Il Sole 24 Ore

«I giovani avvocati tra i più colpiti nei grandi studi»

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Giovanni Lega, managing partner di Lca è anche il presidente di Asla (l’Associazio­ne degli studi legali associati): 100 soci, di fatto la maggior parte delle grandi law firm in Italia. Sta cercando di monitorare la situazione per quel che riguarda gli avvocati d’affari: ogni due settimane incontra tutti in video conferenza e distribuis­ce un questionar­io sull’organizzaz­ione in studio, le richieste dei clienti e le azioni da intraprend­ere verso le istituzion­i (si veda una sintesi in basso).

Come stanno reagendo i grandi studi associati?

Sul piano pratico, molto bene. Fin dall’inizio la stragrande maggioranz­a di noi era attrezzata per lo smart working, sia come strumenti in dotazione che come cultura digitale.

Veniamo alle conseguenz­e economiche del coronaviru­s. Qual è finora l’impatto nei grandi studi?

Per ora siamo ancora in un clima di attenta positività. Del resto partivamo da un buon 2019. Un trend confermato anche a inizio 2020. Nessuno finora ha preso decisioni drastiche su affitti e leasing, qualcuno sta solo rinegozian­do i costi fissi. Così come sono poche finora le richieste di sconti da parte dei clienti.

E nei prossimi mesi ?

Certo alcune aree sono quasi ferme: dal mercato dei capitali, all’M&A,per citarne alcune; ma al tempo stesso i dipartimen­ti lavoro, digital, life sciences sono sotto pressione. Nessuno fa previsioni più a lungo di 2-3 mesi sia finanziari­e che di conto economico. Sarà decisivo il secondo semestre di quest’anno per capire a che velocità ripartirà l’economia nel suo complesso.

Ci sono già delle conseguenz­e per i vostri dipendenti ?

Molti studi hanno attivato le richieste di cassa integrazio­ne, ma si sono anche impegnati a compensare la perdita in busta paga con risorse proprie.

E per gli avvocati collaborat­ori?

Per la nostra legislazio­ne sono profession­isti indipenden­ti, ma per gli studi sono veri e propri collaborat­ori coordinati e continuati­vi. Oggi sono “parcheggia­ti” nella terra di mezzo, non hanno nessuna protezione se non quella garantita loro dagli studi. Abbiamo chiesto a Cassa forense di intervenir­e, serve un rinvio dei versamenti oltre il 30 settembre e l’abolizione del doppio prelievo (sul fatturato dello studio e sulle fatture dei collaborat­ori, cosa che si traduce di fatto nel versamento di un 6% circa al posto del 4%), la diminuzion­e dell’aliquota e altri interventi struttural­i.

Come è cambiato il vostro lavoro quotidiano da remoto?

Posso parlare a titolo personale. Non stiamo incontrand­o difficoltà pratiche. Al contrario, quando ci incontriam­o online siamo più creativi. Abbiamo inventato aperitivi virtuali, webinar su temi di soft skill e abbiamo coinvolto un attore per leggere le favole ai figli di dipendenti e profession­isti chiusi in casa.

Nessun ostacolo organizzat­ivo Le realtà associate già pronte al lavoro da remoto e alla cultura digitale

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