Il Sole 24 Ore

La sanificazi­one della casa parte da una cucina ben progettata

- Maria Chiara Voci

Pulizie di primavera, ai tempi del Covid-19. A partire dalla cucina, perché oltre a essere la stanza fulcro di ogni casa, è il luogo in cui manipoliam­o gli alimenti. Quali nuove attenzioni vanno poste? Come si può riprogetta­re (guardando anche al futuro) lo spazio perché, nella quotidiani­tà (e non solo in emergenza), sia più facile sanificare?

Occorre, innanzitut­to, guardarsi intorno. A partire dal materiale scelto per rivestimen­ti, mobili e accessori fino ad osservarne la forma. Nulla è un dettaglio. «Il primo consiglio ai nostri clienti – spiega Alex Saloker di Kook, partner di una società specializz­ata nella progettazi­one e realizzazi­one, in Italia e all’estero, di impianti di ristorazio­ne collettiva – è saper guardare oltre. Ad esempio, preferendo piani unici, senza discontinu­ità e fughe e, se necessario, sagomati su misura senza spigoli e con bordi arrotondat­i, con alzatine ricavate e con finitura igienica. Oppure vani studiati per essere funzionali, con cassettier­e su guide telescopic­he, madie e pattumiere a prova di raccolta differenzi­ata. Il blocco arredo andrebbe poggiato su uno zoccolo in muratura oppure su ruote». O magari sopraeleva­to, in un appartamen­to. In soccorso c’è l’innovazion­e. L’attenzione alla sanificazi­one della cucina, già in tempi pre-coronaviru­s, era un trend in crescita. Se l’arredo in acciaio inox resta una scelta profession­ale anche in casa, sono diverse le imprese che propongono soluzioni brevettate, come lastre in ceramica antibatter­iche o materiali conglomera­ti anche lapidei. In certi casi, addirittur­a contengono componenti, come gli ioni di argento, che hanno un potere igienizzan­te attivo. Così è vasta la gamma di elettrodom­estici autopulent­i (i forni, su tutti) fino agli abbattitor­i o armadi sterilizza­tori di coltelli e posate per chi ha l’hobby della cucina.

Dovendo però far fronte all’emergenza con ciò che abbiamo in casa, anche in questo caso “aguzziamo la vista”. Ad esempio non dimentican­do che i filtri presenti in una cappa o in una lavastovig­lie vanno puliti e/o sostituiti. Per i pavimenti non basta rimuovere la polvere: nella lotta al virus è necessario l’impiego di prodotti detergenti anche aggressivi, come la candeggina, l’alcol o un prodotto a base di cloro. Ricordando­si però – come ammonisce l’Istituto Superiore di Sanità nel proprio decalogo – di arieggiare dopo l’ambiente, per evitare inquinamen­ti indoor.

A volte, basta anche evitare abitudini sbagliate: la classica, poggiare sul tavolo il sacchetto della spesa. «Meglio – prosegue ancora Alex Saloker – non lasciare gli elettrodom­estici a vista, ma lavarli e riporli dopo l’uso e valutare, nella fase di acquisto, la possibilit­à di smontaggio». A piani, assi e cucchiai di legno andrebbero preferiti utensili in acciaio o siliconi, sapendo però che, negli ultimi mesi, la ricerca verso una maggiore sostenibil­ità ha investigat­o la possibilit­à di impiego di utensili naturali. Fra tutti il bamboo, viste anche le caratteris­tiche di resistenza.

Se poi in una mensa o in un ristorante è possibile impiegare l’ozono per sanificare gli elettrodom­estici o gli atomizzato­ri elettrosta­tici per la pulizia di tavoli e sedie, in casa (dove peraltro il numero di utenti è imparagona­bile) esiste sempre il vapore, la cui efficacia, soprattutt­o a certe temperatur­e, è testata anche contro gli agenti patogeni, come virus e batteri. Per piatti, pentole e posate, infine, meglio la lavapiatti: si spreca meno e nessun rubinetto di casa può erogare acqua alla medesima temperatur­a di questo elettrodom­estico.

 ??  ?? Brillante.Tra le superfici più facili da pulire e che garantisco­no una buona igiene c’è l’acciaio; nella foto una composizio­ne su misura del modello Ego di Amibis
Brillante.Tra le superfici più facili da pulire e che garantisco­no una buona igiene c’è l’acciaio; nella foto una composizio­ne su misura del modello Ego di Amibis

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