Servono prestiti a basso costo e scadenze adeguate
Scontata una revisione dei budget e un rinvio degli investimenti
Inutile far finta di non capire: il dramma in cui già si trovano o presto si troveranno migliaia di imprese è quello della carenza di liquidità. In un ciclo operativo ordinario l'esigenza di liquidità è di fatto prodotta da due eventi:
eventuali nuovi investimenti;
capitale circolante necessario a far fronte ai pagamenti ai fornitori di beni e servizi, prima che avvengano gli incassi delle vendite a clienti.
Nell’attuale contesto di mancata produzione di flussi in entrata, il meccanismo salta inesorabilmente, e le azioni che le direzioni aziendali si apprestano a prendere sono tre.
Stop o rinvio degli investimenti
Nonostante la presenza di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta, è difficile ipotizzare che in crisi di liquidità si vogliano valutare nuove iniziative. Sono purtroppo facili da immaginare le conseguenze in termini di posizionamento strategico e rilancio competitivo.
Intervento diretto dei soci
Si tratta di un percorso difficile, se pensiamo alla naturale ritrosia alla capitalizzazione che spinge sempre molti imprenditori verso una economia del debito, piuttosto che dell’equity. Difficile anche perché sono state inesorabilmente mitigate le forme di premio fiscale alla ricapitalizzazione. Non dimentichiamo infine che la ricchezza personale è stata falcidiata da andamenti dei rendimenti di mercato assai penalizzati, ed è quindi anche probabile che l’imprenditore non accetti di buon grado di realizzare posizioni minusvalenti per finanziare un’impresa dal futuro incerto.
Interventi sul debito bancario
Resta il ricorso al “classico” debito bancario, che però deve avere: profili temporali in linea con la generazione di flussi finanziari che non saranno certo immediati;
un costo molto contenuto, perché non è difficile ipotizzare tempi lunghi per una ripresa che non è solo incerta.
Buon segno quindi quello della moratoria sul debito prevista dal decreto “cura Italia”, e degli altri interventi, che verranno presumibilmente attivati. Non sembrano però sufficienti perché il 30 settembre è data ormai troppo prossima (il riequilibrio delle condizioni finanziarie richiede molto più tempo).
Finanza operativa
Alle tre azioni di finanza strategica appena descritte si associano interventi di finanza operativa, con il costante monitoraggio dei flussi prospettici e la probabile continua revisione dei budget finanziari.
In questo contesto, decisamente a tinte fosche, ben venga anche lo spostamento del termine per la verifica sugli indici della crisi di impresa al prossimo 15 febbraio 2021. Del resto, viene da chiedersi quali e quante imprese sarebbero oggi in grado di superare il test del Dscr, che mette in relazione i fondi necessari a servire il debito con quelli disponibili dall’esercizio di una attività operativa che, nella migliore delle ipotesi, sono azzerati, e nella più probabile delle situazioni, addirittura negativi.