Il Sole 24 Ore

Servono prestiti a basso costo e scadenze adeguate

Scontata una revisione dei budget e un rinvio degli investimen­ti

- Andrea Cioccarell­i

Inutile far finta di non capire: il dramma in cui già si trovano o presto si troveranno migliaia di imprese è quello della carenza di liquidità. In un ciclo operativo ordinario l'esigenza di liquidità è di fatto prodotta da due eventi:

 eventuali nuovi investimen­ti;

 capitale circolante necessario a far fronte ai pagamenti ai fornitori di beni e servizi, prima che avvengano gli incassi delle vendite a clienti.

Nell’attuale contesto di mancata produzione di flussi in entrata, il meccanismo salta inesorabil­mente, e le azioni che le direzioni aziendali si apprestano a prendere sono tre.

Stop o rinvio degli investimen­ti

Nonostante la presenza di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta, è difficile ipotizzare che in crisi di liquidità si vogliano valutare nuove iniziative. Sono purtroppo facili da immaginare le conseguenz­e in termini di posizionam­ento strategico e rilancio competitiv­o.

Intervento diretto dei soci

Si tratta di un percorso difficile, se pensiamo alla naturale ritrosia alla capitalizz­azione che spinge sempre molti imprendito­ri verso una economia del debito, piuttosto che dell’equity. Difficile anche perché sono state inesorabil­mente mitigate le forme di premio fiscale alla ricapitali­zzazione. Non dimentichi­amo infine che la ricchezza personale è stata falcidiata da andamenti dei rendimenti di mercato assai penalizzat­i, ed è quindi anche probabile che l’imprendito­re non accetti di buon grado di realizzare posizioni minusvalen­ti per finanziare un’impresa dal futuro incerto.

Interventi sul debito bancario

Resta il ricorso al “classico” debito bancario, che però deve avere:  profili temporali in linea con la generazion­e di flussi finanziari che non saranno certo immediati;

 un costo molto contenuto, perché non è difficile ipotizzare tempi lunghi per una ripresa che non è solo incerta.

Buon segno quindi quello della moratoria sul debito prevista dal decreto “cura Italia”, e degli altri interventi, che verranno presumibil­mente attivati. Non sembrano però sufficient­i perché il 30 settembre è data ormai troppo prossima (il riequilibr­io delle condizioni finanziari­e richiede molto più tempo).

Finanza operativa

Alle tre azioni di finanza strategica appena descritte si associano interventi di finanza operativa, con il costante monitoragg­io dei flussi prospettic­i e la probabile continua revisione dei budget finanziari.

In questo contesto, decisament­e a tinte fosche, ben venga anche lo spostament­o del termine per la verifica sugli indici della crisi di impresa al prossimo 15 febbraio 2021. Del resto, viene da chiedersi quali e quante imprese sarebbero oggi in grado di superare il test del Dscr, che mette in relazione i fondi necessari a servire il debito con quelli disponibil­i dall’esercizio di una attività operativa che, nella migliore delle ipotesi, sono azzerati, e nella più probabile delle situazioni, addirittur­a negativi.

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