Fondo di garanzia in bilico per le Pmi inserite in gruppi
La normativa Ue impone di considerare le aziende associate o collegate
Gli incentivi e gli strumenti di sostegno rivolti alle Pmi, con la diffusione del Covid-19 assumono ancor di più un ruolo determinante. L’articolo 49 del decreto “cura Italia”, infatti, ha rafforzato ed esteso l’utilizzo del fondo di garanzia per le Pmi previsto dalla legge 662/1996, attraverso alcune modifiche alla disciplina ordinaria che rimarranno operative per nove mesi dall’entrata in vigore del decreto (cioè dal 17 marzo scorso).
I beneficiari sono quindi rappresentati dalle micro, piccole e medie imprese, definite dalla Raccomandazione della Commissione europea 2003/361/Ce del 6 maggio 2003. Secondo quanto stabilito dall’articolo 2 della raccomandazione («Effettivi e soglie finanziarie che definiscono le categorie di imprese«):
1.
rientrano nella categoria delle
micro, piccole e medie imprese, le imprese in possesso di:
un numero di occupati inferiore a 250 persone;
un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro oppure un totale bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro;
2.
rientrano nella categoria della
piccola impresa, le imprese in possesso di:
un numero di occupati non superiore a 50 persone;
un fatturato annuo o totale inferiore a 10 milioni di euro;
3.
rientrano nella categoria della
microimpresa, le imprese in possesso di:
un numero di occupati non superiore a 10 persone;
un fatturato annuo o totale inferiore a 2 milioni di euro.
Mai come in questo momento è necessario analizzare i passaggi del Dm 18 aprile 2005, di recepimento della Raccomandazione citata, riguardanti la definizione di Pmi, per essere sicuri di rientrare all’interno di queste ultime e, quindi, avere accesso alle agevolazioni previste per tali categorie di imprese. A tal riguardo, infatti, il Mef, nelle Faq sulle novità del Dl 18/2020 (pubblicate giovedì scorso) ha precisato che non sono considerate Pmi le imprese controllate da altre imprese, se appartenenti a un gruppo che nel suo insieme supera i parametri dimensionali.
Il Dm distingue tre categorie di imprese: 1) autonome, 2) associate, 3) collegate. La presenza di una relazione di associazione o di collegamento comporta che i requisiti finanziari ed occupazionali necessari a qualificare la Pmi vengano verificati avendo cura di considerare tali relazioni. Nel caso in cui, infatti, la Pmi sia associata o collegata a un’altra impresa, ai dati degli occupati e del fatturato o dell’attivo patrimoniale della Pmi si sommano i dati dell’impresa associata (in proporzione alla percentuale di partecipazione al capitale o di diritti di voto di cui si dispone) o collegata.
La verifica di tali legami deve essere effettuata facendo attenzione al momento temporale in cui avviene la sottoscrizione della domanda di agevolazione e deve essere condotta dall’impresa sulla base degli elementi informativi in suo possesso nonché alle informazioni reperibili attraverso il registro delle imprese. Una volta appurata l’autonomia di una società o l’appartenenza della stessa ad un gruppo, è opportuno procedere con i calcoli finanziari ed occupazionali per stabilire se l’impresa rispetta i parametri dimensionali per essere qualificata Pmi.
Criterio finanziario
Tiene conto di due parametri:
il fatturato che è rappresentato dall’importo netto del volume d’affari ovvero dei ricavi derivanti dalla vendita di beni e dalla prestazione di servizi attinenti l’attività ordinaria della società, al netto degli sconti, dell’Iva e di tutte altre imposte direttamente collegate al volume d’affari. In sostanza la voce A1 dello schema di conto economico previsto dall’articolo 2424 del Codice civile;
il totale di bilancio che, invece, è rappresentato dal totale dell’attivo di stato patrimoniale previsto dall’articolo 2424 del Codice civile.
Criterio occupazionale
Il criterio degli occupati è stabilito sulla base della nozione convenzionale del numero di unità-lavorativeanno (Ula). Il numero di Ula si ottiene prendendo a riferimento i dipendenti dell’impresa a tempo determinato o indeterminato, iscritti nel libro matricola dell’impresa e legati alla stessa da forme contrattuali che prevedono il vincolo d’indipendenza, fatta eccezione per quelli in cassa integrazione straordinaria.
Il calcolo definisce il numero medio di Ula relativo ai 12 mesi di cui si compone l’ultimo esercizio sociale di approvazione del bilancio precedente alla data di sottoscrizione della domanda di agevolazione.