Il Sole 24 Ore

Il profession­ista «infedele» può anticipare le Entrate

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Un profession­ista in contabilit­à ordinaria emette nel 2015 una parcella verso la pubblica amministra­zione. Tale compenso viene dichiarato e tassato nel 2015, anche se è stato materialme­nte incassato l’anno successivo.

L’agenzia delle Entrate può chiedere che venga inserito tra i redditi del 2016 (anno dell’incasso) senza tener conto che è stato dichiarato tra i redditi relativi all’anno precedente?

E.B. - AGRIGENTO

La dichiarazi­one di un costo o di un ricavo in violazione della competenza fiscale può sempre dare luogo a un accertamen­to da parte dell’agenzia delle Entrate e al conseguent­e recupero. È infatti costante il principio in virtù del quale non si può lasciare il contribuen­te arbitro della scelta del periodo più convenient­e in cui dichiarare i propri componenti di reddito, con innegabili riflessi sulla determinaz­ione del proprio imponibile. Peraltro, come statuito da un costante orientamen­to giurisprud­enziale di legittimit­à, il principio enunciato trova applicazio­ne anche per i redditi di lavoro autonomo, che vanno dichiarati per cassa e non per competenza.

Tuttavia, in caso di recupero, al contribuen­te spetta il rimborso delle maggiori imposte versate omettendo di dedurre il costo nell’anno corretto o tassando il ricavo nell’anno sbagliato.

Nel caso in esame, quindi, l’Ufficio contesterà l’infedele dichiarazi­one dei redditi per l’anno di imposta 2016. Prima della notifica dell’atto impositivo, però, il contri

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