Spese tracciabili obbligatorie anche per le detrazioni al 19%
Come già previsto su altre agevolazioni, per fruire dei bonus su costi sanitari, trasporto pubblico o attività sportive dei figli non si deve più usare il contante
Pagamenti digitali per non perdere i bonus fiscali. Dalle spese sanitarie agli abbonamenti del trasporto pubblico locale, dai canoni di locazione dei fuori sede all’attività sportiva dei più giovani, fino all’intermediazione immobiliare e alle rette dell’asilo nido. Sono solo alcune delle spese per le quali, dallo scorso 1° gennaio, è necessario - per continuare a beneficiare delle detrazioni al 19% in dichiarazione dei redditi - pagare attraverso canali tracciabili.
A queste si aggiungono una serie di importi che, per essere detraibili, già da tempo richiedono che non venga utilizzato il contante, come il mutuo prima casa o i premi assicurativi, ma anche i vari bonus edilizi, mobili, verde, risparmio energetico.
Tracciabilità per 15 bonus
La novità principale, introdotta dalla legge di Bilancio 2020 (articolo 1, commi 679 e 680 della legge 160/2019) in riferimento alle spese detraibili al 19%, riguarda una quindicina di agevolazioni per le quali scatta l’obbligo - anche se si tratta, in realtà, di un «onere probatorio» per evitare di vedersi negato il diritto alla detrazione - di utilizzare forme di pagamento tracciate, come versamenti bancari o postali, bancomat, carte, assegni, ma anche, in particolare, piattaforme e applicazioni digitali, come PayPal, Satispay, Apple Pay, Google Pay, utilizzabili direttamente da smartphone o tablet.
Le spese mediche
Il capitolo più corposo interessato dai limiti ai pagamenti cash è, senz’altro, quello delle spese mediche, che sono in assoluto la voce più utilizzata per le detrazioni Irpef. Non tutti i pagamenti in ambito sanitario, tuttavia, sono coinvolti dalle nuove regole sulla tracciabilità: si possono continuare a detrarre - pur pagando in contanti - i medicinali (inclusi ticket), i dispositivi medici e le prestazioni sanitarie nelle strutture, pubbliche o private, accreditate al Servizio sanitario nazionale, come espressamente previsto dalla Manovra (articolo 1, comma 680).
A richiedere pagamenti elettronici o comunque tracciabili sono, invece, tutte le altre spese sanitarie detraibili al 19% e individuabili in base all’articolo 15, lettera c, del Tuir (Dpr 917/1986). Tra queste ci sono visite specialistiche e test di laboratorio (dagli esami del sangue a risonanza magnetica, Tac, Rx, ecografia, radiografia), prestazioni chirurgiche anche ambulatoriali (comprese di anestesia, farmaci, ricovero o degenza) o quelle relative al parto, spese di degenza: in tutti questi casi bisogna pagare cashless solo quando la fattura è emessa direttamente dal professionista oppure se la struttura erogante non è accreditata al Ssn.
I pagamenti in farmacia
Sono inclusi nella stretta anche i pagamenti per servizi sanitari resi in farmacia (elettrocardiogramma, pressione, prestazioni di operatori socio-sanitari o infermieri), per le prestazioni professionali di medici (dal certificato sportivo al vaccino del pediatra), l’acquisto di alimenti a fini medici speciali (ad esempio, per diabetici).
Non è prevista esclusione per le spese sanitarie sostenute all’estero: è sempre consigliabile il pagamento tracciato fuori dalla Ue e, per non correre rischi, anche in ambito comunitario, sebbene - in quest’ultimo caso - potrebbe essere sufficiente la descrizione “medicinale” o “dispositivo medico” sulla ricevuta estera.
Dallo sport allo trasporti
Tra le altre agevolazioni previste dall’articolo 15 del Tuir, per le quali è scattato dal 1° gennaio l’obbligo di utilizzare pagamenti tracciati, a partire da quelli digitali, ci sono quelle per le attività sportive dei ragazzi (pratica dilettantistica tra 5 e 18 anni), le spese funebri (incluso trasporto e sepoltura), l’intermediazione immobiliare per l’acquisto della prima casa (detrazione fino a 1.000 euro annui), gli addetti all’assistenza personale nei casi di non autosufficienza (con reddito inferiore a 40mila euro ), le spese veterinarie, gli abbonamenti al trasporto pubblico (limite di spesa di 250 euro), rette per la frequenza scolastica, universitaria e asili nido, locazioni studenti fuori sede (esclusi cauzione, spese condominiali/riscaldamento, costi intermediazione).
Alcune spese detraibili al 19%, invece, richiedono già da tempo mezzi di pagamento tracciabili, come nel caso dei premi assicurativi (vita e infortuni) o del mutuo per acquisto prima casa.
I bonus casa
C’è, infine, il capitolo delle detrazioni - tra il 36% e l’85% - legate agli immobili: bonus per ristrutturazioni, mobili, opere antisismiche, risparmio energetico, sistemazione del verde. Per questi era già prevista la necessità di usare mezzi tracciati: bonifico “parlante”, cioè con causale speciale, per i lavori edilizi (a cui si è aggiunto quest’anno il bonus facciate del 90%); bonifico ordinario, bancomat e carte di credito per gli arredi e la sistemazione a verde (che ammette anche gli assegni).
Conservare le ricevute
Va sottolineato - infine - che è importante, in generale, conservare la documentazione di spesa: fattura, ricevuta o «documento commerciale» che descriva in modo comprensibile natura, quantità e qualità del bene o della prestazione.
Meglio conservare anche le ricevute di pagamento (bonifici, bancomat, carte) e, per i pagamenti online, stampare una copia cartacea o archiviare la transazione in forma digitale.