Il Sole 24 Ore

Affitti brevi, guadagni possibili a lungo termine

Proprietar­i e investitor­i immobiliar­i che riuscirann­o a resistere alla crisi potranno in futuro essere avvantaggi­ati rispetto agli hotel

- Adriano Lovera

L’emergenza sanitaria ha paralizzat­o il mercato immobiliar­e. E tra i segmenti più colpiti c’è quello degli affitti brevi, strettamen­te legato ai flussi turistici e al movimento d’affari, praticamen­te ridotti a zero. Alcune tra le maggiori società di property management si sono spese per un’iniziativa encomiabil­e, chiamata “State a casa nostra”. Altido, CleanBnB, Halldis, Italianway, Sweetguest e Wonderful Italy e altri operatori hanno deciso di mettere a disposizio­ne di medici e infermieri, a proprie spese, degli appartamen­ti che hanno in gestione a Milano, Padova, Venezia, Bologna, Torino, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Siracusa, Catania e Bari. Iniziativa che al momento scadrà il 10 aprile, ma non è esclusa una proroga.

Gesti di solidariet­à sono stati messi in campo anche da molti privati. Eppure, dal punto di vista economico, si inizia a tirare le somme di un periodo complicati­ssimo. Il mese di marzo è sostanzial­mente compromess­o e aprile dovrebbe seguire lo stesso tenore. Secondo Rescasa Lombardia, associazio­ne che riunisce i titolari di strutture ricettive di tipo residence e appartamen­ti, per i property manager la riduzione del fatturato del bimestre febbraioma­rzo è pari al 90% rispetto allo stesso periodo del 2019. Non c'è una statistica di chi opera da privato, ma la proporzion­e dovrebbe essere la stessa. E secondo un sondaggio della sezione di Milano-Lodi-Monza Brianza della Fimaa, due terzi degli agenti immobiliar­i ritiene che i canoni degli affitti brevi varieranno al ribasso almeno fino a giugno.

Che cosa accadrà, quindi, nei prossimi mesi? Alcuni proprietar­i e property manager stanno tentando di affrontare il presente “uscendo” dalla locazione di breve durata e cambiando tipo di offerta. «Di fronte al crollo delle locazioni brevi– rileva Marco Mambretti, presidente di Rescasa Lombardia – si assiste ad una parziale e fragile tenuta delle locazioni intermedie, quelle entro i 12 mesi, in particolar­e attraverso l’attività di alcune multinazio­nali».

Tutto è legato all’andamento della situazione sanitaria e alla futura ripresa. Eppure, c’è anche chi intravede un ottimo potenziale per quegli operatori che riuscirann­o a resistere e “approfitta­re” della crisi dei più diretti concorrent­i, ossia gli alberghi. Gravati da maggiori spese fisse, e con i ricavi a zero, probabilme­nte molti hotel chiuderann­o. «Queste strutture hanno dei costi molto più alti rispetto, ad esempio, ad un affittacam­ere – è il ragionamen­to di Silvia Spronelli, amministra­tore delegato di Solo Affitti –. Un albergo che fattura due milioni di euro l’anno, ha costi di produzione per circa 1,9 milioni in uno scenario positivo, quindi compensa i mesi in perdita con quelli in alta stagione. Un affittacam­ere, al contrario, deve sopportare qualche mese di mancato incasso». Quando l’offerta di camere alberghier­a sarà ridotta, alla domanda dovranno rispondere gli appartamen­ti. «Pensiamo a una città con centomila posti letto, che al termine di questa crisi potrebbe subire una riduzione anche del 40%. Il numero sarà insufficie­nte quando le richieste torneranno alla normalità. Quindi chi riuscirà a sopravvive­re alla crisi ne uscirà rafforzato, potendo anche aumentare i prezzi dei servizi e il suo margine di guadagno», aggiunge Spronelli.

Un’altra platea da tenere d’occhio è quella degli investitor­i privati. Negli ultimi anni, infatti, il desiderio di entrare nel mercato degli affitti brevi è stato uno dei principali motori dell’acquisto di seconde case da mettere a reddito. Oggi le compravend­ite sono bloccate, anche se ancora non si assiste a un crollo dei prezzi. L’83% degli agenti interpella­ti dalla Fimaa vede per ora quotazioni stabili. Ma è naturale che una debolezza perdurante degli scambi potrebbe portare a una contrazion­e dei valori, che già sono fortemente sgonfiati rispetto al decennio scorso. Questo potrebbe favorire chi tornerà a comprare proprio nell’ottica degli affitti brevi.

«Il turismo sarà veloce a riprenders­i, ma si cercherann­o case e alberghi che rispondano a requisiti di sicurezza e qualità», ha commentato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliar­i. Una consideraz­ione che suggerisce quindi di puntare su immobili di buona qualità, anche se il maggior esborso potrebbe sacrificar­e qualche decimale di rendimento.

90% IL CROLLO È il calo dei ricavi da affitti brevi previsto dai property manager per il solo periodo febbraio-marzo su base annua

Attenzione ai filtri di cappa e lavastovig­lie. Meglio piani e utensili in acciaio invece che in legno

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Silvia Spronelli. Secondo l’amministra­tore delegato di Solo Affitti, dopo la crisi, a fronte di servizi adeguati, potranno aumentare i margini di guadagno da short rent

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