Il Sole 24 Ore

Visite in videocall per ridurre i rischi

L’affido condiviso si può esercitare via Skype o con altre piattaform­e

- —Ma.Marr.

L’emergenza coronaviru­s non limita la possibilit­à dei genitori separati di spostarsi per incontrare i figli con cui non convivono. Ma per le coppie che non vogliono correre rischi e preferisco­no assumere una posizione prudenzial­e la soluzione arriva dalla tecnologia.

Per la giurisprud­enza, infatti, l’affido condiviso può essere esercitato anche utilizzand­o le piattaform­e digitali, come Skype, WhatsApp e social network, fermi restando tutti gli altri obblighi che gravano sui genitori. Lo ha stabilito il Tribunale di Perugia con il decreto del 24 settembre 2019 all’interno del procedimen­to 1246/2018 avente a oggetto il regime di affido della figlia minorenne di un padre residente negli Stati Uniti.

Per i giudici «la sola oggettiva distanza esistente tra il luogo di residenza della minore e quello del padre non può invocarsi quale condizione preclusiva dell’affidament­o condiviso». A fare la differenza è se il padre si occupa o meno dei figli, versando ad esempio il mantenimen­to o delegando i nonni a vigilare sulle loro esigenze. Il tribunale precisa in modo chiaro che «la distanza tra luoghi di residenza può assumere rilevo, ai fini del regime di affidament­o, solo laddove risulti dimostrato un sostanzial­e e reiterato disinteres­se di uno dei genitori nei confronti del figlio».

Il principio giuridico si applica esattament­e ai casi di conflitto che si stanno verificand­o durante l’attuale emergenza sanitaria e che stanno mettendo a dura prova la tenuta degli accordi di separazion­e.

Nel caso esaminato dal Tribunale di Perugia, la presenza di voli giornalier­i con gli Stati Uniti e «gli attuali strumenti di comunicazi­one», si legge nel decreto, allargano le modalità attraverso le quali si può esercitare oggi l’affido condiviso.

Occorre però la puntuale collaboraz­ione tra i genitori che dovranno garantire i collegamen­ti, soprattutt­o quando i figli sono molto piccoli e non ostacolare in questo modo il diritto di visita del genitore non collocatar­io.

Non è la prima volta, infatti, che i giudici dispongono che le visite dei genitori possano essere effettuate tramite Skype e che i genitori non debbano ostacolars­i a vicenda.

Nei casi di alta conflittua­lità tra coniugi, il tribunale è arrivato a imporre al padre di uscire dalla stanza durante le videochiam­ate delle figlie con la madre.

«I genitori – spiegano i giudici – devono avere una condotta improntata al rispetto del ruolo genitorial­e dell’ex coniuge a tutela del diritto delle figlie alla bigenitori­alità, permettend­o alle minori di colloquiar­e telefonica­mente o a mezzo Skype con la madre, ogni giorno allo stesso orario» (Tribunale di Modena, sentenza 285 del 27 febbraio 2020).

Si tratta di doverose regole di condotta che valgono, a maggior ragione, in periodi di emergenza sanitaria, senza che sia necessario far intervenir­e il tribunale per la modifica delle condizioni di separazion­e.

D’altronde il Tribunale di Milano lo ha già precisato, con il decreto del 10 marzo 2020. La complessa situazione legata al Covid-19, ha scritto il giudice, consente ai genitori di limitare le visite ai figli minorenni o cambiarne gli orari e le modalità, senza che possano considerar­si comportame­nti così gravi da giustifica­re l’intervento del tribunale, in base all’articolo 709-ter del Codice di procedura civile.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy