«Contributi, pronti a un alt lungo»
«Se lo stato di emergenza dovesse perdurare siamo pronti a estendere la sospensione dei contributi fino a dicembre». Parola di Nunzio Luciano, presidente di Cassa forense, alle prese in questi giorni con una valanga di richieste da parte degli iscritti.
Presidente, cosa sta succedendo?
Succede che la categoria è in affanno e la preoccupazione per gli avvocati oggi è la sopravvivenza, ma noi siamo una Cassa, una fondazione privata e la nostra funzione, anche in questi tempi complicati, è garantire la sostenibilità dei conti che significa riuscire a pagare le pensioni ai nostri iscritti. Invece sulla mia email piovono ogni giorno domande di aiuto di ogni tipo, anche quelle che purtroppo non ci possiamo permettere.
Avete sospeso il versamento dei contributi fino a settembre. Basterà?
Per ora sì. Ma se lo stato di emergenza dovesse perdurare siamo pronti a estendere la sospensione dei contributi fino a dicembre. Queste misure hanno un costo, sia chiaro: secondo un calcolo a spanne, la sospensione fino a settembre impatterà per circa 600 milioni con notevoli ricadute nella gestione finanziaria dell’ente.
Quali altre misure avete messo in campo?
Partiamo dal presupposto che noi non siamo lo Stato e la logica degli interventi a pioggia con le risorse a nostra disposizione si tradurrebbe in microinterventi inutili. Faccio un esempio: se potessi spendere 100milioni di risorse extra, questo intervento si tradurrebbe in 408 euro lordi per singolo avvocato. Quindi si tratta di intervenire con misure mirate. Abbiamo quindi lanciato una polizza assicurativa per i contagiati che garantisce un’indennità giornaliera, consulti medici e un risarcimento per le famiglie delle vittime.
Avete idea di quanti siano gli avvocati contagiati?
A noi risulta un numero che va oltre i 400 professionisti, ma parliamo ovviamente di una stima molto provvisoria e imprecisa.
Torniamo alle misure della Cassa. Cos’altro avete studiato?
La sospensione dei versamenti si trascina dietro il blocco di tutti gli altri adempimenti amministrativi: rateazioni, riscatti, eccetera. In più abbiamo distribuito delle tessere via card che offrono agevolazioni sui trattamenti sanitari.
Facciamo due conti. A quanto ammontano le risorse disponibili extra?
Al momento abbiamo circa 55 milioni per il welfare, più altri 30 milioni in parte destinati a fronteggiare emergenze per le calamità naturali. Ma a queste potrebbero aggiungersi altre dotazioni se il Governo ci concedesse la possibilità di utilizzare il 5% dei rendimenti investiti: così facendo potremmo sbloccare altri 40-50 milioni.
E invece cosa succede?
La manovra dei 600 euro rischia di abbattersi sui nostri conti: ci si chiede di anticipare delle somme e non so se tutte le Casse saranno in grado di trovare le risorse necessarie. Ci sono poi notevoli problemi per l’adozione delle procedure informatiche necessarie per la presentazione delle domande.