 72.768 euro (al 25 marzo).
La generosità degli italiani è stata spinta anche dal decreto Cura-Italia, con due strumenti: bonus fiscali potenziati per i donatori, cittadini o imprese (articolo 66)e possibilità per gli enti del Servizio sanitario nazionale di usare, fino al 31 luglio, i proventi delle donazioni più rapidamente, cioè per comprare forniture e servizi utili con affidamenti diretti, senza gare e senza consultare due o più operatori economici, come invece è previsto per le pubbliche amministrazioni (articolo 99).
I due canali principali di raccolta delle donazioni sono i conti correnti attivati da Regioni e ospedali e le piattaforme online che ospitano campagne promosse da cittadini, enti del terzo settore o personaggi pubblici.
Le aziende sanitarie hanno già cominciato a spendere le prime somme ricevute, per ampliare i reparti di terapia intensiva e acquistare tute, mascherine e occhiali per medici e infermieri.
Anche la raccolta fondi della Protezione civile fanno sapere dal Dipartimento - nell’immediato è destinata all’acquisto di respiratori e dispositivi di protezione individuale, da distribuire anche a polizia, carabinieri, autisti dei mezzi pubblici, operatori della nettezza urbana e delle poste. Vista l’emergenza, la Protezione civile non segue la procedura applicata in passato, ad esempio per i 34 milioni donati dagli italiani in occasione del terremoto del Centro-Italia nel 2016. Di solito un comitato dei garanti, con rappresentanti del Dipartimento e delle Regioni, valutava i progetti e i fondi venivano quindi ripartiti. In questo caso, invece, le donazioni saranno immediatamente usate, e il commissario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri autorizza direttamente le procedure di acquisto.
Il Policlinico di Milano fa sapere che grazie ai quasi sei milioni raccolti con le donazioni ha creato 300 po stiletto dedicati all’ emergenza Cov id -19,100 dei quali in terapia intensiva e sub-intensiva, e un laboratorio per l’ analisi dei tamponi. Son ostati avviati anche progetti di ricerca per sperimentare nuove terapie.
A Bologna la Fondazione Sant’Orsola, d’intesa con il Policlinico, sta impiegando i fondi anche per fornire servizi di welfare al personale medico: voucher per le baby sitter, alloggi gratuiti a Bologna per chi non vuole tornare a casa a fine turno e consegna a domicilio della spesa. Su attrezzature e dispositivi di sicurezza, fanno sapere dall’Ospedale bolognese, «restano criticità negli approvvigionamenti, per le difficoltà del mercato ad assorbire la domanda e per la situazione legata ai trasporti e ai blocchi doganali».
Allo Spallanzani le somme sono arrivate tramite tre canali: bonifico bancario, account PayPal e campagne online. Il direttore generale dell’istituto Marta Branca spiega come sono autorizzate le spese: «La direzione aziendale, dopo una preliminare analisi dei fabbisogni, individua i beni da acquisire, a meno che i donatori non abbiano già individuato una destinazione d’uso delle liberalità».
Anche a Padova è tutto registrato, tramite delibere pubblicate sull’Albo online dell’azienda ospedaliera. Qui si incontrano “grandi” benefattori, ma anche piccole donazioni (dai 350 ai 50 euro) di privati cittadini. Da valutare, invece, le tante proposte che arrivano di beni in natura. A Padova non tutto è stato accettato: c’è chi ha offerto macchinari per pulire l’aria, una ditta locale ha proposto un box per fare i test, come quelli utilizzati per le strade in Corea; un imprenditore anonimo ha donato uno stock di tamponi al dipartimento di microbiologia. «Purtroppo», fanno sapere dall’Azienda, «per i protocolli igienico-sanitari in alcuni casi dobbiamo declinare le offerte, ad esempio quelle di generi alimentari per i medici».
Anche all’ospedale di Careggi, a Firenze, sono arrivate «donazioni ingenti di beni come attrezzature e mascherine», fanno sapere. Agli ospedali di Lodi, Codogno, Casalpusterlengo e Sant’Angelo Lodigiano stanno arrivando saturimetri, detergenti e anche uova di Pasqua.
La startup innovativa Italia non profit ha avviato il 15 marzo una piattaforma online per dare evidenza (anche in inglese) alle raccolte fondi promosse dagli ospedali: «Le emergenze mobilitano nuovi donatori rispetto a quelli abituali», nota il Ceo della società Giulia Frangione. «Il sito - aggiunge - riceve migliaia di visite al giorno, anche dall’estero». La start up monitora poi le iniziative di filantropia avviate da aziende, fondazioni e privati a supporto dell’emergenza: ne sono state già mappate 309, che coinvolgono 76 enti non profit, per un totale di 425,6 milioni donati.
Per Nicola Bedogni, presidente dell’Assif, l’Associazione italiana fundraiser, «prima di fare una donazione è bene verificare se l’ente prescelto abbia effettivamente bisogno di soldi. È bene anche accertarsi che la donazione sia detraibile, se interessati, perchè l’uso di alcune piattaforme online non dà diritto a bonus fiscali».
Il Dl curaItalia prevede bonus fiscali per chi dona e acquisti semplificati per i beneficiari delle donazioni